1 Maggio: Rifondazione, parola d’ordine riequilibrare.
Ogni primo maggio siamo condannati a ripetere che la situazione è peggiore dell’anno precedente.
Sembra impossibile credere che la crisi della città e della provincia di Livorno non trovi un fondo.
Ad ogni primo maggio siamo condannati a ripetere che la situazione è peggiore dell’anno precedente.
Lo sprezzante atteggiamento padronale ottocentesco della vertenza Grandi Molini Italiani è l’ennesima novità della quale non sentivamo assolutamente il bisogno.
Cosa dovremmo festeggiare questo primo maggio? La rilevanza costituzionale del lavoro sembra parola vuota, la dignità umana e sociale che dal lavoro deriva e che è riconosciuta dal primo articolo della nostra Costituzione, è ormai lettera morta di fronte alla realtà che le politiche del PD e delle altre destre hanno creato.
Questo primo maggio non dobbiamo interrogarci sul lavoro che non c’è, ma dobbiamo trovare il coraggio di ammettere che dalla nostra crisi economica, diventata crisi sociale, usciremo solo con politiche nuove e radicali.
Riequilibrando la disparità di reddito da lavoro e capitale, andando a prendere i soldi laddove si trovano, dal profitto, senza paura che questo possa scoraggiare gli imprenditori, una storiella che ha arricchito pochi e distrutto la vita di molti.
Riequilibrare il potere contrattuale dei lavoratori rispetto alla parte datoriale con un reddito universale, affinché il lavoro non diventi schiavitù. Infine, invertire la privatizzazione dei servizi pubblici.
Primo maggio significa che non ci sono privilegi, ma solo diritti non ancora riconosciuti. Buon primo maggio a tutti!
Francesco Renda
Segretario Federazione livornese Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea