“Fenomeno Maranza”: Giovani contro la violenza, Cgil grida alla discriminazione
“Sbarazziamoci della cultura maranza”: raccolta firme accende il dibattito a Piombino e Livorno
Livorno 25 maggio 2025 “Fenomeno Maranza”: Giovani contro la violenza, Cgil grida alla discriminazione
Ha suscitato polemiche la raccolta firme promossa da Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia, che ha lanciato una petizione dal titolo provocatorio: “Sbarazziamoci della cultura maranza”. L’iniziativa, che si è tenuta nei giorni scorsi a Piombino e Livorno, punta a sensibilizzare contro la violenza giovanile; il degrado culturale e l’idolatria di modelli diseducativi, soprattutto tra i più giovani.
A spiegare le finalità è Alessandro Palumbo, esponente di Gioventù Nazionale, che chiarisce il carattere “propositivo” dell’iniziativa. L’obiettivo principale, infatti, è quello di chiedere l’introduzione nelle scuole di percorsi educativi mirati, promossi in collaborazione con comunità di recupero e realtà che si occupano di dipendenze e disagio giovanile.
«Assistiamo a un crescente degrado culturale e sociale – ha dichiarato Palumbo – che si manifesta nei comportamenti violenti delle baby gang. Molti ragazzi idolatrano modelli negativi che li portano a commettere atti di bullismo, vandalismo, malamovida e microcriminalità. Servono interventi concreti dentro le scuole, per contrastare questa deriva».
La campagna è stata pubblicizzata attraverso volantini che ritraggono un giovane incappucciato con una bottiglia in mano, immagine che; secondo i promotori, vuole rappresentare una denuncia simbolica contro “la cultura del branco”. Tuttavia, è proprio questo aspetto visivo e lo slogan scelto ad aver generato le maggiori critiche.
Ad intervenire contro “Sbaraziamoci della cultura della Maranza” è stata la CGIL di Livorno, che ha espresso “forte preoccupazione” per i toni e i contenuti della campagna.
«Lo slogan e l’immagine utilizzati alimentano una narrazione pericolosa e discriminatoria – scrive la CGIL in una nota –. Si punta il dito contro un gruppo di giovani, spesso di origine straniera, trasformandoli in un bersaglio. È inaccettabile generalizzare in questo modo, criminalizzando intere fasce della popolazione giovanile».
Il sindacato Cgil sottolinea come iniziative del genere rischino di spostare l’attenzione dalle cause profonde del disagio sociale a una retorica divisiva, che rafforza i pregiudizi anziché promuovere soluzioni inclusive. In risposta, la CGIL ribadisce la necessità di costruire sicurezza “attraverso la giustizia sociale, non la paura”, con più diritti, servizi e rispetto per tutte e tutti.
Dal confronto tra le due posizioni emergono due visioni diverse ma convergenti su un punto: la necessità di affrontare con urgenza il disagio giovanile. Resta ora da vedere se la petizione di Gioventù Nazionale riuscirà a tradursi in proposte concrete e condivise, capaci di unire e non di dividere.