Gestione rifiuti a Livorno, le osservazioni del circolo Legambiente
Livorno 11 aprile 2025 Gestione rifiuti a Livorno, le osservazioni del circolo Legambiente
La chiusura del termovalorizzatore (TVR) a favore di tecnologie più performanti (ossicombustore di Peccioli), sarebbe giusta e condivisibile, ma la logica ci insegna che prima si dovrebbero costruire gli impianti nuovi, si dovrebbero mettere a punto e poi, quando sono in grado di sostituire convenientemente ciò che esiste già, si dovrebbero dismettere gli impianti vecchi. Purtroppo così non è stato fatto e Livorno, ad oggi, è senza impianti sia di recupero che di riciclo. Vale la pena di ricordare che il TVR del Picchianti ha una autorizzazione all’esercizio valida fino al 2040, e quindi la spesa per il revamping (15 M€) sarebbe stata ammortizzabile e conveniente perché recuperabile in 4 o 5 anni, in attesa dell’entrata in funzione dell’ossicombustore, prevista inizialmente per fine 2026 ma che non è stato ancora autorizzato dalla Regione. Ossicombustore che comunque presenta già ora problematiche di copertura del finanziamento (128 M€), di governance qualora si realizzi l’entrata del “pubblico” nella sua gestione, nonché di capacità di recupero e smaltimento delle quantità attuali di rifiuti solidi indifferenziati prodotti.
La raccolta differenziata porta a porta (PAP) funziona solo se c’è la piena e convinta collaborazione dei cittadini:il PAP attuale sta funzionando sempre peggio perché, così come è stata concepita, è un aggravio per i lavoratori addetti ed è mal tollerata dai cittadini. Essa fu introdotta senza un’adeguata e indispensabile comunicazione e informazione verso la cittadinanza. Fu forzosamente calata dall’alto senza tenere conto di specificità rionali e/o zonali: il risultato è che sta diminuendo la percentuale di raccolta dal 70% al 62%. Si rende ora necessario un ripensamento globale del PAP per adeguarlo alle reali esigenze del territorio.
E’ poi necessario accelerare la costruzione dell’impianto Fanghi-Forsu, finanziato dal Pnrr e finalizzato a recuperare bio-metano dalla frazione organica dei rifiuti, insieme con i fanghi dell’impianto di trattamento acque. Purtroppo nella progettazione del nuovo impianto di trattamento fanghi non si è prevista la realizzazione concomitante anche di un nuovo centro di raccolta, in sostituzione del centro Picchianti che doveva essere chiuso per far posto al nuovo impianto. Il problema è che il nuovo centro di raccolta, che sarà delocalizzato nella zona di via delle Corallaie, non sarà pronto prima di un anno circa: questo significa che per almeno 10 mesi i cittadini e le imprese livornesi avranno un solo centro di raccolta, quello di via Allende, mentre per una città come Livorno erano stati previsti almeno quattro centri.
Per concludere: negli ultimi anni in cui è stato socio di maggioranza di RetiAmbiente, il Comune di Livorno non ha inciso nelle strategie del gestore unico dell’Ato Costa: nessun rappresentante di Livorno sedeva (né siede ora) nel cda. Crediamo sia giunto il momento di orientare in maniera più efficace la strategia di AAMPS, che oggi si ritrova senza impianti, con una percentuale di raccolta differenziata scesa di 8 punti in pochi anni e con un bilancio chiuso in pareggio solo grazie ai generosi interventi del Comune attraverso la fiscalità generale. Senza un piano industriale che traguardi nuovi asset impiantistici a servizio della raccolta differenziata e capace di candidarsi alla progettualità necessaria per chiudere le filiere del riciclo anche per la frazione più cospicua dei rifiuti speciali, non si va da nessuna parte.
Il direttivo del circolo Legambiente di Livorno “Luciano De Majo”