81 docenti del Vespucci Colombo: si levi una voce chiara per fermare gli orrori in corso a Gaza
Livorno 22 settembre 2025 da 81 docenti del Vespucci Colombo: si levi una voce chiara per fermare gli orrori in corso a Gaza
Un documento sottoscritto da 81 docenti dell’Istituto Vespucci-Colombo rilancia l’appello già promosso dai colleghi del Liceo Enriques, prendendo posizione contro il riarmo, l’economia di guerra e l’escalation di violenza e terrore.
“Con l’inizio del nuovo anno scolastico, i docenti intendono richiamare l’attenzione su quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza, perché anche da Livorno si levi una voce chiara e determinata che chieda all’Italia di adoperarsi per fermare gli orrori in corso.
“A tutto ciò si sfugge solo attraverso un’esercitazione puntigliosa e implacabile dell’intelligenza, dello spirito critico. Altro non saprei consigliare ai giovani”.
Con queste parole il poeta e scrittore P.P. Pasolini apre alla gioventù e alla sua forza, con l’augurio più prezioso, nella speranza che questa, animata da sincere intenzioni, sia sempre un faro nelle burrasche di un mondo nuovo.
Ma oggi, sembra rivolgersi a noi tutti, affinché facciamo suonare quello strumento; chiamandoci a riflettere insieme criticamente, nella speranza che ci impegniamo ad osservare la nostra natura umana, quelle radici intrecciate da cui noi tutti siamo nati, pronte a fiorire, se districate, se accompagnate, a distinguere il bene dal male.
Ma se questi (s)tralci di vite, vengono spezzati, sul nascere, nel loro fiorire, che cosa ne resta di noi? A che cosa può servire la scuola? Dove avrà rifugio lo spirito critico, se la sua dimora è andata distrutta?
Con genuina buona volontà il 15 settembre centinaia di docenti e studenti hanno attraversato le porte della nostra scuola ma oggi, un così pur sempre pieno inizio, ha un sapore amaro ed è carico di dubbi e domande.
Ci riferiamo al nostro presente, senza giudizio, che ci chiama ad una riflessione e a prendere una posizione. Ci riferiamo a quello che sappiamo sull’orrore/genocidio che si sta consumando a Gaza, ma anche; alle tragedie dei migranti, del popolo ucraino, di tutti gli innocenti e indifesi, di fronte a un mondo che sembra far sovrana la legge della forza, ignorando il valore della parola, della ragione, del futuro.
A cosa serve la scuola, dunque? Chi siamo noi, oggi?
Vorremmo provare a proteggerci, così, esercitandoci a scrivere, parlare, riflettere. Sappiamo che nonostante le ripetute condanne da parte della comunità internazionale, il governo israeliano ha annunciato l’annessione unilaterale della Cisgiordania e l’occupazione integrale della Striscia di Gaza.
In questi mesi abbiamo visto molte immagini di distruzione: case, dimore, scuole, università, ospedali, in macerie; azioni che minano al cuore dell’umanità e sembrano cancellare una qualsiasi memoria possibile, e con questa, l’idea di un qualsiasi futuro.
Nonostante tutto, abbiamo visto popoli e persone resistere, giovani che a Gaza, seppur ridotti in condizioni estreme, privati dei più basilari diritti umani, hanno continuato a sentirsi “studenti”, affrontando insieme l’esame di maturità.
Desideriamo dunque essere testimoni di questa forza, esercitare la memoria, offrire il nostro supporto e sostegno, collaborare con i nostri colleghi.
Come scuola, ogni giorno ci confrontiamo con l’educazione alla pace, all’amore, ai principi costituzionali e crediamo nel valore della libertà, della parola e della consapevolezza.
Come docenti desideriamo pertanto unirci alle voci dei nostri colleghi, alle associazioni e alle comunità che invocano un intervento deciso dello Stato italiano. In nome dei valori fondanti della nostra Costituzione, chiediamo che siano intraprese tutte le azioni necessarie per contribuire a porre fine agli orrori in corso.
Come docenti, esprimiamo solidarietà al popolo palestinese; alle vittime delle discriminazioni e delle sopraffazioni, e faremo il possibile per continuare a promuovere il dialogo, la solidarietà e l’accoglienza”.