Codice Rosso, “Possiamo Aiutarvi”: il messaggio dei Carabinieri alle donne. 40 arresti per violenza nel 2024
Livorno 25 novembre 2024 Codice Rosso, “Possiamo Aiutarvi”: il messaggio dei Carabinieri alle donne. 40 arresti per violenza nel 2024
Il 25 novembre ricorre la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, una ricorrenza voluta e istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che in questa data invita le istituzioni e le associazioni ad organizzare attività di sensibilizzazione.
“Orange the World” (“colora il mondo di arancione”) è il tema di questa giornata, perché l’arancione è il colore della campagna dedicata alla promozione dell’uguaglianza di genere e dell’emancipazione delle donne.
Tutti i militari dell’Arma di Livorno, in maniera empatica e grazie agli strumenti in loro possesso, sono quotidianamente impegnati a fornire aiuto e supporto a tutte quelle donne che si trovano in difficoltà, cercando di trasmettere loro la consapevolezza che insieme si può uscire da situazioni di violenza.
Tema quanto mai attuale alla luce dei continui “femminicidi” ma ci sono anche altre situazioni, solo in apparenza meno gravi, che insidiano quotidianamente le donne, tra questi troviamo il fenomeno comunemente denominato “stalking”, che corrisponde al reato di “atti persecutori” (art. 612-bis c.p.), ma anche i casi di maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.) e percosse (art. 581c.p.).
Proprio da pochi giorni, la mattina dello scorso 20 novembre, una delegazione del Soroptimist International Club di Livorno, guidata dalla Presidente Maria Emanuela Bacci di Capaci, ha fatto visita al Comando Provinciale di Livorno per donare alla Stazione Livorno Centro, dipendente dal locale Comando Compagnia, un kit di ascolto portatile per vittime di violenza di genere o domestica cd. “Una stanza tutta per sé… portatile” alla presenza delle maggiori Autorità della Provincia accolte per l’occasione dal Comandante Provinciale, Colonnello Piercarmine Sica.
L’iniziativa va ad aggiungersi alle tante altre portate avanti dal Club a supporto delle donne in difficoltà, con la finalità di agevolare l’azione di contrasto alla violenza come ricordato dalla Presidente nel suo intervento: “Le Soroptimiste realizzano progetti e promuovono azioni per la parità di genere ed il contrasto alla violenza. Questo importante service nazionale della “stanza tutta per sè”, in questo caso “portatile”, è nato dalla volontà di sensibilizzare sulle problematiche delle denunce, predisponendo ogni mezzo utile ad un approccio delle vittime che sia il meno traumatico possibile”.
L’efficace collaborazione avviata con il Soroptimist International d’Italia ha condotto, nel tempo, all’inaugurazione della stanza tutta per sé in tutte le Compagnie Carabinieri della provincia di Livorno: il 26 giugno 2015 presso la Stazione di Cecina, il 25 luglio 2017 presso la Stazione di Portoferraio, il 27 settembre 2017 presso la Stazione di Livorno Centro ed il 1° dicembre 2023 anche la Compagnia di Piombino è stata dotata della stanza portatile. Si tratta di locali appositamente dedicati all’ascolto, arredati in maniera idonea sotto l’aspetto logistico-funzionale, pensati per chi risente delle difficoltà di denunciare episodi che afferiscono alla sfera intima e privata.
Il progetto nazionale denominato “Una stanza tutta per sè” è nato nel 2015 da un protocollo tra l’Arma dei Carabinieri ed il Soroptimist International d’Italia, con lo scopo di incoraggiare le persone vittime di violenza di genere a rivolgersi alle FF.PP., sostenendole nel delicato momento della denuncia, ricreando un luogo protetto e accogliente dove poter raccontare quanto accaduto, determinando un rapporto meno traumatico con gli investigatori chiamati ad aiutarle.
Il kit di ascolto “Una stanza tutta per sé… portatile” è composto da un pc, un microfono ed una webcam contenuti in una valigetta portatile che consentirà ai militari di raccogliere, ovunque occorra, le testimonianze delle vittime di violenza (atti persecutori, maltrattamenti, stalking e ogni altro atto violento) e permetterà di registrare con elevata sensibilità acustica ogni elemento utile, senza interruzioni o richieste di ripetizioni, per un approccio il meno traumatico possibile. Lo scopo è quello di trasmettere una sensazione di attenzione alle sofferenze subite, sostenendo la vittima nel delicato ma decisivo momento della denuncia quale punto di partenza di un percorso di uscita dalla violenza.
A tal proposito, l’Arma, sin dal 2014, si è dotata inoltre della “Rete nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere”, strutturata su ufficiali di polizia giudiziaria, inseriti nell’ambito delle articolazioni investigative, quali quelli effettivi al Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Livorno, con il compito di sostenere i reparti nello sviluppo delle indagini. Il personale è stato allo scopo appositamente addestrato presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative, centro di alta qualificazione dell’Arma, ove vengono svolti annualmente corsi di formazione specifici in materia di violenza di genere.
L’Arma dei Carabinieri di Livorno, nell’anno in corso, ha continuato a focalizzare il proprio impegno al contrasto di tali crimini grazie al particolare contributo offerto dai referenti provinciali, inquadrati nel Nucleo Investigativo e facenti parte della rete locale e nazionale contro la violenza sulle donne, e gli altri militari specializzati che possono aiutare concretamente le vittime di violenza che si rivolgono all’Arma.
Con la sua struttura capillare sul territorio provinciale composta da 27 Comandi Stazioni dislocati nei maggiori centri urbani come nelle aree più decentrate, l’Arma tiene fede all’impegno di prossimità al cittadino ed in particolare alle donne che versino in condizioni di difficoltà non necessariamente fisica ma anche psicologica.
Significativo l’impegno dei Carabinieri del Comando Provinciale di Livorno nell’ultimo anno. Lo documentano i risultati da cui emerge un quadro operativo in merito alle attività svolte di assoluto rilievo, sia in ottica di prevenzione che di repressione dei delitti in materia di “codice rosso”.
In particolare, i casi seguiti dall’Arma in provincia, nell’anno in corso, in termini di dati, hanno portato a 40 arresti, a fronte di 23 nei dodici mesi precedenti (di cui 14 in flagranza di reato e 26 in esecuzione di provvedimenti dell’AG) ed a 192 denunce in stato di libertà, a fronte di 188 dei dodici mesi precedenti (sostanzialmente stabili). L’impegno in chiave di prevenzione nonché contrasto alla talvolta frequente reiterazione delle dinamiche delittuose domestiche, anche attraverso l’emissione di adeguati provvedimenti, nell’ultimo anno ha fatto registrare un sensibile aumento; in particolare è stata data esecuzione a 14 provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare (rispetto ai 6 dei dodici mesi precedenti) e 38 provvedimenti di divieto di avvicinamento alla persona offesa ed ai luoghi da lei abitualmente frequentati (contro i 20 del medesimo intervallo di tempo che precede); si tratta di un risultato che racchiude il diuturno e costante impegno di tutti i Comandi Stazione Carabinieri della provincia e da cui emerge sicuramente un aumento dei casi, determinato anche da una maggior presa di coscienza delle vittime di abusi accompagnato di pari passo da un incremento delle misure erogate a loro prioritaria tutela.
Dall’analisi dei dati è emerso un generale aumento, rispetto al 2023, delle denunce per tutti i reati da codice rosso e un più massiccio intervento in termini di provvedimenti irrogati dall’AG, scaturiti proprio dall’azione capillare dell’Arma labronica sul territorio in costante ascolto e vicinanza alle fasce più deboli.
Pertanto, l’invito dei carabinieri di Livorno resta sempre quello di rivolgersi alla caserma più vicina non solo per denunciare tutti quei fenomeni che possono avere i connotati della violenza, in qualunque forma venga espressa, senza attendere che questa divenga fonte di disagio, paura o addirittura pericolo, ma anche per un confronto su come gestire una situazione che si sta vivendo ma che non si riesce a comprendere a pieno. La funzione sociale del carabiniere è anche quella di offrire un consiglio ma, se necessario, un aiuto concreto, senza esitare né rimandare, ogni qualvolta si venga aggrediti o minacciati di aggressione fisica, a maggior ragione con l’uso concreto o potenziale di armi, quando si subisca violenza psicologica e quando si sta fuggendo con i propri figli da un contesto di pericolo per la propria e la loro incolumità.
Il Comando Provinciale dei Carabinieri di Livorno, forte della presenza tra le sue fila di personale formato e qualificato, anche femminile, orientato ad entrare in empatia con le donne che vivono una situazione di disagio o pericolo, vuole essere in questo un punto di riferimento. Simbolicamente, la facciata della caserma “Generale Giuseppe Amico”, sede del Comando Provinciale Carabinieri di Livorno, verrà illuminata anche quest’anno di colore arancione ma altrettanto verrà fatto per le caserme di Cecina, Piombino e Portoferraio quale visiva dimostrazione della vicinanza dell’Arma a chiunque sia vittima di violenza e necessiti di aiuto e come convinta ed attiva partecipazione alla rete nazionale e provinciale contro la violenza sulle donne. A tale riguardo numerose sono le iniziative e gli incontri che vedono coinvolti i carabinieri sia nel capoluogo che in provincia, in particolare in questi giorni, allo scopo di diffondere informazioni utili per chi ha bisogno di aiuto. In quest’ottica nelle caserme della provincia saranno disponibili brochure informative.
Il leitmotiv dell’Arma dei Carabinieri, ogni giorno, ma con più forza nella giornata simbolo della lotta alla violenza di genere è: “Possiamo Aiutarvi”.
Da sempre in prima linea contro ogni forma di violenza, i Carabinieri si sono dotati di diversi e specifici strumenti a partire dalla Sezione Atti Persecutori – collocata nell’ambito del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche – che da oltre un decennio svolge attività di studio ed analisi del fenomeno, elaborando valutazioni sui fattori di rischio in favore dei reparti distribuiti su tutto il territorio nazionale e programmi di formazione del personale.
Uno dei supporti concreti forniti dal Reparto è il “prontuario operativo”, un importante documento contenente le migliori pratiche per la gestione dei casi, nonché corsi basici e specialistici per i militari.
A questo si aggiunge, sin dal 2014, la “Rete nazionale di monitoraggio sul fenomeno della violenza di genere”, strutturata su marescialli e brigadieri delle articolazioni investigative territoriali e formati presso l’Istituto Superiore di Tecniche Investigative attraverso specifici corsi.
Sono passati 8 anni dal 25 novembre 2016 quando, in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, è stato sottoscritto un Accordo tra i Ministri della Difesa e per le Pari Opportunità, cui è seguito una collaborazione tra il Dipartimento delle Pari Opportunità e l’Arma che ha portato la citata Sezione Atti Persecutori del RACIS allo sviluppo di attività di ricerca e analisi, alla formazione del personale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e degli operatori del numero di pubblica utilità “1522”, nonché a svolgere attività di sensibilizzazione in favore delle scuole. Inoltre, su richiesta del D.P.O., l’Arma ha effettuato una mappatura dei Centri Antiviolenza presenti sul territorio al fine di verificarne l’operatività nell’ambito dell’assistenza alle vittime.
Tra gli ulteriori protocolli ricordiamo l’accordo operativo sottoscritto lo scorso 17 novembre 2021 con il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP), che ha l’obiettivo di fornire specifici elementi di psicologia comportamentale per migliorare le capacità di interazione con le vittime vulnerabili, sia nel primo contatto in situazioni di emergenza, sia nel successivo percorso di formalizzazione della denuncia.
Non da ultimo l’Arma ha partecipato alla realizzazione ed utilizza attivamente il sistema “Scudo”, una banca dati dedicata, volta a fornire ai militari, nell’immediatezza degli interventi, un quadro informativo completo su eventi pregressi e soggetti coinvolti e quindi, anche alla luce del “Codice Rosso”, adottare sin da subito provvedimenti a tutale delle vittime vulnerabili – donne e minori.