Luca Salvetti: “Chi non celebra il 25 Aprile, dica se voleva che vincesse Hitler”
Livorno 26 aprile 2025 Luca Salvetti: “Chi non celebra il 25 Aprile, dica se voleva che vincesse Hitler”
Il discorso del sindaco di Livorno Luca Salvetti durante la giornata dell’80° anniversario della liberazione
Come arriviamo a questa giornata e a questo 80esimo della Liberazione?
12 mesi fa eravamo preoccupati ma speranzosi che l’80esimo avremmo potuto viverlo con più fiducia. Beh il quadro mi appare ancora più difficile.
Arriviamo a questa giornata mentre a livello mondiale divampano due guerre con risvolti terribili che ci angosciano e con Capi di Stato che hanno le mani sporche di sangue di uomini, donne e bambini innocenti.
Con chi guida il più importante paese al mondo che parla di deportazione di esseri umani mentre la Segretaria di Stato di quello stesso paese si fa immortalare con alle spalle gabbie in cui sono detenuti esseri umani che, a prescindere dal reato commesso, non possono e non devono essere mostrati come prede senza dignità.
L’Unione Europea è in grande affanno con al suo interno leader sovranisti che approvano leggi con insopportabili strette sui diritti umani e sulle libertà civili.
Nel nostro paese, nella nostra regione, ma in alcuni casi anche nella nostra Livorno, osserviamo comportamenti e scelte che mettono in discussione valori imprescindibili che sono stati la base della lotta al nazifascismo, della democrazia e della nostra costituzione.
Beh inutile dirlo non ci arriviamo bene a questo 80^ anniversario della Liberazione, ci arriviamo come se i nostri territori, le nostre città e il mondo intero fossero in preda ad una malattia contro la quale stentiamo a trovare le cure. Ogni giorno ci interroghiamo su quali possano essere gli anticorpi a questa malattia che sembra espandersi ovunque nel mondo. Gli anticorpi esistono e risiedono nella coscienza civile, quella personale, individuale e collettiva.
La coscienza civile che noi e tanti altri portiamo nelle piazze dove si festeggia il 25 aprile. La coscienza civile intesa come capacità dei cittadini di essere consapevoli dei propri diritti e rispettosi dei propri doveri, di partecipare attivamente alla vita pubblica e di contribuire al bene comune.
Serve promuovere la partecipazione, la trasparenza e la responsabilità delle istituzioni, difendere i diritti, puntare sulla coesione sociale con alla base valori condivisi come la solidarietà, la giustizia e la tolleranza.
Noi in questa città stiamo facendo questo e lo facciamo con orgoglio e a testa alta. Lo facciamo spesso in maniera anche spontanea, perché tanti di questi valori fanno parte del nostro dna. Ma tutto quello che ha fatto parte del nostro passato deve essere visibile nel presente e caratterizzare il progetto futuro di questa città. Oggi nelle piazze siamo in tanti e io di questo sono particolarmente felice.
Festeggiamo e lo facciamo come sempre, in un modo che in queste ore risulta anche consono e adeguato anche ad omaggiare la memoria di Papa Francesco che, ne sono certo, mai e poi mai avrebbe voluto che la sua scomparsa potesse limitare una giornata come questa, in cui i messaggi e le indicazioni che lanciamo e che si basano sui valori di pace, equità, giustizia, accoglienza che stanno tutti dentro questa celebrazione, stavano nelle speranze, nelle convinzioni e nei discorsi del pontefice.
Chiudo tornando a pensare a chi in questi anni ha deciso che il 25 aprile non fosse degno di essere un giorno di mobilitazione collettiva. A chi, anche a Livorno, ha fatto finta di non poter esser presente o di ritenere questa data troppo divisiva. Voglio rivolgermi a loro facendo mie le parole che qualche giorno fa ho ascoltato durante un intervento dello storico Alessandro Barbero che in un attimo ha spiegato da par suo ciò che avevo in testa:
“Il 25 aprile non si celebra soltanto l’insurrezione dei partigiani che hanno liberato le città italiane, si celebra la fine della guerra, la sconfitta dei tedeschi, la distruzione della tirannia fascista.
Questo si celebre il 25 Aprile e si celebra il fatto che grazie all’insurrezione dei partigiani l’Italia, che quella guerra l’aveva cominciata dalla parte sbagliata, dalla parte vergognosa, dalle parti di quelli che poi hanno fatto le camere a gas e i formi crematori, L’Italia o almeno un pezzo d’Italia è riuscita a combattere, anche a morire stando, dalla parte giusta.
Allora a quelli che oggi non si vogliono dire antifascisti e non vogliono celebrare il 25 aprile mi piacerebbe chiedergli se preferivano che gli alleati la perdessero la guerra, che le Nazioni Unite perdessero la guerra, che vincesse Hitler, che vincessero quelli delle camere a gas perché se è così puoi anche non andare a celebrare il 25 aprile, dimmelo in faccia però, vorrei vedere chi avrebbe il coraggio di dircelo in faccia che preferivano che vincessero le SS e non i partigiani”.
Così ha detto benissimo Barbero. Ma verranno a dircelo in faccia?
Non penso proprio. Penso invece che i più preferiranno nascondersi dietro qualche discorso di circostanza o qualche maldestro e imbarazzato escamotage per non essere qui insieme a noi a sostenere la coscienza civile di questa città, anticorpo etico e politico contro la degenerazione e l’impazzimento di questo nostro mondo.