Provincia 3 Febbraio 2025

Il Teatro Solvay passa al Comune alla simbolica cifra di un euro

Il Teatro Solvay passa al Comune alla simbolica cifra di un euroRosignano Solvay (Rosignano Marittimo, Livorno) 3 febbraio 2025 Il Teatro Solvay passa al Comune alla simbolica cifra di un euro

Il passaggio del Teatro dalla Società Solvay al Comune di Rosignano Marittimo è stato perfezionato e concluso il 30 gennaio 2025 nello studio del notaio D’Abramo a Rosignano Solvay, alla presenza della Dirigente del settore Servizi alla persona, Simona Repole, in rappresentanza del Comune, del Country Manager Raffaele Calabrese De Feo e del Direttore dello Stabilimento di Rosignano, Nicolas Dugenetay, per Solvay Chimica Italia Spa.

L’amministrazione comunale aveva ricevuto la struttura in proprietà superficiaria per dieci anni, sempre con un atto notarile siglato nel giugno del 2017, quando era Sindaco Alessandro Franchi. Allo scadere dei dieci anni – se non fossero intervenuti fatti nuovi – tutto sarebbe ritornato alla Società Solvay. Nel frattempo, con la possibilità di accedere ai fondi del PNRR, il Comune ha ripreso il confronto con Solvay, fino al trasferimento definitivo del teatro che è stato ceduto per la cifra simbolica di un euro più Iva, ovvero 1,22 euro in tutto: un bonifico da “incorniciare” e inserire nella lunga storia del Teatro, che nel 2028 compirà i suoi primi cento anni di vita. Un teatro, quindi, che potrà continuare ad essere una delle memorie storiche del territorio, mantenendo per sempre il nome di Teatro Solvay (o Centro Culturale Solvay).

L’acquisizione definitiva del Teatro Solvay – ha commentato il Sindaco Claudio Marabotti – è un atto simbolicamente molto importante, perché questa struttura ha rappresentato e rappresenta il cuore della vita culturale di Rosignano Solvay e dell’intero Comune. Ha alle spalle una storia importante ed è un enorme piacere poterlo avere non solo in uso, ma in proprietà. In questo modo l’amministrazione potrà programmare un restauro progressivo della struttura, che ha dimensioni importanti, per farla tornare con gradualità ad essere un centro polivalente di vita culturale, dove andare non solo per assistere agli spettacoli teatrali, ma anche per molte altre cose”.

Il Teatro Solvay ha sempre rappresentato un centro culturale e artistico pulsante, al servizio di tutta la comunità – afferma il Direttore Nicolas Dugenetay – di questo siamo particolarmente orgogliosi, non solo perchè ciò riflette lo spirito con il quale la sua realizzazione venne a suo tempo concepita quasi cento anni fa, ma anche perché questo passaggio si allinea con la visione di Solvay, nell’ambito delle sue politiche di responsabilità sociale d’impresa e di promozione attiva dello sviluppo del nostro territorio”.

UN PO’ DI STORIA

Correvano gli anni Dieci del Novecento quando i fratelli Ernest ed Alfred Solvay cominciavano a intraprendere il percorso dello stabilimento di Rosignano per la produzione della soda secondo il processo chimico messo a punto da Ernest. La fabbrica con i suoi capannoni e le ciminiere prendeva forma e, seguendo un’idea di paternalismo tardo-industriale tipica fra Ottocento e Novecento in molti Paesi europei, accanto alla fabbrica cresceva quella che, anni dopo, a Rosignano Solvay sarà chiamata la “città giardino” in cui si mescolano architettura nordica con qualche richiamo alla mediterraneità dei luoghi. Gli edifici costruiti per i dipendenti si presentavano (e si presentano ancora) in laterizio tipicamente nordeuropeo, con comignoli allungati ed ampi, e con tanti altri elementi ispirati alle case che popolano il Belgio, da dove arrivarono Ernest Solvay e il nuovo processo chimico finalizzato alla fabbricazione della soda, ma anche della soda caustica e del bicarbonato.

L’insediamento di Rosignano, che aggiungerà poi Solvay per distinguere il nuovo insediamento dal borgo storico di Marittimo, era un luogo – siamo attorno al 1917 – nato dal nulla. Prima c’erano campi e macchia, con il mare a lambire una costa che mescola roccia e spiagge. In questo contesto stavano così crescendo una struttura industriale (che con il passare del tempo introdurrà molte altre lavorazioni di prodotti chimici) e un paese posizionato nell’ambito di un disegno ortogonale percorso al centro da una via dritta (che fu intitolata a Ernest Solvay, oggi via Allende), percorrendo la quale – da nord verso sud – il cancello principale della fabbrica (detto comunemente Porta Castiglioncello) inquadrava perfettamente una delle ciminiere.

Lo stabilimento rappresentava il lavoro, le case per i dipendenti – tutte con orto o giardino – erano sinonimo di quiete domestica, gli edifici scolastici la volontà di fornire un’istruzione ai ragazzi, la chiesa serviva per nutrire l’anima, il “circolino” era lo svago dopo il lavoro come il circolo e stabilimento balneare dei Canottieri. Mentre il complesso del Teatro Solvay – realizzato nel 1928 – era destinato a divenire, come poi è accaduto, un luogo di cultura che attraverso decenni raggiungerà vette di eccellenza. E tutto questo grazie alla passione di Dino Lessi, scomparso nel 2005 a 104 anni: era il direttore-organizzatore (dipendente della Solvay), o meglio ancora l’anima di questo teatro di provincia edificato in tipico “stile Solvay”, che di recente è stato riconosciuto come teatro storico.

Dino Lessi, al quale sono stati intitolati i giardini che circondano l’edificio del Teatro, era un’enciclopedia vivente sul fronte della prosa, della lirica e della musica. Conosceva tutto e tutti. In cartellone proponeva spettacoli, opere e concerti di grande qualità. Era un luogo, il Teatro, dove andava formandosi l’identità sociale e culturale della cittadina nella quale erano arrivate famiglie dai territori limitrofi, ma anche da più lontano.

Per quanto riguarda la prosa sono passate da Rosignano tutte le più grandi compagnie, i più grandi attori e registi della scena italiana: Vittorio De Sica, Vittorio Gassman, Gino Cervi, Giorgio Albertazzi, Anna Proclemer, Annamaria Guarnieri, Valeria Moriconi, Manuela Kustermann, Enrico Maria Salerno, Valeria Valeri, Paolo Stoppa… ma anche la lirica ha avuto un ruolo importante con la presenza di cantanti indimenticabili, dal livornese Galliano Masini a Mario Del Monaco fino a Magda Olivero. Oggi, nell’atrio di ingresso e nel foyer, sono visibili locandine e altri cimeli storici che ricordano quelle stagioni cosi affascinanti e ormai lontane, per tutti coloro che amano frequentare il teatro.

Passando da una ristrutturazione a fine anni 80, grazie alla quale la sala ha assunto la sua configurazione attuale con circa 600 posti tra platea e galleria, il teatro ha nel tempo mantenuto una sua identità e la funzione storica di luogo di aggregazione sociale e culturale, che ha senz’altro avuto nuovo impulso a seguito dell’accordo tra Solvay e Comune di Rosignano Marittimo del 2017, grazie anche alla ripresa delle stagioni di prosa che hanno avuto un successo crescente.

Ma la struttura del Teatro e Cinema Solvay (sono pure ricominciate con elevato gradimento le proiezioni di film) è anche altro, perché la Società Solvay aveva pensato e realizzato un edificio dove trovavano posto molteplici attività: il “circolino ricreativo”, la sala prove della Banda, le aule per i corsi di lingue, quelle per la musica e le sale per la scuola di danza, e ancora i corsi di pittura e di fotografia… e poi c’era ed esiste tuttora l’Università Popolare, che gestiva e curava questo patrimonio culturale che è stato fondamentale per la crescita della comunità di Rosignano Solvay. Nel 2018, anno in cui il Teatro ha compiuto novant’anni, c’è stata una grande festa con una massiccia presenza di pubblico. Una serata fra amarcord (anche con la proiezione di meravigliose foto storiche in bianco e nero) e futuro. Una festa che ha permesso di ricominciare a scrivere una grande storia.

Il Teatro Solvay passa al Comune alla simbolica cifra di un euro

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