“Nuovo ospedale, pazienti a 150 metri da le polveri sottili (PM10 e PM2,5) e il biossido di azoto (NO2)”
"Vogliamo davvero sottoporre i nostri malati a questo aerosol mortale"
“Nuovo ospedale, pazienti a 150 metri da le polveri sottili (PM10 e PM2,5) e il biossido di azoto (NO2)”, è quanto si evince dalle seguenti dichiarazioni del Comitato referendario
Il Comitato Referendario per la difesa dell’Ospedale Storico e del Parco Pertini intende evidenziare un ulteriore elemento di criticità che alimenta nuovi dubbi sulla sensatezza dell’operazione, ammesso che ce ne sia bisogno.
Ci sono 400 metri di distanza, mediamente, fra i letti dell’attuale ospedale e uno dei luoghi più inquinati di Livorno, il Viale Carducci. Non sono molti, ma per fortuna fra i padiglioni e l’arteria di scorrimento esiste una barriera di vegetazione capace di assorbire almeno in parte gli agenti inquinanti.
Magari non è molto noto, ma questo è una delle capacità degli alberi, che con le loro foglie intercettano e poi con la pioggia dilavano nel terreno una buona parte degli inquinanti presenti nell’aria.
E’ stato calcolato da Marco Dinetti per conto della LIPU che nel Parco Pertini ci sono 94 alberi d’alto fusto, 3.000 mq di macchia mediterranea, per un totale di 40.000 metri cubi che costituiscono un filtro prezioso per i degenti e per i lavoratori, oltreché per i cittadini della zona.
Di fronte a questa situazione, lo spostamento dell’ospedale all’interno del parterre avvicinerebbe i malati a soli 150 metri dal Viale Carducci, senza la protezione della vegetazione sopra descritta, che verrebbe completamente espiantata per far posto al cemento.
Pazzesco, vero?
E poi. È veramente strano che chi vuole realizzare l’opera non abbia tenuto conto dei dati di inquinamento che ad ogni ora vengono rilevati dalla centralina Arpat, collocata sul Viale Carducci, a due passi dal Parterre, proprio per misurare la concentrazione di agenti inquinanti nell’aria.
Questi dati orari vengono poi accorpati e restituiti dall’ARPAT come medie annuali, successivamente rese note sul suo sito e sulla sua pubblicazione annuale sullo stato dell’aria della regione.
Tra gli inquinanti più pericolosi, le polveri sottili (PM10 e PM2,5) e il biossido di azoto (NO2)
Per i dati rilevati dalla centralina di Viale Carducci, non ci soffermiamo tanto a parlare delle polveri sottili, problema di rilevante importanza sanitaria, ma che per il 2021 risultano al di sotto di quanto previsto dalle normative europee, senza mostrare picchi rilevanti nel corso dell’anno.
Parliamo invece del biossido di azoto (NO2) prodotto dal traffico veicolare, oltreché dal riscaldamento. Un gas altamente irritante che esercita il suo effetto tossico principalmente sugli occhi, sulle mucose e sui polmoni e in particolare è responsabile di specifiche patologie a carico dell’apparato respiratorio (bronchiti, allergie, irritazioni, edemi polmonari che possono portare anche al decesso).
Se si consultano i dati pubblicati dall’ARPA per il 2021, per questo inquinante la media annua è di 34 microgrammi per m3 di aria, un po’ alto, ma sempre sotto il valore soglia che è di 40. Siamo ai limiti, ci dice l’ARPA, dobbiamo stare all’erta, ma ancora tranquilli.
Se però andiamo a consultare i dati presenti nel sito rispetto ai valori di NO2 registrati ogni giorno e rilevati ogni ora scopriamo che -per tutto l’anno- spessissimo l’inquinamento da ossido di azoto
supera la concentrazione di 40 microgrammi all’ora, arrivando a toccare nelle ore di punta del traffico valori oltre i 100 microgrammi/m3. Nel 2021 è accaduto quasi tutti i giorni d’inverno, weekend e feste comandate esclusi, con dati costantemente molto alti dalle 7 di mattina a sera inoltrata.
È successo ripetutamente perfino nei mesi estivi, quando i riscaldamenti sono spenti. Per dire, ad agosto il valore massimo riscontrato in tutto l’anno di 143 microgrammi è stato raggiunto il 13 di agosto.
Ci si chiederà come mai allora ARPA possa riscontrare e darci un dato medio di «soli» 34 microgrammi/m3.
Senza mettere in dubbio questo dato, di fatto siamo di fronte a un modo per spalmare il problema.
Infatti, se è vero che durante la notte la riduzione di traffico abbassa il livello di inquinamento a pochi decimali, durante il giorno, per ore ed ore, le persone sono costrette a respirare veleno, giusto quando vanno a lavorare, a scuola, al parco con i figli, magari anche andando all’ospedale o mentre vi sono ricoverati.
C’è da rimanere attoniti, pensando che, in funzione della ormai riconosciuta pericolosità per la salute di questo inquinante, i nuovi valori suggeriti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per il limite medio annuo di NO2 sono di 10 microgrammi/m3.
Vogliamo davvero sottoporre i nostri malati a questo aerosol mortale, sottraendogli fra l’altro la difesa di 40.000 metri cubi di parco?
C’è solo distrazione o altro, da parte di chi propone un’operazione immobiliare in questo contesto ambientale?
Ci dicono che vogliono aumentare i parcheggi, trovare modi per rendere più fluido il percorso di mezzi che comunque lì arriveranno, e che comunque si sa che aumenteranno, in funzione delle ipotesi di variazione di destinazione d’uso dell’ospedale storico. E, si spera, tenendo comunque ben presente che non saranno gli arbusti e l’erbetta che faranno crescere al posto dei padiglioni abbattuti a contribuire a diminuire il carico inquinante nell’aria che respirano gli abitanti dell’area e i degenti dell’Ospedale.
Fausta Setti e Leonardo Bertelli