Politica 29 Maggio 2017

Articolo Uno: i parlamentari devono essere scelti sul territorio, non da Roma.

Un parlamentare deve essere scelto dal proprio territorio, deve rappresentare le istanze di quel territorio, non deve essere messo a Roma da un “capo”

Articolo UNO è il pezzo italiano di una domanda mondiale; c’è un paradosso inaccettabile di questo tempo: è il tempo delle diseguaglianze, della compressione dei diritti ed è il tempo in cui la Sinistra sembra essere senza parole. Il punto non è “chi”, ma com’è possibile che oggi, mentre le diseguaglianze esplodono nel mondo, noi che siamo nati per batterci contro le diseguaglianze pariamo senza parole, incapaci di dare una risposta ad una domanda che è fortissima. 

Il centro Sinistra nel mondo ha dato la sensazione di non capire che c’è un disagio che sale da parte dei più deboli, degli ultimi, dei più poveri, da parte di quelli che noi siamo nati per difendere; Articolo UNO è dentro una ricerca mondiale. 

Credo che ci sia bisogno di ripartire dai valori di fondo, a partire dal grande tema della democrazia. Il primo valore, la democrazia e la sovranità dei cittadini: in questo tempo la sovranità è davvero dei cittadini? Io penso che questo sia un grande tema. E poi, ancora: che significa democrazia in questo tempo? Per me significa, ad esempio, che i cittadini devono scegliere e decidere; significa che i cittadini devono partecipare: ci opporremmo con forza e convinzione, nelle prossime settimane, all’idea di avere un Parlamento fatto prevalentemente di nominati! Ci metteremo tutta la forza possibile! Un parlamentare deve essere scelto dal proprio territorio, deve rappresentare le istanze di quel territorio, non deve essere messo a Roma da un “capo”, perché altrimenti si crea un Parlamento di servi che non ci serve e che umilia la democrazia! Da subito, dal prossimo 2 giugno, ci metteremo in moto anche a Livorno, con un gazebo per raccogliere le firme per una petizione popolare ai sensi dell’art. 50 della nostra Costituzione, contro un Parlamento di nominati! Non vogliamo farlo da soli, ma chiamare con noi le associazioni, le organizzazioni, quel mondo straordinario del 4 dicembre che qualcuno vuol dimenticare, che i grandi media hanno già dimenticato ma che invece sta ancora li! Li invitiamo in piazza con noi, contro un Parlamento di nominati! 

Democrazia vuol anche dire “rispettare le regole, rispettare la Costituzione, rispettare per esempio l’art. 75 della Costituzione, quello che riguarda il referendum abrogativo! Difendere la democrazia per me significa anche questo: sulla vicenda voucher c’è una grande questione di merito; i voucher erano uno strumento che in qualche modo davano il segno di una legittimazione di una precarietà  come strumento per introdurre una giovane generazione nel mercato del lavoro;  noi abbiamo detto e ribadiamo con forza il nostro NO! Ma attenzione, qui non c’è solo il merito; qui c’è anche e soprattuto una questione di metodo. Qui c’è il rispetto delle istituzioni democratiche. Un governo non può abrogare una norma per far saltare un referendum e poi, dopo pochi mesi, quando quel referendum è saltato, reinserire la stessa norma in altro modo in una manovrina. Un Governo non può fare così, un Parlamento non può fare così; a prescindere dal merito c’è una grande questione di credibilità delle istituzioni democratiche. Come si fa a non capirlo? E’ un insulto alla democrazia al quale dobbiamo opporci, insieme. 

Leonard Conforti
Coordinatore territoriale Articolo UNO