“70 euro in più rispetto alla media per smaltire i rifiuti dell’inceneritore. Conti da brividi, se ne occupi la Finanza”
L'intervento del Coordinamento provinciale Rifiuti-Zero Livorno
Inceneritore e conti Aamps, il duro intervento del Coordinamento provinciale Rifiuti-Zero Livorno:
“I CONTI AAMPS SULL’INCENERITORE SONO DA BRIVIDI, SE NE OCCUPI LA GUARDIA DI FINANZA”
“Vogliamo ringraziare l’amministrazione comunale di Livorno e gli attuali vertici aziendali di Aamps, per aver reso noti, alle forze politiche e sindacali che li avevano chiesti, i veri dati economici sull’inceneritore di Livorno.
Sono dati che a noi non dicono niente di nuovo, visto che per anni abbiamo denunciato pubblicamente le enormi perdite causate dall’impianto (bastava leggere i bilanci regolarmente pubblicati dall’azienda), che non ha mai creato utili per l’azienda ma solo corposi ripiani tariffari, per scaricare sulle famiglie e le imprese livornesi un “business” che ha arricchito solo banche e fornitori esterni di Aamps, riducendo l’azienda sull’orlo del fallimento più di una volta.
Fanno comunque impressione i conti presentati da Aamps per sostenere il progetto di chiusura dell’inceneritore, approvato dai cittadini nel programma elettorale del sindaco Salvetti, che adesso qualcuno vorrebbe rimettere in discussione per motivi che a nostro avviso non hanno niente a che fare con l’interesse della città.
Per esempio, è messo nero su bianco che solo negli ultimi 6 anni i livornesi hanno ripianato con la TARI una perdita di oltre 17 milioni di euro creata dall’inceneritore, visto che per far fronte all’ennesima voragine finanziaria la città di Livorno ha pagato circa 170 euro a tonnellata per smaltire i rifiuti nel “suo” inceneritore, mentre le altre città hanno ottenuto tariffe in linea col mercato, pari a circa 100 euro a tonnellata.
Sono cifre esorbitanti, che denunciano una situazione gravissima protrattasi per anni, portata finalmente alla luce dall’attuale amministrazione, che ha spazzato via anni di bugie e falsità e si è impegnata da subito per la chiusura dell’impianto.
Cifre che spiegano anche il motivo per cui tutte le altre città della costa toscana hanno già chiuso da anni i loro inceneritori, sia per motivi ambientali e di salute pubblica, sia per evitare la disastrosa situazione in cui è stata trascinata Aamps (con le altissime tariffe che hanno dovuto sopportare i livornesi).
Province come Pisa, Lucca, Grosseto, si sono liberate dei costosissimi inceneritori e smaltiscono il residuo indifferenziato sul mercato, alle migliori tariffe.
Noi livornesi abbiamo invece continuato per anni a spendere milioni per incenerire, smaltendo poi le ceneri e le scorie dell’impianto in discariche lontanissime fuori regione (altro che inceneritore “alternativo” alle discariche!), con ulteriori costi milionari.
Non sarà certo la contingenza della crisi energetica a poter cambiare questa situazione, che si aggraverà ulteriormente con la “sanzione” di circa 5 milioni all’anno che l’Unione Europea addebiterà all’Aamps, se nel 2026 avrà ancora in funzione un inceneritore di rifiuti (sistema ETS per l’abbattimento delle fonti di emissione di gas climalteranti).
Per quanto ci riguarda, ribadiamo che questo bagno di sangue finanziario e ambientale deve finire entro un anno, come votato dai cittadini e deciso ufficialmente dal Comune, in ogni caso interesseremo la Corte dei Conti e la Guardia di Finanza a proposito dei numeri ufficiali presentati da Aamps, così chi ha detto per anni e continua a dire che l’inceneritore è “fonte di guadagno” o altre stupidaggini dovrà prendersene tutte le responsabilità”.