7 tonnellate di sigarette di contrabbando e contraffatte. Rischi per la salute
LA GUARDIA DI FINANZA E L’AGENZIA DELLE DOGANE SEQUESTRANO OLTRE SETTE TONNELLATE DI TABACCHI LAVORATI ESTERI. CINQUE SOGGETTI INDGATI.ESEGUITE 3 ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE
CONTRABBANDO E CONTRAFFAZIONE:
LA GUARDIA DI FINANZA E L’AGENZIA DELLE DOGANE SEQUESTRANO OLTRE SETTE TONNELLATE DI TABACCHI LAVORATI ESTERI
CINQUE SOGGETTI INDGATI
ESEGUITE 3 ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE
Dalle prime ore del mattino, è in corso di esecuzione un’ordinanza – emessa dal G.I.P. del locale Tribunale, Dott. Antonio Del Forno – di applicazione della misura cautelare personale nei confronti di tre persone fisiche.
Contestualmente, nei confronti di ulteriori due indagati, sono in fase di svolgimento perquisizioni domiciliari nelle province di Napoli, Alessandria e Biella.
Cinque i soggetti indagati, quattro italiani ed un tunisino, coinvolti nelle fattispecie di contrabbando aggravato di oltre 7 tonnellate di tabacchi lavorati esteri (merce sottoposta a sequestro), falsità ideologica e introduzione nello Stato di prodotti contraffatti.
Nell’ambito dell’operazione denominata “Doge vesuviano”, condotta da militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Livorno e da funzionari dell’Agenzia delle Dogane labronica, è in corso di esecuzione, dalle prime ore di oggi, su ordine della Procura della Repubblica di Livorno, un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale labronico, Dott. Antonio Del Forno, di applicazione degli arresti domiciliari nei confronti di tre soggetti, due dei quali di origine campana ed uno livornese, per contrabbando aggravato di tabacchi lavorati esteri.
L’Autorità Giudiziaria ha, inoltre, delegato perquisizioni locali nei confronti di ulteriori due indagati, uno di origine campana mentre l’altro di nazionalità tunisina (domiciliato, quest’ultimo, nella provincia di Alessandria), nelle province di Napoli, Alessandria e Biella.
Gli illeciti ipotizzati a carico delle 5 persone denunciate – tra cui M.B., gestore di fatto di una società di spedizioni livornese, raggiunto da provvedimento cautelare – vanno dal contrabbando aggravato di tabacchi lavorati esteri e falsità ideologica, alla contraffazione.
Le indagini, in particolare, hanno preso avvio da un controllo effettuato all’interno di un deposito doganale di merce allo stato estero proveniente dalla Tunisia, nel corso del quale i funzionari dell’Ufficio Antifrode della Dogana di Livorno ed i militari del Gruppo della Guardia di Finanza riscontravano, in un trailer apparentemente contenente “lana di vetro”, un carico di 7.322,400 Kg. convenzionali di T.L.E. di molteplici marchi (“Futura Blu”, “Futura Red”, “500”, “American Legend” e “Roma”), abilmente occultati dietro alcune balle di lana di vetro ed aventi un controvalore pari a circa 1,5 milioni di euro.
A seguito del predetto rinvenimento, prendevano avvio le indagini dirette dal Pubblico Ministero Dott. Massimo Mannucci. Le investigazioni, iniziate nel luglio 2016 e svolte, dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Dogane nel rispetto delle reciproche attribuzioni e competenze, attraverso attività di osservazione e pedinamenti, con l’ausilio di mezzi tecnici, indagini finanziarie, controlli documentali e perquisizioni presso molteplici obiettivi dislocati in Toscana, Lazio e Campania nel mese di ottobre dello scorso anno, hanno consentito, allo stato, di individuare nei tre soggetti destinatari di misura cautelare i materiali organizzatori ed esecutori dell’illecita importazione dalla Tunisia dei tabacchi lavorati esteri di contrabbando.
In dettaglio, il modus operandi utilizzato dai campani M.P. e F.L., raggiunti da misura cautelare, era quello di avvalersi di documenti formalmente intestati ad una società, avente sede in Veneto ma del tutto ignara del “furto d’identità” subito, per effettuare l’illecita importazione; per il disbrigo delle “pratiche doganali” che venivano ad hoc create per aggirare i controlli da parte degli Organi preposti alla vigilanza, i due soggetti si avvalevano della piena e consapevole collaborazione di uno spedizioniere livornese, M.B., già noto agli inquirenti per essere stato, nel 2014, condannato, in Appello, per contrabbando. Una volta garantita l’uscita dal Porto di Livorno, il T.L.E. sarebbe stato destinato a rifornire la piazza campana.
Da ulteriori accertamenti eseguiti nel corso delle indagini è stato possibile appurare che parte del carico di T.L.E. sottoposto a sequestro non solo era di contrabbando ma anche, in parte, prodotto in contraffazione: conseguentemente, agli indagati è stato contestato anche il reato di introduzione nel territorio dello Stato di prodotti con segni falsi.
Contestualmente alle tre citate misure cautelari, il Pubblico Ministero titolare delle indagini ha, altresì, disposto, come accennato, perquisizioni locali e domiciliari nei confronti di due ulteriori soggetti indagati in seno al medesimo contesto investigativo.
Tali operazioni di p.g., curate anche con il supporto di militari dei Reparti del Corpo territorialmente competenti, sono finalizzate all’acquisizione di ulteriori fonti di prova proprio a carico dei destinatari dei provvedimenti, al fine di valutare l’effettivo ruolo assunto dagli stessi.
L’attività descritta si inserisce nel contesto delle investigazioni volte all’individuazione e repressione dei traffici illeciti in ambito portuale, a tutela dell’Erario, dell’imprenditoria onesta e dei consumatori, in piena sinergia con la Procura della Repubblica di Livorno.
Livorno, 31.5.2017