1 Maggio 2017: la rabbia supera di gran lunga la voglia di festeggiare.
L’unico numero implacabile che va ricordato è 33.017 e corrisponde al numero di disoccupati nell’area di Livorno.
1 MAGGIO 2017
Si può riaffermare un principio, ma la rabbia supera di gran lunga la voglia di festeggiare.
Il corpo dei lavoratori è violentemente sotto attacco.
L’unico numero implacabile che va ricordato è 33.017 e corrisponde al numero di disoccupati nell’area di Livorno. Il triste primato si è aggiornato ieri con l’ennesimo licenziamento: la crisi aziendale della Grandi Molini Italiani ha lasciato sul tappeto dopo una estenuante trattativa 17 lavoratori.
17 lavoratori significano 17 famiglie.
Nessun ottimismo su un futuro che appare nero e in caduta libera.
Il neoliberismo gioca la sua partita quotidiana dando fondo alle sue implacabili regole.
E se parliamo di regole, non possiamo dimenticare l’asservimento della politica dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni nei confronti di chi detiene il potere e detta l’agenda stringendo sempre di più il cappio al collo del mondo del lavoro.
Produrre di più e pagare meno. Questa è l’unica regola.
I diritti dei lavoratori diventano carta straccia, orpello rinunciabile in nome del vertiginoso mondo della legge di mercato che non perdona nessuna debolezza e schiaccia col suo pugno chi non regge il passo al mito del profitto.
Se l’economia mondiale poggia sull’immaterialità della finanza, non significa che dietro quelle cifre, non ci siano uomini in carne e ossa. Prima lo capiremo e meglio sarà. I grandi capitali finanziari da dove derivano? Qual è il punto di partenza? Se basta un click per spostare denaro da una parte all’altra del pianeta, a questa velocità corrisponde la facoltà di decidere chi, quando e perché deve essere piegato e sacrificato in nome della produzione di ricchezza.
Un tempo la frase Terzo Mondo, indicava un continente di povertà lontano dall’Occidente. Oggi il Terzo Mondo investe il mondo nella sua globalità, proprio perché la povertà è essa stessa diventata fenomeno legato alla globalizzazione che converte al suo interno un vocabolario che non fa sconti dal quale sono state cancellate le parole diritti, uguaglianza, sicurezza, salute.
L’atteggiamento complice della politica, grava sul mondo, con enormi responsabilità soprattutto in virtù del fatto che sono le istituzioni a rinunciare alla loro sovranità e a inginocchiarsi di fronte alle leggi di un potere sempre più circoscritto fra le mani di pochi, mostrando non i denti in difesa dei cittadini che rappresentano, ma accondiscendenza e servilismo in cambio di un posto da lacchè nell’olimpo del potere.
Il nostro Paese è lo specchio evidente di questa deriva. Le scelte calate come una mannaia su cittadini e lavoratori, portano il nome di Jobs act, Fiscal Compact, TTIP, e molto altro. Per la maggior dobbiamo riferirci a ‘creazioni autoctone’ delle quali non possiamo altro che ringraziare il PD e chi lo rappresenta, d’altra parte hanno dimostrato di essere perfetti traduttori del neoliberismo convertito in salsa italiana.
Sigle, inglesismi, acronimi, incomprensibili nei contenuti ai semplici che continuano a non accorgersi che questa deriva non è colpa di un destino ineluttabile, cinico e baro, ma ha responsabili che hanno nomi e cognomi.
Solo la partecipazione alla lotta civile e democratica può cercare di scalfire questo stato di cose e una politica di Sinistra può agire come guida e dare contenuti ad una battaglia che dovremo vincere non solo per noi, ma per garantire un futuro alle generazioni che verranno.
Sinistra Italiana è una parte della Sinistra in questo Paese e si muoverà nel solco della difesa dei diritti dei cittadini e dei lavoratori. Senza abbassare la guardia, senza risparmiare attacchi e critiche feroci, produrrà proposte e azioni reali, legate a bisogni reali.
Il nostro primo maggio sarà un giorno di lotta, esattamente come gli altri 364 giorni.
Fino a quando ci sarà un solo lavoratore in difficoltà, noi saremo al suo fianco.
Simona Ghinassi
Coordinatrice Sinistra Italiana – Federazione di Livorno