Lia Burgalassi: “Casa di comunità, un’opportunità per la medicina territoriale
Cecina (Livorno) 30 marzo 2024 – Lia Burgalassi: “Casa di comunità, un’opportunità per la medicina territoriale
Anche Cecina avrà presto la sua Casa di comunità: il via ai lavori di ristrutturazione dell’edificio di via Savonarola è stato dato ieri mattina alla presenza del presidente della Regione Eugenio Giani. Un intervento che permetterà di liberare spazi all’interno dell’ospedale cittadino e offrirà nuove opportunità di sviluppo alla medicina territoriale.
“La sanità territoriale deve riuscire a conquistare un ruolo primario nella promozione della salute di una comunità, delegando agli ospedali solo la cura delle fasi acute della malattia – è il commento della candidata del centro sinistra Lia Burgalassi -. In questo senso è altrettanto fondamentale che si provveda quanto prima all’ampliamento dei posti letto dell’ospedale di comunità e la creazione di posti letto hospice, necessari per consentire alle persone il diritto a un fine vita dignitoso e senza dolore”.
Poi Burgalassi fa il punto sulla nuova struttura che sorgerà in via Savonarola. “La Casa di comunità – le sue parole – rappresenta un presidio importante per la medicina del territorio e uno strumento fondamentale per coadiuvare il medico di medicina generale nella gestione del paziente più complicato. Nella nuova struttura dovrà inoltre trovare collocazione il Consultorio, il cui ruolo deve tornare a essere centrale nella tutela della salute, prevenzione ed educazione di donne, bambini e ragazzi”.
La presenza all’interno della nuova struttura di un maggior numero di servizi, attrezzature diagnostiche e figure professionali diverse, fa sapere Burgalassi, potrà garantire quella multidisciplinarietà indispensabile per gestire la complessità dei malati sul territorio. Il 35% della nostra popolazione è anziana. Per questo motivo è necessaria l’integrazione delle forze operanti sul territorio con quelle ospedaliere, al fine di favorire la migliore gestione delle patologie croniche e ridurre il ricorso al pronto soccorso e ai ricoveri ospedalieri, con un risparmio economico e migliore qualità di vita. Il modello della medicina di iniziativa (cronic care model), utilizzato alcuni anni fa, deve essere aggiornato e riproposto, perché consentiva una presa in carico complessiva e pro-attiva dei pazienti portatori di patologie croniche. In questo contesto, alla figura del medico di medicina generale deve essere affiancato l’infermiere di famiglia: un professionista che diventi punto di riferimento nella gestione delle cure domiciliari, nella programmazione di un corretto stile di vita e nella prevenzione.
“I problemi che affliggono la medicina del territorio – conclude Burgalassi – sono in parte simili a quelli delle strutture ospedaliere e legati soprattutto alla carenza di personale medico e infermieristico, alla scarsità di fondi che ne limita le potenzialità e alla burocrazia che sovraccarica i processi di cura. Durante la pandemia il ruolo del dipartimento della Prevenzione è stato riscoperto, ora non possiamo dimenticare quanto la prevenzione sia determinante per il mantenimento della salute. E la sanità territoriale in questo senso ha un ruolo fondamentale”.