Cronaca 8 Maggio 2017

Sequestrato patrimonio ad imprenditore labronico per Trust fittizio.

L’ammontare del sequestro è di 5,6 milioni di €, 84 immobili, denaro e quote societare

 

SEQUESTRATO IL PATRIMONIO DI UN IMPRENDITORE LABRONICO, DEL VALORE DI CIRCA 5,6 MILIONI DI EURO, FITTIZIAMENTE CONFERITO IN DUE TRUST PER SOTTRARSI ALLA PROCEDURA ESECUTIVA DEL FISCO

84 GLI IMMOBILI SOTTOPOSTI A VINCOLO

OLTRE A DENARO E QUOTE DI PARTECIPAZIONE IN TRE SOCIETA’

Nella giornata odierna i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Livorno stanno dando esecuzione, su ordine della Procura della Repubblica di Lucca, ad un decreto – emesso dal G.I.P. del Tribunale lucchese, Dott.ssa Antonia Aracri finalizzato al sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, quote societarie e di immobili conferiti fittiziamente da un imprenditore livornese in due trust formalmente costituiti a Lucca.

Il provvedimento scaturisce dalle indagini condotte dal Gruppo della Guardia di Finanza di Livorno, sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Lucca, nella persona del Sost. Proc. Dott. A. Ingangi, nei confronti di R.G., settantenne imprenditore livornese attivo nel settore delle compravendite e delle locazioni immobiliari, con circa 500.000 euro di debiti verso l’Erario per imposte relative ad affitti nel tempo incassati e mai pagate. Le investigazioni hanno, infatti, consentito di svelare come l’imprenditore, con lo scopo di rendere inefficace la procedura di riscossione coattiva da parte dell’Erario, si fosse spogliato, nel 2014, di tutti i beni mobili e immobili di proprietà (ben 84 immobili, anche di pregio, e quote sociali), conferendoli in due trust (fissandone formalmente la sede a Lucca).

Il trust è un istituto giuridico di matrice anglosassone, da lungo tempo recepito nell’ordinamento italiano, attraverso il quale un soggetto disponente (definito settlor), aliena beni o diritti di sua proprietà al trust, affidandoli alla gestione di un soggetto terzo, che viene definito trustee: in questo modo i creditori del settlor (compreso l’Erario) non possono soddisfarsi sui beni conferiti in trust perché essi sono nella disponibilità del trustee. Non di rado si assiste, tuttavia, ad utilizzi impropri di tale strumento giuridico che, essendo diretto alla creazione di un patrimonio autonomosegregato rispetto al disponente, può prestarsi, in chiave patologica, a possibili finalità fraudolente.

Il non genuino scopo dell’operazione immobiliare architettata da R.G. non è passata inosservata alle Fiamme Gialle livornesi: analizzando i contratti stipulati dall’imprenditore, è stata appurata la coincidenza, nella persona dell’indagato, della figura del settlor e del trustee: l’imprenditore aveva, in buona sostanza, ceduto solo formalmente i suoi beni ai due trust, ma continuava ad avere un potere di ampia gestione del patrimonio immobiliare, riscuotendo – tramite gli stessi trust – gli affitti per la locazione dei numerosi appartamenti, garage e locali commerciali e, addirittura, percependo un compenso per tale attività gestoria.

Inoltre, in relazione ai proventi così accumulati, i due trust (e, quindi, l’imprenditore ad essi retrostante) hanno sistematicamente omesso la presentazione delle dichiarazioni ai fini delle imposte sui redditi, occultando all’Erario gli ulteriori ricavi percepiti (in corso di quantificazione).

La creazione dei due trust è così risultata essere stata attuata al solo fine di sottrarre alla procedura di riscossione coattiva l’ingente patrimonio immobiliare, oltre che a sottrarre materia imponibile al Fisco.

L’imprenditore è stato, dunque, denunciato per il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte alla Procura della Repubblica di Lucca (competente in ragione del luogo di consumazione del reato, posto che la sottoscrizione dei contratti istituitivi dei due trust è avvenuta presso lo studio di un notaio lucchese).

In sede di esecuzione del provvedimento cautelare, in data odierna, i militari hanno provveduto a ricostruire – anche valorizzando il patrimonio informativo a disposizione attraverso le molteplici banche dati in uso al Corpo – il patrimonio oggetto di fittizia spoliazione, per un valore complessivo di circa 5,6 milioni di euro, sottoponendo a vincolo disponibilità finanziarie, quote sociali e tutti gli immobili sottratti all’esecuzione fiscale.

Le complesse attività d’indagine eseguite si collocano nel solco delle direttive impartite dal Comando Regionale Toscana della Guardia di Finanza, nell’ottica di individuare i contesti più strutturati di frode e aggredire i patrimoni accumulati illecitamente, a tutela dell’economia, dell’Erario e dei soggetti puntualmente ottemperanti agli obblighi fiscali, in un’ottica di stretta sinergia con l’Autorità Giudiziaria.

Livorno, 8 maggio 2017.