Livorno 5 giugno 2024 – 210 anni dell’Arma dei Carabinieri, il risultati di un anno di attività sul territorio
Il 5 giugno 2024 l’Arma dei Carabinieri celebra il 210° annuale della fondazione.
A Livorno, nel cortile principale della caserma “Gen. Amico”, si svolgerà la tradizionale cerimonia militare alla presenza delle Autorità civili e militari, dei familiari delle vittime del dovere, dei rappresentanti dell’Arma in servizio ed in congedo nonché di una rappresentanza di studenti dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Bartolena” di istruzione secondaria di I grado della città.
Alle 08:30, il Generale di Brigata Gianluca Feroce, Comandante della 2^ Brigata Mobile, e il Col. Piercarmine Sica, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Livorno, accompagnati dal Capo di Stato Maggiore pro tempore della 2^ Brigata e dai rappresentanti delle locali Sezioni dell’Associazione Nazionale Carabinieri e dall’Associazione Nazionale Forestale, deporranno una corona presso il monumento in onore dei caduti.
Alle successive ore 10:20, la cerimonia vedrà lo schieramento di un reparto in armi composto da:
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la Bandiera di Guerra del Gruppo di Intervento Speciale;
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un plotone del 1° Reggimento CC Paracadutisti “Tuscania” e del G.I.S.;
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un plotone di Carabinieri della 2^ Brigata Mobile;
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un plotone dell’Arma Territoriale in Grande Uniforme Speciale;
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un plotone di Comandanti di Stazione del Comando Provinciale e del Gruppo Carabinieri Forestale con una rappresentanza di CC Forestali.
Seguirà poi l’affluenza dei labari, del gonfalone della provincia di Livorno, delle città di Livorno e Piombino e la bandiera di guerra del G.I.S..
Nel corso della cerimonia verrà fatto il punto sull’attività svolta, ricordando i risultati conseguiti dai Carabinieri in tutta la provincia di Livorno e sul significativo impegno in Italia e all’estero dei militari della 2^ Brigata Mobile.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Livorno hanno assicurato la loro vicinanza ai cittadini attraverso le quattro Centrali Operative dove giungono le richieste del 112 NUE, il Numero Unico di Emergenza europeo, le pattuglie dei Nuclei Operativi e Radiomobili delle Compagnie di Livorno, Cecina, Piombino e Portoferraio, nonché delle 27 Stazioni dislocate su tutto il territorio della provincia.
Complessivamente, negli ultimi 12 mesi le Centrali Operative dell’Arma hanno ricevuto circa 32.000 telefonate in termine di richieste di attivazione, spaziando dalle semplici richieste di informazioni agli interventi strutturati contraddistinti dall’urgenza e delicatezza ed hanno presidiato il territorio con 28.059 servizi esterni, che hanno permesso di identificare 84.603 persone, sottoporre a controllo 61.141 veicoli, nonché svolgere 1.777 servizi di ordine pubblico.
È stata significativa l’attività di ricezione delle denunce: oltre 15.000 quelle presentate presso i Comandi dell’Arma labronica, a fronte delle quali sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria un numero di delitti pari al 74,17% del totale di quelli perseguiti dalle forze dell’ordine della provincia, potendo calcolare ben 15.405 reati denunciati su un totale di 20.768.
Questi dati consentono di comprendere le dimensioni della quotidiana ed incessante attività svolta dall’Arma di Livorno che, peraltro, al di fuori del capoluogo assicura quasi in via esclusiva i servizi di prevenzione e controllo del territorio.
Il riscontro, in termini numerici, di questo costante e imponente impegno si trova nei quasi 400 arresti eseguiti, nelle oltre 3.500 denunce presentate e trattate con le successive attività di indagine, riferiti allo scorso anno ed ai primi mesi del 2024.
Rimane costantemente alta l’attenzione del Comando Provinciale sul fenomeno della “violenza di genere”. Nell’ambito della rete antiviolenza dell’Arma dei Carabinieri sono attive 3 “stanze rosa” appositamente dedicate all’ascolto delle vittime di violenze, si tratta di locali adeguatamente attrezzati e riservati alle cd. “fasce vulnerabili”, coloro che risentono delle difficoltà proprie di chi denuncia episodi che afferiscono alla sfera intima e privata e che spesso riguardano anche i minori; si trovano all’interno delle strutture dell’Arma di Livorno, Cecina e Portoferraio. La loro creazione è stata possibile grazie all’efficace collaborazione con Soroptimist International Italia nell’ambito del progetto denominato “Una stanza tutta per sé”. Nello stesso ambito, alla fine dello scorso anno, anche a Piombino è stata realizzata un’ulteriore quarta “Stanza tutta per sé” portatile: costituita da un kit di ascolto dotato di personal computer, microfono ed una webcam stivati dentro una valigetta portatile, che dovrà permettere ai carabinieri in attività di settore di poter raccogliere, in qualsiasi luogo la vicenda e/o le indagini richiedano, le dichiarazioni delle vittime di violenza nonché poter registrare con alta sensibilità acustica e senza interruzioni, ogni elemento utile, rendendo in questa maniera l’approccio alle investigazioni meno traumatico possibile per le persone coinvolte sottoposte a prioritaria tutela e salvaguardia.
L’attività di contrasto in materia di violenza di genere svolta dall’Arma di Livorno ha consentito di operare nel complesso 40 arresti, in flagranza di reato e su ordine di custodia cautelare emesso dall’AG, e 316 denunce a piede libero. Talché ed in stretta collaborazione con la locale Procura della Repubblica che ha avallato gli esiti investigativi nello specifico settore, i Carabinieri di Livorno hanno proceduto anche all’esecuzione di 25 arresti domiciliari e 54 fra ordini di allontanamento, divieti di avvicinamento alla persona offesa nonché obblighi e divieti di dimora.
In tema, nello specifico, delle violenze sessuali, sono state 37 le persone denunciate in stato di libertà. Anche in detto ambito dal consuntivo tracciato in termini statistici è emerso che l’Arma di Livorno ha perseguito il 72% di tutte le violenze denunciate presso le forze dell’ordine della Provincia.
Con riferimento ai maggiori fatti di sangue dell’ultimo anno, sono stati 4 gli omicidi volontari che hanno interessato per le relative indagini di polizia giudiziaria i Carabinieri del Comando Provinciale di Livorno; i rispettivi autori sono stati tutti assicurati alla giustizia.
Per tracciare un quadro che possa rappresentare in modo adeguato l’impegno affrontato dall’Arma labronica nell’arco dell’ultimo anno, deve essere fatta menzione delle principali operazioni di polizia giudiziaria condotte in maniera capillare su tutto il territorio della provincia labronica dai diversi reparti, fra queste si ricordano:
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l’11 aprile 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Livorno con quelli della Compagnia di Cecina hanno arrestato a distanza di pochi giorni dal fatto di sangue, Antonino Fedele con l’accusa di essere il presunto autore dell’omicidio di Massimiliano Moneta, l’ex marito della figlia. Questi era stato preso a colpi di fucile in area rurale campestre del territorio di Rosignano Marittimo nella tarda mattina dell’11 aprile, in occasione di una visita all’ex suocero prima di recarsi in udienza a Livorno ove avrebbe dovuto essere sentito per vicende e contrasti inerenti alla sua pregressa e tumultuosa relazione con la figlia di Fedele. Le indagini sono state avviate grazie alla segnalazione di una persona del posto che aveva udito colpi di fucile e il rumore di un’auto sgommare in procinto di una fuga. Sono bastati pochi giorni ai Carabinieri per stringere il cerchio intorno ad Antonino Fedele, rintracciarlo e porre fine al breve periodo di latitanza;
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il 20 settembre 2023, indagine avviata di iniziativa dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Cecina tesa a reprimere la piaga del traffico di stupefacenti nella Val di Cecina. In detto contesto i militari hanno individuato ed arrestato due livornesi che rifornivano in modo reiterato le piazze di spaccio di Cecina e Rosignano. L’operazione ha consentito altresì di sequestrare ingenti quantitativi di stupefacente: oltre mezzo chilo di cocaina, circa una quindicina di chili fra marjuana e hashish anche un modico quantitativo di pasticche di ketamina (cd. droga sintetica che sta iniziando ad imperversare anche in ambito nazionale con conseguenze nefaste per l’organismo di chi ne fa uso), oltre al recupero di denaro contante provento dell’illecito smercio ammontante a oltre euro 3.500;
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all’agosto 2023, risale l’indagine condotta dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Portoferraio maturata negli ambienti isolani della cd. mala movida. Scaturita da un video immesso sul web il mese precedente, in cui era stata ripresa una violenta aggressione condotta proprio all’interno di una discoteca di Capoliveri da alcuni giovani ai danni di un coetaneo inerme. Gli operanti sulla scorta della gravità delle condotte riscontrate nel filmato, hanno avviato accertamenti di iniziativa, ancor prima che fossero presentate querele sull’accaduto, riuscendo così, in breve tempo, ad identificare e denunciare all’AG labronica i cinque giovani del posto, di età compresa fra 20 e 25 anni, ritenuti responsabili di rissa aggravata;
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il 6 febbraio 2024, è stata eseguita l’operazione denominata “ZORLI” che oltre all’area labronica ha interessato i comuni di Sarzana e Viareggio. In tale contesto i Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Livorno hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Livorno nei confronti di 4 soggetti gravemente indiziati di aver commesso oltre 11 furti in abitazione. Le indagini sono state avviate nell’ottobre 2023 allorquando un’anziana donna ha denunciato il furto patito in casa ad opera di un sedicente tecnico del gas. È stata proprio la scusa di verificare se i gioielli della vittima fossero compromessi da radiazioni che ha convinto la vittima ad aprire la cassaforte e consentito ad un membro della banda criminale di ingente quantità di ori di famiglia ammontanti al valore di oltre euro 30.000.
Tuttavia dalle prime indagini sulla citata vicenda, la Sezione Operativa di Livorno ha avviato una complessa e articolata manovra investigativa che nel giro di alcuni mesi, attraverso reiterati e diuturni servizi esterni, nonché attività di monitoraggio con servizi di osservazione pedinamento e controllo, ha restituito un quadro chiaro della struttura criminale imperversante sul tutto il territorio toscano e ligure. Disvelati anche particolare, di grande utilità investigativa in ordine alle procedure operative adottate dalla banda, in particolare: la strategia con cui sceglieva le abitazioni da depredare; l’utilizzo talvolta di travestimenti da operatori dei delivery per avvicinarsi alle dimore delle vittime, tese a rilevare presenza degli occupanti e di eventuali circuiti di videosorveglianza; l’utilizzo di walkie-talkie per le comunicazioni piuttosto che i cellulari ritenuti non sicuri (questi infatti, per sviare le indagini, venivano lasciati in località coperte lontane da quelle in cui commettevano i reati); l’istallazione di targhe contraffatte alle loro auto ed apparati radio scanner per intercettare e prevenire i movimenti delle Forze dell’Ordine.
Attività che ha permesso, in occasione dell’esecuzione di ordinanza cautelare, di congelare e sottrarre – con provvedimento ablatorio preventivo – al gruppo criminale proventi illeciti ammontanti ad oltre euro 200.000. A carico di un arrestato è stato contestato il riciclaggio, avrebbe addirittura comprato la licenza commerciale di un bar con i proventi dei delitti;
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il 15 febbraio 2024, i Carabinieri dell’Aliquota Operativa del Comando Compagnia di Cecina con quelli della Stazione di Rosignano Solvay hanno condotto un’operazione che ha disvelato dinamiche di interesse in relazione al crescente fenomeno dei reati commessi dalle fasce più giovani della popolazione, diventata anch’essa una realtà sempre più frequente anche sul panorama nazionale. L’operazione ha consentito di raccogliere importanti elementi indiziari culminati con la denuncia a piede libero a carico di 4 giovani residenti in quel centro, di cui 2 minorenni e incensurati (15 e 17 anni) e altri due maggiorenni (22 e 24 anni) già gravati precedenti, ritenuti a vario titolo indiziati di danneggiamento e interruzione di pubblico servizio in concorso. Le indagini sono state avviate a seguito di due gravi episodi di danneggiamento avvenuti presso il plesso scolastico dell’Istituto Tecnico Industriale di Rosignano Solvay e che avevano sollevato l’indignazione e la corale condanna da parte di studenti, insegnanti e della stessa cittadinanza. A causa dei danni l’Istituto è stato persino costretto a chiudere qualche giorno per ripristinare lo stato di sicurezza dei luoghi. Dalla minuziosa ricostruzione delle vicende condotta dai carabinieri, è emerso i quattro giovani, in due distinte occasioni a distanza ravvicinata, avrebbero allagato i locali didattici occludendo gli scarichi ed aprendo tutti i rubinetti dei bagni, nonché sfondato un divisorio che separava due classi e scardinato una porta antipanico presente all’interno del plesso scolastico; avrebbero agito per futili motivi in orario notturno;
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il 18 marzo 2024, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Livorno hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un extra-comunitario gravemente indiziato di essere l’autore dell’omicidio preterintenzionale di Denny Magina. Si tratta della nota triste vicenda che vide il giovane livornese precipitare e morire cadendo dalla finestra di un’abitazione in via Giordano Bruno nella notte del 22 agosto 2022.
Da quella data i carabinieri, avviate serrate indagini, hanno ricostruito tutta la vicenda nei minimi dettagli potendo così appurare che il ragazzo, all’epoca presente in quell’appartamento forse per acquistare stupefacenti, in piena notte intorno alle 2, in seguito ad una lite intercorsa con il suo carnefice, culminata con un pugno sferrato al volto, avrebbe perso i sensi cadendo dalla finestra. È deceduto poco tempo più tardi presso l’ospedale di Livorno. Gli elementi di reità a carico dello straniero presunto autore dell’omicidio preterintenzionale, decisivi per l’incriminazione, sono il frutto dell’attività capillare eseguita dagli investigatori che avrebbe consentito anche di disvelare una sorta di pactum sceleris proprio fra l’autore e altri due soggetti presenti la sera dell’omicidio, artatamente studiato per sviare le indagini fornendo una falsa versione dei fatti;
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il 23 marzo 2024, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Livorno hanno arrestato un corriere della droga intento ad introdurre nel mercato labronico un ingente quantitativo di
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hashish formato da 31 involucri contenenti ciascuno 10 panetti per un totale di 31 chili di stupefacente. Si tratta di un’operazione avviata lungo l’arteria autostradale dell’A12, il sospettato, un 67enne di Livorno gravato da molti pregiudizi specifici, è stato agganciato dagl’investigatori mentre procedeva a forte velocità e con repentini cambi di andatura, a bordo del proprio veicolo, oltretutto particolarmente potente. Cercando di evitare criticità al traffico ma soprattutto rischi per la sicurezza degli utenti della strada, mentre costui eseguiva manovre azzardate e pericolose, al termine di un estenuante pedinamento gli uomini del Nucleo Investigativo lo hanno bloccato e controllato presso l’uscita del casello di Rosignano Marittimo. Dall’immediata attività di ispezione sul veicolo è emersa l’esistenza di un doppio fondo in prossimità della bauliera posteriore, da cui in corso di perquisizione eseguita di iniziativa sono poi emersi oltre 30 chili di stupefacente. La droga sequestrata avrebbe potuto rendere alle organizzazioni criminali, ai livelli di smercio più bassi, al dettaglio, oltre 100.000 euro;
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il 29 aprile 2024, nell’ambito dell’operazione denominata “PIEDI SCALZI”, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile di Piombino con il supporto di quelli del Nucleo Ispettorato del Lavoro, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Livorno, nei confronti di 10 persone di nazionalità pakistana gravemente indiziate a vario titolo in concorso tra loro, del reato di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”. Si tratta di un’operazione che ha ricostruito e messo alla luce l’esistenza di un illecito sistema cronicizzato di impiego di manodopera nel settore agricolo toscano. Gli indagati, sei di loro titolari di ditte individuali, reclutavano e trasportavano quotidianamente, approfittando del loro stato di bisogno,
cittadini di nazionalità pakistana e bengalese, temporaneamente ospiti del Centro di Accoglienza Straordinaria – CAS “Le Caravelle” di Piombino (LI), che poi venivano fatti lavorare in condizioni disumane nella raccolta di ortaggi e olive nonché nella pulizia di vigneti in diversi terreni delle province di Livorno e Grosseto. Le 67 vittime di questo “racket del mercato del lavoro” erano prive di ogni minima garanzia di legge in tema di: contratto, orari di lavoro (picchi di 10 ore giornaliere senza pause) e trattamento economico (in un caso addirittura pari a euro 0,97 all’ora). Accertata anche la sistematica violazione delle norme in materia di sicurezza e igiene. I carabinieri hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di € 45.000 corrispondenti al profitto accertato dall’INPS dal mancato versamento dei contributi per i lavoratori illecitamente impiegati;
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il 28 maggio 2024, i Carabinieri della Compagnia di Piombino hanno eseguito il Fermo di Indiziato di Delitto emesso dal Pubblico Ministero della Procura di Livorno a carico di un uomo di 24 anni di origini campane gravemente indiziato del tentato omicidio risalente la serata del precedente 22 maggio, in cui un uomo di quasi 50 anni era stato trovato agonizzante in zona boschiva “Orti di Ghiaccioni” nel piombinese. La vittima, quando è stata soccorsa, presentava fratture multiple e ferite profonde sia sulla testa che sul dorso e secondo i medici se non fosse stato travato e soccorso da persone che passeggiavano casualmente nel bosco, trascorsi pochi minuti ancora e sarebbe deceduto. Grazie alle immediate indagini, avviate anche con il supporto del Nucleo Investigativo, i carabinieri di Piombino hanno identificato raggiunto ed assicurato alla giustizia il principale autore del grave fatto di sangue, un giovane napoletano 24enne con cui, per cause ancora al vaglio degli investigatori, sarebbero scaturiti forti contrasti con la vittima.
Particolare impegno è stato profuso nell’azione di contrasto ai reati contro il patrimonio: 59 le persone arrestate e 593 quelle denunciate per furto con un significativo aumento rispetto ai 34 arrestati e 334 denunciati dell’anno precedente.
L’Arma ha inoltre proceduto su 77 rapine commesse in provincia, per cui sono stati denunciati 38 autori di cui 17 arrestati.
Consistente e in decisivo aumento è stata l’attività di contrasto sviluppata nella lotta al traffico di droga. 83 le persone arrestate; 4 esecuzioni di ordinanze dell’A.G. di cui 4 nei confronti di stranieri; 104 le persone denunciate a piede libero. 253 le persone segnalate all’autorità amministrativa quali assuntori di sostanze stupefacenti.
I sequestri eseguiti hanno riguardato quantitativi significativi per un totale di poco superiore a 100 kg delle varie sostanze: cocaina, hashish, eroina, cannabis e anche droghe sintetiche quali MDMA (Metilenediossimetamfetamina, detta comunemente ecstasy) e ketamina.
È in questo delicato ambito in cui la costante azione di contrasto svolta dal Comando Provinale dell’Arma di Livorno ha cercato di abbracciare tutti gli aspetti ed i relativi livelli della filiera criminale che si arricchisce con il traffico di stupefacenti. Il Nucleo Investigativo con le operazioni strutturate tese ad intercettare quantitativi importanti immessi in provincia, ma non da meno le recenti operazioni condotte con successo dai Nuclei Operativi delle quattro Compagnie e soprattutto dalle Stazioni Carabinieri che hanno portato allo scoperto l’esistenza disseminata su tutti i territori della Provincia di vere e proprie centrali di spaccio “domestiche”. Dette operazioni sono la conferma dell’importanza rivestita dalla presenza di presidi dell’Arma anche nei centri minori del territorio, dotati di una profonda conoscenza della popolazione e dell’ambiente in cui operano; il riferimento alle operazioni svolte negli ultimi mesi, in particolare: lo scorso 16 maggio i Carabinieri di Venturina Terme hanno scoperto una centrale dello spaccio allestita nella camera di un giovane 27enne a Campiglia Marittima quasi un chilo fra le varie sostanze sequestrate ed oltre 3500 euro di proventi in contante. A Livorno, solo due giorni dopo, il 18 maggio, i Carabinieri hanno scoperto nella casa di un ragazzo appena 24enne circa un chilo di droga: cocaina e hashish, la cucina e la camera apparecchiate di dosi e vari strumenti per confezionare e pesare e soldi in contanti provento di spaccio, oltre 600 euro. A Vada pochi giorni dopo, il 28 maggio, i Carabinieri della Stazione di Rosignano Marittimo hanno scoperto una casalinga dell’Est che aveva apparecchiato la cucina di dosi pronte per la vendita al dettaglio, ci sono arrivati grazie alla conoscenza del territorio insospettiti dal via vai sospetto sotto casa. Più di 50 dosi e poco meno di due etti di cocaina e alcune centinaia di euro in contanti.
In stretta connessione con il contrasto al traffico degli stupefacenti ed in considerazione delle potenziali drammatiche conseguenze che tali condotte possono generare, è stata avviata su scala provinciale una intensa azione orientata al contrasto della guida sotto l’effetto di sostanze alcoliche e stupefacenti. Talché, nel corso degli ultimi 12 mesi, 153 automobilisti sottoposti a controllo stradale con test etilometrico sono risultati positivi e denunciati a piede libero per guida in stato di ebbrezza mentre 25 positivi all’assunzione di stupefacenti denunciati per guida sotto l’effetto di droghe.
Il fenomeno delle truffe, per quanto insidioso e presente in provincia, ha visto crescere il numero delle persone denunciate, grazie alla sempre maggiore attività di sensibilizzazione promossa dall’Arma dei Carabinieri a livello nazionale e locale, e alla conseguente maggiore consapevolezza del rischio di raggiro da parte della popolazione. 380 i presunti autori individuati e denunciati alla Procura della Repubblica a fronte dei 235 del precedente periodo di riferimento a fronte delle oltre 1600 denunce presentate ai Carabinieri per questo tipo di reato.
Al successo operativo in questo ambito ha certamente contribuito l’attività di sensibilizzazione dell’Arma a favore delle principali vittime di questo reato, individuabili tra le persone anziane. Quest’ultime, infatti, sono risultate spesso vittime di truffe da parte di soggetti che carpiscono la loro fiducia spacciandosi per appartenenti ad enti o società di pubblico servizio, se non anche alle stesse forze dell’ordine, o vantando la conoscenza diretta di parenti o conoscenti dei soggetti raggirati.
Ampia è stata l’opera di informazione dell’Arma, soprattutto mediante i Comandanti di Compagnia e di Stazione che presso i luoghi di aggregazione di persone anziane (come ad esempio circoli per anziani e parrocchie) hanno incontrato la cittadinanza fornendo utili informazioni e consigli nonché diffuso un pratico vademecum divulgativo, realizzato dal Comando Provinciale.
Più di 50 gli incontri finora tenuti ognuno dei quali ha visto una grande ed interessata partecipazione, oltre 1.400 le persone coinvolte grazie alla collaborazione di diocesi e parrocchie, amministrazioni comunali ed associazionismo, nonché categorie di settore e comunità ebraica.
In tema di vicinanza alla popolazione, e in particolare alle giovani generazioni, grazie alla fattiva collaborazione dell’Ufficio Scolastico Provinciale e dei dirigenti degli istituti scolastici, oltre 60 gli incontri tenuti presso le scuole della provincia con più di 100 classi coinvolte e 3.000 studenti; ma anche le porte delle caserme si sono aperte per accogliere giovani studenti in visita ai Comandi del territorio labronico. I temi trattati sono stati la cultura della legalità, il contrasto al bullismo ed al cyberbullismo, le insidie che celano dietro il web con cenni al fare un uso intelligente della tecnologia e i rischi di pubblicare in modo sconsiderato proprie effigi che difficilmente potranno poi essere eliminate. Infine sono stati trattati in profondità, soprattutto in ottica di prevenzione, specialmente con gli studenti più grandi delle scuole superiori, tematiche in materia di conseguenze dall’assunzione di sostanze stupefacenti ed alcoliche soffermandosi e facendo riflettere gli studenti sui danni irreparabili che le nuove droghe sintetiche, ancora fortunatamente poco diffuse nel territorio labronico, provocano al sistema nervoso e cerebrale dell’organismo.
Nell’ambito delle attività condotte sul territorio della provincia nell’ultimo anno, il Comando Provinciale dei Carabinieri di Livorno ha continuato ad avvalersi della sinergica e fattiva collaborazione dei comparti di specialità dell’Arma, detentori delle expertise necessarie a condurre adeguata azione di contrasto agli illeciti penali ormai disciplinati da norme speciali cd. di settore.
È in detto contesto che, nel contrasto ai fenomeni illegali connessi con la normativa sul lavoro, le scrupolose e costanti verifiche svolte dall’Arma di Livorno con il locale Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro, hanno contribuito ad arginare le odiose forme di sfruttamento del lavoro: dal favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per il collocamento illecito di manodopera, alla cd. gig economy nelle cui dinamiche si insinuano i rischi di una insana precarietà; talché sono state sottoposte a controllo 119 aziende e 287 lavoratori. Di questi, 35 sono risultati irregolari (28 in nero e 7 clandestini). I controlli hanno portato alla sospensione dell’attività di 31 imprese, alla contestazione di sanzioni per oltre 345.000 euro e al deferimento a piede libero di 11 titolari di ditta.
Nel solco della tutela e salvaguardia della salute si è sviluppata l’attività tecnica del N.A.S. Nucleo Antisofisticazioni e Sanità di Livorno, inquadrato all’interno del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute che, per sua stessa vocazione, assicura le attività di controllo e investigative a salvaguardia della qualità dei servizi nella sanità pubblica e privata e nel contrasto delle contraffazioni farmaceutiche ed alimentari, altamente dannose per la salute.
Sia a Livorno che in provincia l’azione di tutela della salute è stata orientata in via prioritaria a tutela delle fasce più vulnerabili della popolazione e dei giovani studenti, con verifiche eseguite presso i servizi mensa e le relative imprese di catering operanti presso strutture ospedaliere e sanitarie, pubbliche e private, nonché presso gli istituti scolastici di ogni ordine e grado. Ad essa si è affiancata la consueta attività di controllo rivolta al settore della somministrazione di alimenti e bevande (ristorazione al dettaglio e grande distribuzione) soprattutto nelle aree interessate dai fenomeni della cd. movida. Dai risultati complessivi nei settori della specialità, sono eseguiti 559 controlli, 115 dei quali risultati non conformi; 105 persone segnalate all’Autorità Amministrativa, 12 deferiti all’A.G. e 164 sanzioni amministrative elevate per un importo ammontante a circa euro 90.000, oltre a 26 penali. Gli alimenti non conformi sequestrati sono stati ben 190 chilogrammi. A seguito di 116 i controlli nel settore della ristorazione, 13 attività di somministrazione di alimenti e bevande sono state sottoposte a chiusura e/o sospensione.
Sul delicato ed attuale fronte della tutela dell’ambiente, i Carabinieri del Gruppo Forestale hanno concentrato i propri sforzi nelle attività di indagine più articolate e complesse, con oltre 2400 controlli su flora, fauna e territorio in generale su tutta l’area di competenza. Particolare attenzione è stata riservata al traffico illecito di rifiuti speciali, alle attività di greenwashing da parte delle aziende, alle aree protette, all’inquinamento e agli incendi, consentendo di rilevare 206 illeciti, denunciare penalmente 48 persone ed elevando conseguenti sanzioni ammontanti ad euro 134.000.
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