Assemblea alla Terrazza Mascagni contro il transito di armi nel porto: “Non vogliamo essere complici”
Livorno, 17 aprile 2025 Assemblea alla Terrazza Mascagni contro il transito di armi nel porto: “Non vogliamo essere complici”
Si è svolta nel pomeriggio di sabato, presso la Terrazza Mascagni, un’assemblea pubblica organizzata dal Gruppo Autonomo Portuale per discutere delle recenti movimentazioni di materiale bellico all’interno del porto cittadino. L’incontro ha visto la partecipazione di rappresentanti dei sindacati di base (UniCobas e USB), del rappresentante territoriale della UIL Trasporti, delle forze di opposizione presenti in Consiglio comunale (Buongiorno Livorno e Unione Popolare), di esponenti del movimento antimilitarista livornese e di numerosi cittadini. Presente anche il sindaco di Livorno, Luca Salvetti.
L’assemblea si è aperta con un’analisi delle recenti scelte politiche a livello nazionale, in particolare sul disegno di legge 1660 e sulla recente approvazione parlamentare del programma ReArm. Si è poi entrati nel merito degli avvenimenti della scorsa settimana che hanno coinvolto il porto di Livorno, dove la nave BBC Berger è stata caricata con materiale bellico, tra cui lanciamissili, container della divisione TSMO – specializzata nella guerra informatica – mezzi per il trasporto truppe e generatori da campo. Il carico è stato movimentato con la collaborazione di mezzi e personale del terminal Mater Neri S.p.A.
Secondo i dati condivisi durante l’incontro, l’export di armi italiano ha registrato nel 2024 un incremento del 26%, raggiungendo un valore superiore ai 7 miliardi di euro, con un aumento del 126% rispetto al quinquennio precedente. A ciò si aggiunge la vicinanza strategica con Camp Darby e la decisione del governo statunitense di rafforzare la presenza militare in Medio Oriente, elementi che rendono probabile un’intensificazione del traffico bellico nel porto livornese.
Nel suo intervento, il sindaco Salvetti ha ribadito la posizione dell’amministrazione comunale, annunciando l’attivazione di un tavolo di confronto con la Prefettura e l’Autorità Portuale per verificare il rispetto delle normative vigenti. “Il porto di Livorno non è abilitato alla movimentazione di sistemi d’arma attivi – ha precisato il primo cittadino – e ci impegneremo affinché sia fatta chiarezza, anche sul transito di questi materiali all’interno del territorio comunale.”
Al termine dell’assemblea, i promotori hanno chiesto sostegno in vista di una possibile mobilitazione contro l’arrivo di nuovi carichi bellici nel porto. Ampio il consenso raccolto da parte dei movimenti antimilitaristi, dei sindacati di base e dei gruppi politici presenti, anche nel caso in cui non vengano ravvisate violazioni legali, ma soltanto su base etica e morale.
Più cauto invece l’atteggiamento del rappresentante della UIL Trasporti, che ha dichiarato: “Le sensibilità all’interno dei sindacati confederali sono differenti. Non metteremo a repentaglio l’unità sindacale per una questione strettamente politica. Interverremo solo se verranno meno i presupposti per la sicurezza dei lavoratori o in presenza di violazioni di legge, ad esempio con carichi di armamenti attivi.”
Il Gruppo Autonomo Portuale ha chiuso l’assemblea con un appello: “Ci batteremo con ogni strumento possibile affinché Livorno e il suo porto siano crocevia di pace, non di morte. Ogni volta che un carico di armi sarà presente in porto, ci mobiliteremo. Chiediamo il sostegno di chi crede ancora nell’etica e nella responsabilità civile, perché il silenzio è complicità.”