Politica 11 Novembre 2023

Alluvione del 2 Novembre, cos’ha funzionato e cosa no l’analisi  di Potere al Popolo

Livorno 11 novembre 2023 – Alluvione del 2 Novembre, cos’ha funzionato e cosa no l’analisi  di Potere al Popolo Livorno

 

Allerte meteo e alluvione: Che fare?

Che fare? E’ una domanda che i compagni si pongono da tempo per analizzare le situazioni e trovare una soluzione. E’ con questo metodo che, passati questi giorni di continue allerte meteo, vogliamo scrivere queste nostre osservazioni a favore della cittadinanza e di chi governa oggi, per avere una visione per il futuro.

I fatti

Innanzitutto dobbiamo capire cosa è successo. La preziosa analisi delle BSA (Brigate di Solidarietà Attiva) di pochi giorni fa, ci aiuta in queste nostre osservazioni.

Un temporale a V, di quelli che causarono la tragica alluvione del 2017, si è abbattuto sulla nostra città martedì 2 novembre. Fortunatamente con un’intensità minore rispetto a 6 anni fa: “a paragone, sono caduti fino a 32mm in 15 minuti alla Valle Benedetta, contro gli 89mm in 30 minuti e punte di 250 e oltre in sole due ore del 2017.” Ovviamente da queste analisi e il rischio corso dal nostro territorio, possiamo dire che un’altra tragedia è stata evitata anche dalla fortuna che abbia piovuto meno. E’ chiaro a tutti quindi che non basta un sindaco sul campo con una pettorina della protezione civile per evitare tragedie, ma servono lavori strutturali e proposte concrete.

Secondo i dati elaborati dall’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del CNR, in Italia tra frane, inondazioni e allagamenti ci sono stati sei morti nel 2021, mentre nel 2022 sono 23 le persone che hanno perso la vita. Il 2023 è stato un anno difficile con la morte di 20 persone nei primi sei mesi dell’anno.

Le cause

La prima causa del “ritorno” di questi eventi con una frequenza impensabile fino a pochi anni fa, è ovviamente il cambiamento climatico. La destra in primis e i soliti noti grandi accumulatori di ricchezze grazie a inquinamento e sfruttamento del territorio, devono smettere con il loro negazionismo per interesse personale. Le previsioni di fenomeni catastrofici alluvionali nel nostro territorio in passato erano fatti con una previsione di probabilità che si aggirava sul centinaio di anni, oggi abbiamo avuto due fenomeni simili nel giro di 6!

Oltre al fenomeno globale del cambiamento climatico, c’è il problema locale del consumo di suolo. Livorno ha subito in questi ultimi 30 anni una cementificazione senza precedenti. Una delle principali cause dell’alluvione del 2017 è stata la costruzione del Nuovo Centro a causa del tristemente famoso Lodo Fremura dove l’allora sindaco Lamberti per degli espropri indebiti, cedette tutta l’area per costruire case e centri commerciali al privato che cementificò senza remore e le casse d’espansione che vennero costruite si rivelarono un fallimento come dimostrato dall’inchiesta delle BSA del 2017.

Altro grave fatto fu l’approvazione delle Varianti al Piano Strutturale da parte della giunta PD a guida Cosimi che nel 2008 – 2009 ridusse di numero le casse di espansione.

 

Riteniamo scellerata la scelta di pochi mesi fa che ha preso il Partito Democratico in Consiglio Comunale, di aumentare gli edifici e continuare a cementificare in quella zona. Così come folle è la colata di cemento approvata, non ancora definitivamente, nel Piano Operativo, del quale abbiamo lungamente parlato insieme a Buongiorno Livorno e Movimento 5 Stelle in questi mesi con numerosi incontri con la cittadinanza.

Al lupo al lupo

Vi è poi la questione delle dichiarazioni di allerta meteo nelle sue declinazioni colorate. Se prima del 2017 nessun cittadino livornese avesse coscienza di cosa fosse una allerta arancione, oggi per fortuna o purtroppo ne siamo quasi tutti consapevoli.

Il problema è che in passato nessuno vi prestava attenzione perché lo riteneva inutile, negli ultimi 6 anni invece c’è stata una grande presa di coscienza del fenomeno tra la popolazione, ma le continue allerte meteo diramate a livello regionale e le continue chiusure di scuole, parchi ecc da parte del sindaco Salvetti non aiutano. E’ evidente che questo sistema così come è strutturato è inefficiente.

Tralasciando il fatto che l’unico giorno in cui l’allerta meteo non è stata dichiarata è quando si è veramente rischiata la tragedia, la popolazione che vede continuamente dichiarate delle allerte che poi non hanno alcun riscontro, rischia di abbassare il livello di guardi con un effetto “al lupo al lupo” potenzialmente pericolosissimo. Per non parlare delle ricadute su istruzione e famiglie costrette a tenere figli che non vanno a scuola, per non parlare di tutti gli altri disagi. Se è comprensibile che un sindaco voglia avere le spalle coperte a livello di responsabilità dato che non è un meteorologo, allo stesso tempo evidentemente a livello regionale qualcosa va cambiato.

Cosa ha funzionato

Per fortuna ci sono stati anche degli aspetti positivi, ed è bene sottolinearli per capire che direzione prendere per la prevenzione.

Innanzitutto la popolazione livornese è molto più cosciente riguardo al pericolo di tali fenomeni atmosferici, e questo è un importante sapere diffuso da non disperdere, come sottolineavamo sopra. Poi è anche vero che diversi lavori dal 2017 ad oggi sono stati fatti, la zona di Montenero ad esempio ha beneficiato dei lavori di messa in sicurezza. Così come sono importanti  a livello di monitoraggio le centraline donate dalle BSA alla città che hanno permesso di valutare in tempo reale di quanto stesse aumentando la portata dei fiumi a monte, e quelle della Valle Benedetta e del Corbolone, presenti nel sistema SIR del Centro Funzionale della Regione Toscana, ma non ancora formalmente prese in carico dalla Regione.

Gli stombamenti e la parziale pulizia degli argini sono stati importanti, anche perché dobbiamo considerare che la pioggia e le piene si sono interrotte proprio al limite dell’esondazione dei vari corsi d’acqua, quindi ogni piccola miglioria ha evitato danni potenziali ben peggiori.

Cosa non ha funzionato

Il sistema di allerta Regionale va sicuramente rivisto, così come la macchina della Protezione Civile va migliorata e oliata.

Ma la cosa principale è che le casse di espansione continuano a non entrare in funzione correttamente, come dimostrato nell’inchiesta BSA del 2017 e come verificato anche nella nuova inchiesta sull’evento del 2 novembre 2023. Anche per esse, sono previsti dei lavori di adeguamento importanti che devono essere iniziati (e possibilmente finiti) prima possibile. Il sindaco ha dichiarato che “le casse hanno funzionato”, ma come si vede dalle foto e da un semplice sopralluogo, questa bugia ha le gambe corte.

La prima cassa, la RM2 (si chiama RM2 perché doveva essere la seconda, ma risulta la prima perché nella fase di progettazione purtroppo; per evidenti priorità di costruzione, una cassa di espansione venne eliminata) si è riempita per tracimazione e non tramite la porta adibita, probabilmente a causa del ponte di Via dell’Uliveta che, avendo margine e volta troppo piccola, non regge mai le piene del Rio Maggiore e fa tappo, così che l’acqua si schianta contro il ponte e tracima, passandovi sopra e di lato. Anche per questo, sono previsti lavori di rifacimento completo del ponte che speriamo si completino a breve.

 

La cassa d’espansione RM4 del Rio Maggiore che si vede anche in auto sulla destra poco prima di girare verso il Centro Commerciale del Nuovo Centro e che dovrebbe riempirsi tramite tombasifone invece che tramite diretto contatto col Rio Maggiore con presa ad H, è rimasta asciutta e non ha diminuito minimamente la portata del fiume.

Le zone dello Stillo e delle Cinque Querce, come dichiarato anche dal sindaco; devono essere adeguate perché lì c’è stata una esondazione ed evidentemente a livello strutturale si dovrà agire sui ponti e migliorare la situazione.

Infine vogliamo parlare della questione del sistema di allarme pubblico IT ALERT che è stato recentemente sperimentato. E’ ancora in fase di sperimentazione? Perché non ha avvisato i cittadini della Toscana? Speriamo che entri a breve in funzione perché se Livorno è più sensibile al tema, molte persone in Toscana non erano coscienti del fenomeno in arrivo, e un avviso sarebbe stato fondamentale, sia per evitare troppa leggerezza in quella serata, che per tranquillizzare le persone più anziane, che sono risultate terrorizzate dal fenomeno, anche nella nostra città.

Le nostre proposte

Veniamo alla parte più importante di questa analisi, e centro di ogni discussione politica: le proposte per migliorare la situazione.

Partendo dal colore delle allerte, crediamo che la Regione dovrebbe cambiare metodo e invece di avere solo 4 criticità: verde, giallo, arancione e rosso dovrebbe passare a una scala più ampia. Servono valori da 1 a 10 o anche meglio da 1 a 100.

Servirebbe una app che in automatico valutasse il rischio in tempo reale con una previsione fino a 24 ore per ogni singola zona del territorio regionale. In questo modo il cittadino collegandosi saprebbe il rischio di un suo spostamento e in una determinata zona anche nel giro di poche ore. Non crediamo sia una cosa così impossibile con le tecnologie di oggi, è solo una questione di priorità di investimenti.

Tutto ciò allevierebbe anche le responsabilità dei sindaci che se con soli 2 colori di emergenza (arancione e rosso) oggi sono “costretti” a chiudere scuole e altre zone pubbliche, con una comunicazione di allerta da 1 a 10 o da 1 a 100 avrebbero molto più margine per una valutazione accurata dei fenomeni in arrivo.

La questione delle casse di espansione va assolutamente risolta. I lavori devono procedere più spediti. Non è possibile che il tombasifone della cassa RM4 che non aveva funzionato nel 2017, e si era denunciato il perché del suo malfunzionamento; dopo 6 anni sia ancora in quella situazione lasciando la città scoperta dall’uso di una cassa di espansione di uno dei principali corsi d’acqua.

L’ultima, ma forse la più importante miglioria per il futuro che possiamo proporre è lo stop al Piano Operativo per come è stato approvato in via provvisoria dal Partito Democratico e dal sindaco Salvetti. La città non può reggere altri 150 ettari di cemento! Il sindaco ha dichiarato di aver imparato molto dalla giornata del 2 novembre; ci auguriamo che questo sapere lo traduca in atti concreti in Consiglio Comunale accogliendo i suggerimenti nostri e delle opposizioni riguardo agli emendamenti del Piano Operativo che dovrà essere approvato in via definitiva nei prossimi mesi.

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