Cronaca 16 Maggio 2017

Dipendenti Mali degli spacci alla Folgore Livorno, “L’azienda si beffa di loro, li lascia ancora da mesi senza stipendio”. Uiltucs in Procura

Dipendenti Mali degli spacci alla Folgore Livorno, Uiltucs in Procura
“L’azienda si beffa di loro, li lascia ancora da mesi senza stipendio”

 Inascoltati i numerosi appelli. Ignorato intervento del Corpo militare
Bardi: “L’azienda di Lucca si vergogni. Non ci resta che denunciarli”

 

Livorno, 15 maggio 2017

L’azienda si beffa di tutti. Prima delle lavoratrici, che Mali sta lasciando senza stipendio da mesi, non riconoscendo il loro lavoro. Poi della Folgore di Livorno, realtà nei cui bar e spacci sono impiegate le persone che Mali ha lasciato senza stipendio da mesi, e che si è interessata alla situazione ma è stata del tutto ignorata.

E Mali si beffa della Direzione Territoriale del lavoro, che ha ricevuto le denunce e ispezionato l’azienda lucchese in arretrato delle 13 e 14 mensilità 2015-2016, di parte dello stipendio di marzo 2016, oltre a tutte le differenze retributive, nonché degli stipendi di febbraio, marzo e aprile 2017.

Ed è ignorato da Mali, infine, il fatto che abbia vinto una gara d’appalto per un servizio pubblico anche in altre parti della Toscana, dalle quali stanno arrivando le prime lamentele per situazioni che si preannunciano della stessa gravità.

E’ un atteggiamento “vergognoso e insostenibile”, quello che tiene Mali: un comportamento che crea disagi enormi e che “sembra si stia allargando a macchia d’olio in tutta la regione: un atteggiamento che ci costringe ad andare in Procura, a scegliere la peggiore strade.

Ma la denuncia purtroppo è l’unica rimasta. ”La dichiarazione di guerra arriva dalla responsabile della Uiltucs Toscana Costa, Sabina Bardi, che non esita a definire questa, una “presa di giro”, un problema al quale, spiega, “risponderemo, stavolta, con le maniere forti.

Non possiamo permettere che si protragga oltre l’agonia di dipendenti bravi, capaci e rispettosi del lavoro al punto da proseguire il loro impiego nonostante la paga mancante. Oggi, gli spacci – puntualizza ancora Bardi – restano aperti solo grazie a loro. Non certo grazie alla paga che non arriva”.

Si tratta, conclude Bardi, “di una prevaricazione verso le lavoratrici, alcune monoreddito, una perfino alla vigilia delle nozze, che deve trascorrere con un pensiero così pesante, senza stipendio da mesi!

Non staremo a guardare, non avremo toni gentili: stavolta hanno superato il limite e metteremo in campo ogni iniziativa di lotta che si renda necessaria. Interesserò anche il Comune di Livorno al quel chiederò di poter riferire su questa angosciosa situazione.

Spero che anche la politica dia un segnale”.