Porto 19 Luglio 2017

Piattaforma Europa, ecco il nuovo assetto

La Regione e l’Autorità di sistema hanno rimodulato il progetto anticipandone il completamento e riducendo i costi

Si sblocca il progetto per la nuova Darsena Europa di Livorno, con avvio dei lavori atteso entro il 2018 e conclusione nel 2022, quattro anni prima di quanto sarebbe stato con l’attuale progetto. “Abbiamo provato a rimettere in moto le cose ed oggi possiamo dire che è una giornata molto positiva per la città di Livorno e tutta la Toscana” sottolinea il presidente della giunta regionale, Enrico Rossi, nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato il presidente dell’Autorità di Sistema  Stefano Corsini e i rappresentanti delle Ferrovie.

La revisione del progetto della Darsena Europa, con un terminal container ruotato ma di identica superficie operativa, col risparmio di 200 milioni (da 667 a 467) che saranno reinvestiti in interventi sul porto e il territorio e il vantaggio ulteriore di svincolare la parte pubblica da quella privata – e tempi dunque più rapidi – è stato reso possibile grazie a nuove norme, approvate nella seconda parte del 2016, che consentono oggi di riutilizzare i sedimenti di escavo per la costruzione di nuove opere, il refluimento a mare o il ripascimento delle spiagge. Il che si traduce in minori spazi (e minori costi) necessari allo stoccaggio, oltre alla possibilità di utilizzare, senza alcun prolungamento, l’attuale linee ferroviaria elettrificata entrata in funzione nel 2016.

“Superato il problema del deposito dei sedimenti il nuovo progetto – annuncia Rossi – ci consentirà di scavare il canale fino alla profondità di venti metri, quattro in più rispetto ai sedici previsti”. Il vantaggio è evidente: essere attrezzati anche per navi dalla maggiore portata. “Nessuna dunque ‘darsenetta’ – replica a chi temeva un ridimensionamento del progetto – ma una struttura altrettanto ed anzi ancor più competitiva”.

Una parte dei fanghi degli scavi sarà utilizzata, come nel vecchio progetto, per comporre una banchina riservata al trasporto dei rotabili. Sarà utilizzabile già dal 2020, a disposizione di privati che vi vorranno investire. E l’importanza si intuisce facilmente dai numeri messi in fila dal presidente dell’autorità portuale Stefano Corsini. ” Oggi a Livorno – sottolinea – movimentiamo 900 mila container ogni dodici mesi, con un incremento del 3 per cento l’anno. Il traffico Ro-Ro cresce però del 28 per cento l’anno e il terminale delle autostrade del mare può diventare dunque un punto di forza”. E risparmiare tempo, come ripete più volte Rossi, “per essere pronti prima di altri e più competitivi di altri” diventa fondamentale.

Per questo alla revisione del progetto sulla Darsena Europa si accompagnano una serie di ulteriori interventi destinati a comporre un programma logistico più ampio. “Ferrovie dello Stato – dice Rossi – si impegna a dare avvio ai lavori per lo scavalco entro il 2018. Firmeremo un accordo ora a luglio. C’è anche l’impegno a verificare il prolungamento dei binari dell’interporto verso Collesalvetti e Vada, il che significa che il porto di Livorno potrebbe diventare l’infrastruttura piu attrezzata a portare le merci sulla linea ferroviaria nazionale”.
Ma ancora forse più importante è un ulteriore intervento. Da agosto 2018 in tre anni Ferrovie interverrà per allargare le gallerie della vecchia linea appenninica in modo che vi possano passare anche treni carichi di auto e container. Saranno spesi 700 milioni e in questo modo Livorno sarà ancora più competitivo, con accesso via ferro verso il nord-est e il nord Europa. Con l’Emilia Romagna è già stato firmato un accordo per un trasporto suppletivo su gomma nei tre anni di lavori.

La revisione progettuale, è convinto il presidente della Toscana, spianerà la strada agli investitori privati, che invece con l’attuale bando (e le incertezze legate soprattutto allo smaltimento dei sedimenti) avevano già chiesto per cinque volte l’allungame nto dei termini di scadenza per la presentazione dei progetti.

Una task force e un cronoprogramma. Con il nuovo progetto per la Darsena Europa di Livorno, presentato stamani nel corso di una conferenza stampa dal presidente della Toscana Enrico Rossi, arriva anche un nucleo operativo, una task force, con un profilo tecnico ma anche politico, che vigilerà sulla progettazione e realizzazione dell’infrastruttura. Era già prevista dall’accordo di programma firmato con il governo a maggio del 2015. E’ stato istituito nei giorni scorsi dalla giunta regionale. Lo presiederà il presidente Rossi o un assessore da lui delegato. Ne faranno parte l’Autorità portuale e Ferrovie. Saranno invitati permanenti il Ministero delle infrastrutture dei trasporti ed il Comune di Livorno, nonostante questo non fosse previsto dall’accordo di programma. Vi siederà anche un rappresentante della Commissione Costa del Consiglio regionale. Si riunirà una volta al mese o quando sarà necessario.

“Siamo l’unica Regione in Italia ad aver investito qualcosa come seicento milioni su due porti negli ultimi cinque anni: trecento a Piombino ed altri trecento a Livorno – sottolinea Rossi – Proprio per questo, visto che ci abbiamo messo i soldi, ne dobbiamo essere responsabili e controllare che il cronoprogramma si evolva secondo le previsioni”. L’obiettivo è appunto partire con i lavori entro il 2018 – otto mesi per la progettazione affidata all’Autorità portuale, altri otto per le autorizzazioni – e concluderli in tre anni e mezzo dall’apertura del cantiere, nel 2022.

Alcuni numeri. 467 milioni anziché 667 della precedente ipotesi (ovvero 200 milioni in meno) che con i 195 milioni per l’allestimento del terminal diventano 662 contro gli 862 milioni di euro iniziali.

In particolare 90 milioni saranno necessari per i dragaggi, 94 per le dighe, 77 per le banchine 23 per gli impianti e 183 per i piazzali.

La banchina della Darsena Europa, seconda la nuova revisione, avrà una lunghezza di 1200 metri contro i 900 dell’attuale progetto e una profondità che da 16 metri potrà spingersi fino a venti. Il terminal si estenderà su una superficie di 62 ettari, che senza più la necessità di lasciarne una parte libera, non pavimentata, per il deposito dei fanghi, di fatto si tradurrà in spazi ancora maggiori del precedente progetto. La capacità sarà di 1,6 Mteu.

I treni arriveranno sino a 750 metri, direttamente sulla tirrenica. Le opere a difesa prevedono un nuovo tracciato della diga nord fino al limite del bacino del terminale delle autostrade del mare, dighe provvisorie tra la nord e lo sporgente petroli e nuove dighe esterne. Tutte rispettano geometria e funzioni del piano regolatore del porto vigente.

L’orientamento modificato della Darsena Europea, rispetto al precedente progetto, permetterà una più favorevole movimentazione dei cointainer. Inoltre, visto che i privati potranno iniziare a lavorare da subito sulla colmata esistente, ne aumenterà anche l’attrattività.