Aree pubbliche 23 Marzo 2024

Caschi gialli in consiglio comunale, protesta contro la cementificazione

Caschi gialli in consiglio comunale, protesta contro la cementificazioneLivorno 23 marzo 2024 – Caschi gialli in consiglio comunale, protesta contro la cementificazione

I comitati di lotta ambiente, salute e lavoro hanno protestato questa mattina nell’aula del consiglio comunale. E’ stata una protesta silensiona  che ha visto i partecipanti indossare un casco da cantiere giallo in segno di protesta contro la cementificazione prevista nel piano strutturale dell’Amministrazione Salvetti. Di seguito le dichiarazioni dei comitati in merito piano strutturale:

“Oggi in Consiglio si affronta nuovamente il Piano Operativo, strumento fondamentale di gestione del territorio.
La prospettiva che emerge dal Piano Strutturale è quella di 43 ettari di nuova cementificazione in un Comune che è il terzo fra i capoluoghi toscani per consumo di suolo, nonostante le gravi e anche letali conseguenze delle alluvioni di pochi anni e mesi fa e il forte rischio che si ripetano e si aggravino, a causa della crisi climatica.

In questo contesto, l’unico atteggiamento sensato è dire basta, fermatevi. Soprattutto alla soglia delle elezioni.

Al contrario, questa Amministrazione sta correndo per blindare nuovi interventi edilizi entro la scadenza del mandato, confermando decisioni assunte solo in base a presunte convenienze economiche e nella corsa miope all’incetta di finanziamenti.

Senza una programmazione attenta, senza idee condivise, senza un confronto rispettoso con la cittadinanza.

È la storia del progetto di un Ospedale insufficiente alle necessità sanitarie di Livorno e provincia, mentendo dopo pochi mesi le promesse elettorali del 2019.

È la storia del Cubone, il palazzetto in mezzo ad una preziosa area verde destinato ad essere gestito da società private. E anche la brutta storia dei cantieri avviati in fretta e furia in questi giorni per realizzare ulteriori centri commerciali e negozi, che siano di nuova progettazione o resuscitati da accordi che sono abbondantemente scaduti.

Perché, al contrario di quanto ci viene raccontato, il Comune nei confronti degli operatori immobiliari è e deve sentirsi sempre legittimato ad operare nell’interesse pubblico, se è capace di assumersi la responsabilità di governare davvero il territorio con la forza della legittimazione popolare.

Se non lo fa forse dipende dal fatto che questa legittimazione non sente di averla e infatti non c’è, come testimonia la nascita di tanti comitati a difesa del verde e della vivibilità urbana.

E a nulla servono, quando si tagliano gli alberi adulti e preziosissimi, le promesse di ripiantarne altri, chissà se poi in grado di crescere davvero e in quanto tempo.

Eppure, è proprio questa la narrazione dei grandi manifesti che si stanno diffondendo per la città, pagati con i nostri soldi.

Nessun dialogo, in tutti questi anni. Solo “arroganza, minaccia di querele” e rifiuto degli strumenti democratici di partecipazione della cittadinanza (vedi richiesta negata di referendum sull’Ospedale).

Perciò, la difesa del territorio, oggi, è anche la difesa del diritto dei livornesi all’autodeterminazione, perché eleggere un sindaco non vuol dire incoronare un despota e la sua corte”.

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