Ambiente 21 Novembre 2022

“La Cgil di Roma boccia l’inceneritore, la Cgil di Livorno proclama uno sciopero per difenderlo”

Livorno 21 novembre 2022

Ecco le dichiarazioni del segretario CGIL di Roma a proposito del nuovo inceneritore proposto per la capitale:

“Per la Cgil «l’inceneritore è un ritorno al passato. Siamo contrari.

Si parla tanto della pista da sci sul termovalorizzatore di Copenaghen ma non si dice che la Danimarca sta iniziando a pensare di chiudere l’inceneritore, perché il livello e l’investimento di quell’impianto hanno comportato la necessità di importare rifiuti.

Il sindaco si confronti su questo», ha detto il segretario romano Michele Azzola.

Secondo i dati diffusi dal sindacato, per 10mila tonnellate di rifiuti indifferenziati sottratti all’incenerimento si creano 386 posti di lavoro nella filiera dell’economia circolare.

Si va da un minimo di 20 a un massimo 140 contratti ogni mille tonnellate di scarti avviati a riuso nei settori del tessile, dei prodotti per la casa e degli elettrodomestici”.

La posizione della CGIL romana è cristallina e onesta:

1) non servono impianti di smaltimento sovradimensionati rispetto alle reali necessità del territorio, altrimenti poi è necessario importare rifiuti.

Il contrario di quello che propone la CGIL a Livorno, dove vuole mantenere acceso un impianto che ormai non serve più a Livorno ma importa dalle altre città oltre i due terzi dei rifiuti inceneriti, avvelenando l’aria anche con il traffico dei camion che portano questa “merce” a Livorno.

2) è necessario lavorare sulla riduzione dei rifiuti indifferenziati anziché programmarne lo smaltimento, non solo per motivi ambientali ma anche occupazionali, visto che per ogni 10mila tonnellate sottratte all’inceneritore si creano ben 386 nuovi posti di lavoro.

Anche in questo caso, la CGIL di Roma propone il contrario di quella livornese, che invece continua a difendere un inceneritore con pochi lavoratori occupati (che possono tranquillamente mantenere la loro occupazione nei nuovi impianti e anche nella fase di transizione), senza pensare minimamente a come sviluppare l’occupazione in una città come Livorno, che ne ha estremamente bisogno.

È anzi grazie a noi attivisti rifiuti-zero che Aamps in questi anni ha potuto assumere decine di nuovi lavoratori, perché abbiamo insistito nel chiedere l’introduzione della raccolta porta-a-porta – arrivando perfino a presentare un esposto alla Corte dei conti nel 2016 – assicurando che non solo avrebbe aumentato la percentuale di raccolta differenziata (pur con i normali problemi che si verificano nei primi anni di cambiamento), ma anche che avrebbe creato molti posti di lavoro stabili, mentre la CGIL ci attaccava e pensava solo a difendere i cassonetti stradali e l’inceneritore.

Per questo ci consideriamo al momento l’unico vero sindacato di Aamps: solo noi pensiamo ad evitare nuovi rischi di indebitamento incontrollabile per l’azienda, nuovi aumenti tariffari per i cittadini, nuovi rischi occupazionali per i lavoratori. 

Solo noi sosteniamo il progetto di riconversione impiantistica dell’azienda, che vedrà sorgere al posto del vecchio inceneritore cancerogeno tre nuovi impianti di riutilizzo e riciclo delle frazioni differenziate, con un calo dell’inquinamento, dei costi ed un aumento dei posti di lavoro.

Anche stavolta invece di avere i sindacati al nostro fianco, come succede a Roma e ovunque, li troviamo schierati contro la creazione di nuovi posti di lavoro e contro il consolidamento di quelli attuali.

Addirittura assistiamo alla pantomima di uno sciopero proclamato per difendere un inceneritore, anziché per chiedere più occupazione e migliori condizioni di lavoro.

Con la CGIL livornese che si trova non solo dalla parte opposta rispetto alla CGIL di Roma, ma oltretutto dalla stessa parte delle forze politiche di estrema destra e delle organizzazioni datoriali.

Ma anche stavolta non ci arrenderemo, la battaglia è solo all’inizio e quando sarà finita Livorno dovrà ottenere quello di cui ha più bisogno: una migliore qualità ambientale e lo sviluppo di nuove imprese e nuova occupazione.

Rifiuti zero Livorno

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