Ambiente 14 Febbraio 2023

Zero Waste diffida il Comune di Livorno ad adempiere al protocollo sottoscritto dal sindaco Luca Salvetti

Livorno 14 febbraio 2023

Il Presidente di Zero Waste Italy, Rossano Ercolini, ha diffidato il Comune di Livorno ad adempiere al protocollo rifiuti-zero sottoscritto dal sindaco Luca Salvetti.

Un mese di tempo, come richiesto dal sindaco ed in base ai criteri stabiliti dal Comitato di garanzia nazionale e validi per tutti i 330 Comuni italiani aderenti, per dimostrare inequivocabilmente la volontà di perseguire una exit strategy dalle politiche di incenerimento dei rifiuti, senza ulteriori rinvii oltre il 2023, altrimenti la città verrà esclusa dalla comunità Rifiuti-zero.

Stando ai documenti ufficiali di Aamps, l’inceneritore rappresenta una perdita per l’azienda, quindi non c’è nessun pericolo per gli equilibri di bilancio e tariffari; anzi otterrebbero un beneficio dalla chiusura dell’impianto.

Lo dimostra il fatto che le aziende prive di inceneritori, che puntano sul riciclo e si rivolgono al mercato per il residuo smaltimento,

hanno bilanci in salute e tariffe più basse.

Del resto, anche Aamps si rivolge già al mercato, ma per lo smaltimento delle ceneri dell’inceneritore in discariche lontane centinaia di chilometri, pagando fior di milioni ed alimentando un riprovevole turismo dei rifiuti nocivi.

E’ ormai certo che i lavoratori dell’impianto potranno essere tutti riassorbiti nei nuovi impianti di riciclo finanziati dal PNRR, così come tutti sanno che la chiusura dell’inceneritore non potrà causare nessuna emergenza: l’impianto, vecchio e malandato, è rimasto chiuso per ben 4 mesi nel 2022 ma nessuno se n’è accorto, visto che la Toscana costiera abbonda già di impianti alternativi.

Nell’incontro con Ercolini, il sindaco ha ribadito di escludere qualsiasi opzione di potenziamento dell’inceneritore per allungarne il ciclo di vita.

Inoltre si è impegnato ad ignorare la recente impennata dei ricavi per la vendita dell’energia prodotta dall’impianto, consapevole del fatto che sono frutto di una contingenza tragica ed irripetibile e che oltretutto non sarebbero mai capaci di coprire i costi di manutenzione straordinaria, necessari per consentire all’impianto, costruito 50 anni fa, di funzionare a pieno regime.

Salvetti ed Ercolini hanno anche concordato sull’insostenibilità, per un’azienda pubblica,  di voler trarre un ipotetico profitto da pratiche di inquinamento ambientale climalteranti, seppure a norma di legge, mentre è immersa in un mondo che lotta contro il tempo per raggiungere obiettivi di economia circolare e tutela ambientale.

Come è possibile chiedere ai cittadini un impegno nella raccolta differenziata e nelle buone pratiche, se poi si cerca (senza neanche poterci riuscire) di far quadrare i bilanci col traffico di rifiuti indifferenziati e riempiendo le discariche di ceneri e scorie pericolose?

Non resta dunque che mettere agli atti questa volontà politica entro un mese, rispettando il protocollo rifiuti-zero e ponendo fine ad un dibattito deprimente, fatto di posizioni corporative, di interessi particolari e di interferenze da parte di chi dovrebbe eseguire gli indirizzi espressi dal Comune di Livorno, anziché tentare di orientarli con numeri discutibili.

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