Ambiente 30 Agosto 2017

Caccia, ridimensionato l’elenco ma rimane la pre-apertura. Le critiche LIPU

Forti perplessità da parte della LIPU sulla decisione della Regione Toscana

Come ci aveva anticipato ieri Enrico Rossi, la Giunta ha preso dei provvedimenti correttivi sulla stagione venatoria. Sono state escluse dalla caccia alcune specie, ma la preapertura dei primi di settembre (rispetto al 17) è stata mantenuta. Gli animali non potranno quindi beneficiare di due settimane più fresche e magari di qualche pioggia prima che i fucili tornino a sparare nei boschi. La decisione, tra l’altro, giunge così a ridosso della pre-apertura da rendere impossibile un ricorso al TAR da parte delle associazioni. La richiesta di una vera e propria moratoria della caccia per 2017 quindi non è stata recepita.

Queste le principali decisioni prese e comunicate dalla Regione Toscana:

“Nella pre-apertura della stagione venatoria che si svolgerà come da programma sabato 2 e domenica 3 settembre doppiette vietate dunque contro germani reali, alzavola e marzaiola, ovvero gli uccelli acquatici di cui normalmente è consentita la caccia, ed anche contro i merli. Inoltre non si sparerà fino alle sette di sera, ma solo fino alle 14.

La Giunta regionale lo ha deciso stamani, licenziando tutta una serie di provvedimenti proposti dall’assessore all’agricoltura Marco Remaschi e che interessano il mondo venatorio: tra questi c’è anche l’adozione definitiva del regolamento unico regionale che sostituirà i novantuno diversi testi (48 in vigore e 43 in via di approvazione) che esistevano fino appena ad un anno e mezzo fa, fino al 1 gennaio 2016, quando la caccia rientrava tra le competenze amministrate dalle province e poi invece tornata in toto in capo alla Regione. Presto sarà approvato anche un piano faunistico unico.

La caccia al germano, all’alzavola e alla marzaiola – tutti uccelli acquatici – è stata sospesa a causa della siccità dell’estate. Era già successo nel 2003 e nel 2012, altri due anni particolarmente secchi(anzi, il 2003 forse fu anche peggio) e il provvedimento ha due ragioni: quella di aiutare la conservazione della specie a fronte dei pochi bacini e specchi di acqua allagati dove quest’anno gli animali saranno costretti a concentrarsi, ma anche una razionalizzazione dell’uso dell’acqua, visto che la caccia era consentita anche in invasi allagati artificialmente e quindi si sarebbe dovuta utilizzare in grandi quantità per riempirli.

Nello specifico il 2 settembre si potrà sparare alla tortora africana e al colombaccio. A questi la Regione ha aggiunto, questo come gli anni passati, cornacchie, gazze e ghiandaie, ovvero quei corvidi dannosi per le covate, con popolazioni in eccesso e per cui, anche a caccia chiusa, spesso vengono organizzate battute ad hoc per contenerle lo sviluppo. Per motivi simili sarà consentita, in deroga, la caccia agli storni, che provocano danni alle coltivazioni di uva ed olivi. Domenica 3 si potrà sparare invece solo ai corvidi e agli storni, ovvero le specie ‘nocive’: caccia vietata in questo caso a tortora e colombacci.

La stagione venatoria vera e propria inizierà come annunciato il 17 settembre e si concluderà il 31 gennaio: limitatamente ad alcune specie partirà ad ottobre o novembre oppure si concluderà anticipatamente, come è già accaduto negli anni passati.

La giunta ha approvato anche una delibera che riguarda il prelievo selettivo della specie muflone nei comprensori della provincia di Livorno e Lucca.

La sospensione della caccia alle specie acquatiche e al merlo è stato l’esito di un confronto ragionato e attento. Lo sottolineano tanto il presidente della Toscana Enrico Rossi quanto l’assessore all’agricoltura e alla caccia Marco Remaschi.

Il provvedimento che abbiamo adottato è un compromesso rispetto a chi ci chiedeva di sospendere la stagione venatoria e chi invece era dell’avviso che non si dovesse prendere alcun provvedimento – dice Rossi -. Ci abbiamo ragionato e alla fine abbiamo preso questa decisione“.

“Si è trattato di un confronto approfondito, con il mondo agricolo e quello animalista – aggiunge Remaschi -. La politica deve decidere e tenere conto della situazioni oggettive. Lo abbiamo fatto. Qualcuno dirà che abbiamo scontentato tutti, ma mi sembra un ragionevole punto di mediazione”.

L’assessore sottolinea anche il grande lavoro, non facile, che è stato necessario per arrivare ad un regolamento unico venatorio regionale, frutto anche in questo caso di un confronto attento con il mondo agricolo, venatorio e tutti quei soggetti sensibili al tema della caccia. Un lavoro di semplificazione importante”.

Le decisioni prese non convincono la LIPU Grosseto, ente promotore di uno stop completo alla stagione.

“Come LIPU Grosseto personalmente ritengo siano state prese decisioni folli ed irresponsabili contravvenendo anche a quanto indicato esplicitamente e dettagliatamente da Ispra a tutte le Regioni italiane, Toscana compresa.

Decisioni prese non valutando assolutamente in alcun modo le oggettive condizioni di straordinaria sofferenza della fauna selvatica decimata e stremata da incendi e siccità e solamente tre giorni prima della concessa preapertura; nessun Tribunale Amministrativo potrebbe in due giorni fermare questo assurdo provvedimento?
Ritengo il provvedimento assolutamente illegittimo e che qualche giorno in più per poter presentare i ricorsi non avrebbe concesso quello che hanno regalato in Regione all’estremismo venatorio della quale sembra totalmente succube.
Forse oggi qualche suo rappresentante istituzionale avrà preso spunto dalle dichiarazioni rese pubblicamente da Sergio Berlato in Liguria: “la nostra regione non ha conosciuto gravi incendi e la fauna selvatica  ha potuto dissetarsi grazie alla rugiada mattutina” magari sostituendo come documentazione scientifica il temine “guazza” visto che siamo in Toscana…per consentire le ampie ed approfondite riflessioni che Remaschi dichiara siano state fatte in Regione per decidere la preapertura.
Ridicolo il discorso sulla “razionalizzazione” dell’uso dell’acqua per gli invasi artificiali, che saranno ugualmente tutti riempiti, magari con acqua potabile, nei prossimi giorni, dove verranno posizionati i soliti gabbioni per richiami vivi e saranno cimitero per migliaia di anatre.
Assurdo lo stop alle ore 14. Con le temperature attuali nessun animale sarebbe in circolazione dopo una mattinata di raffiche di piombo e rumore di spari fino alla abbeverata indispensabile al tramonto. Meglio mandare i cacciatori al mare a rinfrescarsi il pomeriggio del sabato magari anche per evitare rischi per i troppi turisti ancora in giro in Toscana.
I poveri corvidi e gli storni saranno il sollazzo, insieme ai loro piccoli che si sentono a distanza di centinaia di metri quando chiamano i genitori, ( perché ancora ci sono i piccoli!), per chi si è perso la mattinata del sabato per fare il tiro al bersaglio e dare morte.
Nessuna relazione sul numero di “nocivi” presenti in ogni zona, nessuna relazione di danni quantificati ed a loro attribuibili. Mi chiedo ancora su cosa abbiano riflettuto oggi in Regione per arrivare a tanto “sofferte” decisioni.
Tra quali elementi si è arrivati al “compromesso della vergogna”? Come sono state considerate le precise indicazioni di Ispra?
Si è legittimata oggi la piena illegalità, dato che non vi è alcun riferimento a firme di controllo e tutti gli agenti di polizia giudiziaria sono impegnati da mesi con gli incendi che anche oggi hanno funestato il nostro territorio.
Quello che più ferisce, non solo noi animalisti e ambientalisti, ma tutti i cittadini toscani e la superficialità e la sfrontatezza con cui vengono prese decisioni che incidono nella vita di tutti, non rispettando i diritti dei cittadini ma favorendo, contro ogni logica, le concessioni di pochi”.
M. Patrizia Latini LIPU Grosseto