“Non si può spengere il termovalorizzatore senza chiarezza sul dopo. Intanto procedere con la proroga autorizzativa”
“Non si può spengere il termovalorizzatore senza chiarezza sul dopo. I dati forniti sono parziali. Intanto procedere con la proroga autorizzativa”
E’ quanto chiedono in sintesi i rappresentanti delle associazioni di rappresentanza delle imprese Stefano Trumpy, CNA; Piero Neri, Confindustria; Francesca Marcucci, Confcommercio e Maristella Calgaro Confesercenti
“La decisione sull’opportunità o meno di chiudere nel 2023 il termovalorizzatore non deve essere presa sulla base di posizioni ideologiche o di campagna elettorale; i dati che al momento sono stati messi a disposizione per le valutazioni sono solo parziali ed il tempo per chiedere la proroga autorizzativa sta scadendo
Per questo CNA, Confindustria, Confcommercio e Confesercenti chiedono che sia intanto avviato l’iter del rinnovo dell’AIA, al fine di non precludere a priori nessuna strada.
La posizione delle associazioni di rappresentanza delle imprese è quella di poter disporre della conoscenza non solo dei dati completi dell’attuale gestione del termovalorizzatore in tutte le voci di bilancio su cui incide, anche indirettamente, ma soprattutto avere una cognizione chiara di quello che succederà alla sua programmata chiusura l’anno prossimo se non verrà chiesta immediatamente (il termine è il 10 settembre) la proroga.
I dati ambientali del termovalorizzatore sono nei limiti di legge; occorre invece conoscere di più sulla gestione economica attuale e, in caso di chiusura che a noi pare insostenibile; valutare un bilancio previsionale che tenga conto degli impatti economici e sociali che tale decisione comporterebbe.
Da tempo si chiede -invano- all’amministrazione comunale di intervenire sul costo della TARI. Questo intervento può avvenire soltanto con un rilancio industriale di AAMPS ed una visione programmatica del futuro della città.
Le imprese pagano una Tari tra le più alte d’Italia, calcolata sulla superficie delle attività e non sulla quantità effettivamente prodotta e conferita di rifiuti urbani, senza contare gli ulteriori costi per lo smaltimento dei rifiuti provenienti dal ciclo produttivo, servizi per i quali il nostro territorio non è strutturato. Cosa succederà alla TARI chiudendo il termovalorizzatore?
Da quando la maggioranza che governa il comune ha stilato il proprio programma elettorale, lo scenario mondiale è cambiato, così da costringere anche l’Europa a rivedere tutte le politiche energetiche e di economia circolare dei rifiuti: CNA, Confindustria, Confcommercio e Confesercenti ritengono che ci sia ampio spazio per rivalutare la scelta della chiusura del termovalorizzatore, chiedendo intanto l’immediato avvio di rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale, su cui la Regione ha già mostrato disponibilità.