Eventi 10 Maggio 2017

Cecilia Laschi: come cambia il mondo della robotica

Dall’idea del robot nel cinema alla realtà odierna.

Soft Robotics nei laboratori allo Scoglio della Regina: le ricadute che migliorano la vita. Video

 

Cecilia Laschi  Soft Robotics

La conferenza della prof. Cecilia Laschi (Professore Ordinario di Bioingegneria Industriale all’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa) – su invito degli Amici del museo di storia del Mediterraneo e della Università della terza età – ci ha portato pian piano a modificare la nostra idea di ‘’robot’’ .

Dall’immagine del cinema di fantascienza  che lo ha presentato  con le sembianze di un uomo fatto di lamine in ferro e fili vari – e che così non è mai stato realizzato –  alle vere  forme  molto varie morbide e molto piccole.

I centri di ricerca di tutto il mondo, che oggi sono moltissimi, hanno sperimentato piccoli robot capaci di muoversi in acqua, nel nostro corpo, nei terreni pericolosi ed accidentati, di abbassarsi di fronte ad un ostacolo, di restringersi o allargarsi a secondo delle necessità.

Questi sono stati oggetto di una ‘gara’,  la Soft Robotics (vedi foto dell’edizione), che ha impegnato per una settimana nell’aprile 2016 ben 140 ricercatori, qui a Livorno. Un modo diverso di far conoscere la soft robotica.

Alla Scoglio della Regina ed a Pontedera sono ubicati i laboratori di soft robotica che sono all’avanguardia  nel mondo,  e che per i risultati conseguiti sono in felice competizione anche il centro della Harvard University.

Dopo l’ampia spiegazione delle fasi della ricerca partita dalla osservazione della natura di alcuni animali  e del nostro cervello,  Cecilia Laschi ci ha parlato dei riflessi nel mondo dell’industria.

In breve ha risposto alla domanda che molti hanno fatto da sempre: a che serve aver imitato la natura del polpo-octopus?

E’ servito a creare apparecchiature per migliorare la qualità della vita, gli interventi sanitari, limitare la fatica in operazioni di lavoro, migliorare la sicurezza negli ambienti industriali e nelle automobili che sono diventate una parte enorme nella vita quotidiana dei più.

Ha poi anche affrontato il tema delicato della eliminazione di posti di lavoro, la sostituzione dell’uomo con i robot ricordando che tutte le innovazioni hanno  causato una sostituzione degli uomini ma che sempre si sono trovate forme per nuove  professioni e lavori adeguati alla cura e guida dei robot stessi e delle loro implicazioni.

Due parole sono ricorse spesso durante la conferenza: sogno ed emozione.

Il sogno di riuscire a creare i nuovi robot con facoltà del tutto inimmaginabili e la emozione di  vederli realizzati. Ma anche di ricevere richieste da altri centri  e   da industrie, di conoscere  i risultati di quanto scoperto dal nostro centro di Livorno per usarle ed applicarle alle loro iniziative . Ha parlato  anche di parallele ricerche di un’altra scienziata livornese, Barbara Mazzolai , effettuate sulle radici delle piante all’istituto IIT di Genova, con risultati sorprendenti ed oggi accettati nei più importanti centri di ricerca sulla robotica.

Biografia:

Cecilia Laschi è Professore Ordinario di Bioingegneria Industriale all’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. E’ delegato del Rettore alla Ricerca. Si è laureata in Scienze dell’Informazione all’Università di Pisa nel 1993 ed ha ottenuto il Dottorato di Ricerca in Robotica dall’Università di Genova nel 1998. Dal luglio 2001 al giugno 2002 è stata visiting researcher allo Humanoid Robotics Institute della Waseda University di Tokyo, con una borsa di studio JSPS (Japan Society for the Promotion of Science).
I suoi interessi di ricerca riguardano la biorobotica e attualmente le sue ricerche riguardano la soft robotics, ovvero l’uso di materiali soft per costruire robot, settore che ha iniziato e contribuito a far sviluppare a livello internazionale. Ha svolto e svolge ricerche nell’ambito della robotica umanoide, in particolare con l’applicazione di modelli neuroscientifici su robot e una linea di ricerca attuale riguarda la bioingegneria del neurosviluppo, e cioè la progettazione e la realizzazione di dispositivi, tipicamente giocattoli, sensorizzati per il monitoraggio dello sviluppo neuro-motorio dei neonati.

Articolo di Ruggero Morelli