Sanità e nuovo ospedale, “I 40 milioni di euro non ci sono più”
La Lega incontra il comitato referendario e fa il punto sulla situazione dei servizi
La Lega ha incontrato una delegazione del comitato promotore per il referendum sul nuovo ospedale. Erano presenti il capogruppo in Comune di Livorno Carlo Ghiozzi e il vice presidente della commissione Sanità del Consiglio Regionale, Consigliere Andrea Ulmi.
E’ stata l’occasione per chiarire e approfondire diversi aspetti inerenti il cd. nuovo ospedale di Livorno.
Il Capogruppo Ghiozzi ha evidenziato i seguenti punti:
Investimenti sprecati e strutture chiuse a tempo indeterminato. In questi anni sono stati spesi milioni di euro per restaurare padiglioni ospedalieri che andrebbero sprecati per non utilizzo nel nuovo progetto. Ci sono diversi distretti ormai chiusi da anni per brevi ristrutturazioni che non sono mai terminate. Via del Mare è chiuso dal 2018 con date di riapertura che slittano di volta in volta; Il distretto di via Ernesto Rossi, dopo la chiusura e vicende varie (occupazioni incluse) dicono dovrebbe riaprire; quello di Fiorentina dovrebbe chiudere temporaneamente: non farà la stessa fine di via del Mare? Il risultato è che senza questi presidi territoriali si sovraccarica oltre ogni limite l’ospedale e il pronto soccorso.
De-ospedalizzazione di Cecina e Piombino. La graduale perdita di specialità degli ospedali di Piombino e Cecina li rende sempre meno utili alla popolazione e rischiano di non mettere in grado Livorno di sostenere le esigenze minime di tutta la provincia.
Rivalutare Monterotondo. L’ex sede amministrativa dell’USL casca ormai a pezzi ed è in abbandono. La si potrebbe riutilizzare per esempio, grazie al suo grande parco, come sede per le Cure Palliative.
Il Consigliere regionale Andrea Ulmi è invece intervenuto su:
Scarsità di organico e soluzioni praticabili. Nonostante l’assunzione di 4053 operatori di cui 580 medici, non si esce da una carenza di organico cronica. Il numero chiuso e il pensionamento di un gran numero di medici non appare una soluzione facilmente aggirabile, anche perché togliendo il numero chiuso ci vorrebbero circa 10 anni per avere un numero maggiore di medici. Le soluzioni che propone la Lega – spiega Ulmi – è non solo la rimozione del numero chiuso, ma la possibilità di completare la specializzazione in ospedali convenzionati di apprendimento per la preparazione degli esami universitari di specializzazione. Un altro modo per reperire medici anche per le case di comunità sarebbe di eliminare le incompatibilità che impediscono ai medici e agli specializzandi di esercitare fuori da certi ambiti.
Cup solo al primo livello. La Lega proporrà di utilizzare il centro unico di prenotazione solo per la prima prenotazione proveniente dalla richiesta del medico di famiglia. Le altre visite di approfondimento saranno direttamente fissate dai medici dei reparti che eseguono la prima visita.
DG a nomina troppo politica. La legge attuale consente al presidente della Regione di nominare direttamente il direttore generale dell’Asl. Il risultato è che poi questo rende conto solo a lui e non considera le altre istanze locali. La proposta della Lega, specialmente se Luca Coletto sarà il nuovo ministro della Salute, è che il d.g. non sia nominato solo dal presidente ma da una conferenza di sindaci con poteri di veto.
Attenzione alle piccole comunità. I costi di sanificazione delle ambulanze per il covid e quelli del carburante stanno uccidendo il terzo settore, soprattutto nei piccoli centri. La Regione contribuisce con circa 100mila euro l’anno, altre Regioni danno il triplo. Serve un adeguamento urgente, perché senza sostegno rischiano di non essere disponibili le ambulanze nei piccoli centri. Non è possibile che per un attacco cardiaco un paziente possa attendere più di un’ora per l’arrivo di un mezzo con medico a bordo.
Sul progetto dell’ospedale Ghiozzi ha ribadito i seguenti punti:
Il “nuovo” ospedale è già vecchio. L’emergenza covid-19 ha dimostrato come il sistema centralizzato a monoblocco (come ad esempio il nostro pronto soccorso) sia inefficiente in caso di pandemie. Si immagini cosa succederebbe con un intero ospedale a monoblocco come quello previsto.
I soldi “non ci sono più”. E’ stata cancellata la prenotazione n. 2020843 del bilancio. I fondi per il nuovo ospedale da 50 milioni sono scesi a 40 (10 tolti per copertura di disavanzo). I 40 previsti non sono stati cancellati ma non sono più “prenotati”. È come fossero in un cloud (nuvola): ci sono ancora ma di fatto non ci sono più e quella somma precedentemente vincolata sarà utilizzata per fare altre cose. A Pisa, notizia di ieri, il centro dialisi non si farà più per l’aumento dei prezzi tanto che l’Aoup ha revocato la procedura di gara. E per il nuovo ospedale a Livorno i finanziamenti quali sono, rimarranno i soliti?
Ulmi ha infine evidenziato:
I nodi irrisolti del progetto attuale. Visto che non ci sono neppure i fondi disponibili, il progetto può essere tranquillamente rimodulato. Tanto più che ci sono molte questioni irrisolte come la valutazione ambientale strategica e il pericolo strutturale del rio “Riseccoli” oggetto di rimpallo tra enti e la viabilità. I fondi prevedono poi solo la costruzione di ospedale e case di comunità, ma nulla è chiaro su quanti sanitari vi lavoreranno e i servizi effettivi che saranno di fatto erogati.
In chiusura la Lega ha confermato il suo appoggio alla raccolta firme del comitato promotore e si impegnerà a raccoglierne 9000, in modo che non scatti alcun quorum alla validità della espressione popolare.
“L’indizione del voto – hanno sottolineato alcuni membri del comitato presenti alla conferenza stampa – consentirà di aprire un dialogo approfondito sul merito circa molti aspetti critici del progetto, quali il modello sanitario, quello di struttura, le problematiche ambientali, l’impatto sociale nell’attesa della costruzione, e cosa rimarrebbe delle strutture precedenti. L’obiettivo è fare le cose bene”