50 reati a Livorno in 4 mesi, in carcere una 36enne
Su ordine della Procura della Repubblica labronica, i Carabinieri del Comando Provinciale di Livorno hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di una livornese 36enne pluripregiudicata, ritenuta essere responsabile a vario titolo dei reati di furto aggravato, ricettazione ed indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento diversi dai contanti.
50 gli episodi delittuosi commessi tra il 2 settembre 2022 ed il 5 gennaio 2023, 5 dei quali con il concorso del compagno, anch’egli pluripregiudicato ed attualmente in carcere, che le avrebbero fruttato quasi 10.000 euro, spesi “sia per il sostentamento che per il superfluo (ricariche per siti di gioco, lotterie e sigarette in grande quantità)”.
Le accurate indagini sono state condotte dai militari della Compagnia Carabinieri di Livorno per 37 reati, mentre per 10 gli elementi sono stati raccolti dalla Squadra Mobile, 2 dalla Polizia Municipale ed 1 dalla Guardia di Finanza.
Seppur in uno stato del procedimento nel quale non è ancora intervenuto il contraddittorio, i Carabinieri hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza in ordine a 19 furti, 6 ricettazioni, 9 indebiti utilizzi di strumenti di pagamento nonché per 2 reati di porto di armi od oggetti atti ad offendere e 2 di possesso ingiustificato di chiavi alterate o di grimaldelli. Definita dal Giudice “avvezza a commettere delitti contro il patrimonio”, “del tutto fuori controllo” che manifesta “spregiudicatezza ed assoluta mancanza di remore”, è accusata di aver messo in atto diversi modus operandi, affinatisi con il tempo per massimizzare i profitti delle condotte illecite.
A partire dal mese di settembre, in due occasioni, la prima insieme al compagno, si sarebbe introdotta in un parcheggio cittadino, approfittando dei tempi di apertura/chiusura degli ingressi pedonali utilizzati da ignoti utenti, ed avrebbe infranto i cristalli di due auto per impossessarsi di valigie e borse; solo in un caso è riuscita nel suo intento mentre in un’altra occasione il furto non è stato consumato soltanto perché la proprietaria del veicolo era presente a bordo. Dopo l’arresto del compagno, oltre ad “operare” da sola, ha rivolto la sua attenzione ad obiettivi più specifici e potenzialmente più remunerativi ovvero gli esercizi commerciali (ristoranti, supermercati, negozi di abbigliamento, sanitarie ecc.) ed uffici, colpendo indiscriminatamente dipendenti e titolari, ma con una condotta riconducibile a “tre schemi”:
fingendosi cliente di negozi e ristoranti, con un pretesto riusciva a distrarre la vittima di turno, impadronendosi di portafogli e borse contenenti documenti e carte di pagamento appoggiati nelle vicinanze o in locali adiacenti dove la 36enne si introduceva furtivamente,
non vista, accedeva all’interno di luoghi di lavoro e si impossessava dei beni ivi custoditi,
sempre all’interno dei luoghi di lavoro, dove si intrufolava furtivamente, forzava con violenza armadietti contenenti valori.
In alcuni ristoranti le è bastato fare un’ordinazione o far finta di prenotare un tavolo per distrarre la vittima di turno ed appropriarsi del fondo cassa. Oltre ai momenti di maggiore affluenza, non disdegnava quelli di chiusura o quelli di apertura di ristoranti e negozi: in un caso, approfittando della fase di allestimento per l’apertura di un ristorante del centro, si sarebbe appropriata di una borsa poggiata su uno sgabello nei pressi dell’ingresso contenente carte di pagamento e chiavi di casa; non doma, poco dopo si sarebbe introdotta all’interno dell’abitazione della vittima dove si sarebbe impossessata di un foglio sul quale erano riportati i codici pin delle carte. Sempre nello stesso giorno poi avrebbe effettuato 2 prelievi per un importo complessivo di 600 euro e ricariche e spese varie per un importo di ulteriori 600 euro.
In altre occasioni, si è introdotta furtivamente all’interno dei locali in uso al personale di un supermercato cittadino, non fermandosi di fronte ad armadietti chiusi e serrature che ha forzato, anche servendosi di chiavi alterate.
Per esemplificare l’assoluta mancanza di remore della donna, è possibile citare il furto che le avrebbe consentito di appropriarsi della somma in contanti più ingente, ovvero quello è avvenuto ai danni di una rivendita di beneficenza all’interno della parrocchia di San Jacopo in Acquaviva dove si sarebbe impossessata di 1.200 euro; altro episodio è quello avvenuto all’interno del reparto di neuropsichiatria infantile dell’ospedale dove la 36enne è entrata senza motivo e, approfittando di un momentaneo allontanamento dall’ambulatorio, si è appropriata del portafogli di una terapista (in quest’ultimo caso gli elementi probatori sono stati raccolti dalla Squadra Mobile).
La donna è altresì accusata di aver indebitamente utilizzato le carte di pagamento delle sue vittime adottando in particolare 2 accortezze allorquando non possedeva i codici pin: effettuare più transazioni sotto soglia in modalità contactless ed effettuarle nel più breve tempo possibile per evitare che i derubati potessero accorgersi del furto patito e bloccare le carte.
La 36enne avrebbe inoltre utilizzato indebitamente carte di pagamento provento di furto che, secondo quanto riportato dal GIP, potrebbero provenire da “soggetti facenti parte delle frequentazioni dell’indagata”.
Ad ulteriore testimonianza della pericolosità sociale della donna, oltre ai numerosi precedenti specifici con condanne per reati contro il patrimonio, i Carabinieri l’hanno sorpresa in due occasioni con un martelletto frangivetro, strumento verosimilmente utilizzato per commettere i furti ai danni di auto, denunciandola per porto di armi od oggetti atti ad offendere e possesso ingiustificato di chiavi alterate o di grimaldelli; tali episodi non sono ricompresi nella misura ma lumeggiano i tratti dell’arrestata.
Nella circostanza del rintraccio, la stessa è stata altresì sorpresa con una dose di cocaina, per uso personale, pari a gr. 0,1, venendo pertanto segnalata all’Ufficio Territoriale del Governo quale assuntrice di sostanze stupefacenti; venivano inoltre rinvenute una tessera sanitaria ed una carta di pagamento risultate provento di furto e 2 biciclette, del valore complessivo di circa 1.000 euro, sulla cui provenienza la donna non ha saputo fornire giustificazioni.
Quanto rinvenuto è stato sottoposto a sequestro e, espletate le formalità di rito, i Carabinieri hanno associato l’arrestata alla casa circondariale Le Sughere di Livorno a disposizione dell’A.G. di Livorno.