Attualità 21 Giugno 2025

Chi è il vero mostro? Una riflessione sui civili massacrati nella guerra tra Israele e Iran

Chi è il vero mostro? Una riflessione sui civili massacrati nella guerra tra Israele e Iran21 giugno 2025 Chi è il vero mostro? Una riflessione sui civili massacrati nella guerra tra Israele e Iran

Nel cuore di Teheran, sotto le macerie di un condominio sventrato, giaceva il corpo di Tara Hajimiri, una bambina di otto anni. Qualche tempo fa, in un video che ha fatto il giro dei social, ballava sorridente nello studio di un dentista. Ora non c’è più. È morta insieme ad altre decine di persone nel bombardamento di un edificio residenziale. Uno dei tanti colpiti dai missili israeliani nel tentativo – si dice – di eliminare bersagli militari “strategici”.

Video: Tara 8 anni mentre balla nello studio del dentista, vittima identificata dal New York Times 

Nel conflitto scoppiato tra Israele e Iran, la narrazione ufficiale sembra muoversi sempre sulle stesse coordinate: Israele bombarda solo obiettivi militari, l’Iran risponde con missili che colpiscono civili. Ma i numeri, i nomi, le storie, raccontano qualcosa di diverso. Secondo l’ong Human Rights Activists in Iran, sono già 657 gli iraniani uccisi, di cui 263 sono civili identificati. Altri 230 corpi non hanno ancora un nome. I feriti superano i 2mila. Numeri che smontano la retorica dei “bombardamenti chirurgici”.

Israele afferma di volere colpire solo esponenti delle forze armate iraniane. Ma cosa resta di questa pretesa quando un intero palazzo viene raso al suolo solo per eliminare un singolo scienziato, Abdulhamid Minouchehr? (Fonte Cnn).  Morti con lui anche Parnia Abbasi, aspirante poetessa e dipendente della Banca nazionale, e la sua famiglia. Il missile non ha colpito un bunker, ma una casa. Non ha ucciso un esercito, ma un padre, una madre, dei figli.

La differenza tra le cifre è spietata. Gli attacchi iraniani hanno causato 24 vittime civili in Israele. Ogni morte è una tragedia, ma quando si mettono a confronto i numeri – 24 da una parte, 657 dall’altra – viene da chiedersi: chi sta davvero massacrando i civili? Chi sta distruggendo interi quartieri, intere città, intere vite, nel nome della “difesa”?

È impossibile ignorare come Israele continui a usare una forza sproporzionata, senza curarsi delle conseguenze per le popolazioni civili. A Teheran l’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione di un intero distretto grande 30 chilometri quadrati, abitato da oltre 350mila persone. Dove dovrebbero andare? Come fuggire da un bersaglio che non ha confini né rifugi? I missili non aspettano. Non distinguono. Non risparmiano.

Israele giustifica i suoi attacchi dicendo che colpisce “strutture militari”. Ma quali sono queste strutture? E soprattutto: vale la pena uccidere un leader militare se per farlo si stermina un’intera famiglia, si annienta un palazzo, si spezza una comunità? Si può ancora parlare di legittima difesa, o siamo di fronte a una punizione collettiva, a un’azione che usa il terrore come strumento di guerra?

Nel caos della guerra, le immagini contano quanto le cifre. I corpi insanguinati sui letti di ospedale. Le madri che stringono i vestiti vuoti dei figli. Gli ospedali di Teheran che non riescono più ad accogliere tutti i feriti. E la rete internet oscurata, i social bloccati: un silenzio forzato che rende tutto ancora più buio.

Israele afferma che sta facendo di tutto per evitare vittime innocenti. Ma può esistere un “missile preciso” quando si colpisce una metropoli? Quando si ordina l’evacuazione di centinaia di migliaia di persone senza dare né tempo né vie di fuga? Quando si bombarda un edificio residenziale per colpire un solo uomo, condannando decine di altri alla morte?

Questa non è più solo una guerra tra eserciti. È una guerra contro i corpi fragili dei civili. E allora dobbiamo avere il coraggio di chiederci: chi è il vero mostro?
Quello che colpisce l’ospedale, o quello che rade al suolo un quartiere per uccidere un comandante?
Quello che piange 24 morti, o quello che li infligge a centinaia, con cinismo, con fredda lucidità, lasciando che la polvere ricopra ogni voce?

Non basta dire “Israele si difende” per assolverlo da tutto. Le guerre si giudicano anche dalle loro vittime. E in questa guerra, i numeri parlano chiaro.
Chi guarda, chi legge, chi pensa: non può far finta di non vedere.

Alcuni video

“La morte in diretta, ma tanto era una giornalista nella tv di stato Irib”. E’ come se avessero bombardato gli studi televisivi Rai di via Teulada a Roma o Corso Sempione a Milano

Chi è il vero mostro? Una riflessione sui civili massacrati nella guerra tra Israele e Iran

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