Cronaca 1 Luglio 2025

Rider sfreccia contromano e manca per un soffio una donna sulle strisce. La consegna vale più della vita di un pedone?

Rider sfreccia contromano e manca per un soffio una donna sulle strisceLivorno 1 luglio 2025 Rider sfreccia contromano e manca per un soffio una donna sulle strisce. La consegna vale più della vita di un pedone?

Sulle strisce a un passo dalla tragedia: il rider contromano e la vita messa a rischio per una consegna

Una donna attraversa regolarmente sulle strisce pedonali, un automobilista si ferma per farla passare, ma un attimo dopo il rispetto del codice stradale rischia di trasformarsi in una tragedia. Colpa di un rider lanciato a tutta velocità, in contromano, nel cuore della città.

L’episodio è accaduto alla fine di via Roma inizio di via Caduti del Lavoro. Un cittadino, che stava percorrendo in auto la stretta via Roma, ha raccontato quanto avvenuto nella scorsa calda domenica di giugno. Dopo essersi fermato per far attraversare una donna, ha notato un motorino spuntare improvvisamente a forte velocità, percorrendo la corsia opposta. In sella, un rider con lo zaino di una nota piattaforma di delivery.

«Ho suonato il clacson e urlato alla donna dal finestrino: ‘Corri, arriva uno scooter!’», racconta l’automobilista, ancora scosso. «La donna si è voltata, ha visto lo scooter arrivare e si è messa a correre. L’ha mancata per pochi centimetri, passando tra lei e la fiancata dell’auto». Il rider, invece di fermarsi o chiedere scusa, ha accelerato ed è sparito passando contromano dietro una curva cieca e oltretutto col semaforo a chiamata dell’autobus rosso (con il pericolo di fare un frontale)

Una scena che ha dell’incredibile ma che, purtroppo, rappresenta solo uno dei tanti episodi in cui si intrecciano il disagio lavorativo di chi fa consegne in città e il rischio per la sicurezza degli altri utenti della strada.

Chi lavora come rider lo sa bene: tempi strettissimi, pressioni costanti, paghe a cottimo e algoritmi che valutano ogni consegna. Fermarsi per pochi secondi può significare perdere un ordine, una valutazione positiva o addirittura la possibilità di lavorare nelle ore più redditizie. Ma tutto questo può mai giustificare comportamenti che mettono in pericolo vite umane?

La risposta è no.
Il diritto alla dignità di chi lavora non può e non deve andare contro il diritto alla sicurezza di chi cammina, guida o attraversa. La città è un luogo di convivenza, non un circuito di gara. Se è vero che i rider sono spesso costretti a ritmi disumani, è altrettanto vero che alcuni di loro – fortunatamente non tutti – adottano comportamenti sconsiderati, come circolare contromano, ignorare i semafori o attraversare incroci a tutta velocità.

Serve un’assunzione di responsabilità collettiva. Da parte delle piattaforme, che devono garantire condizioni di lavoro dignitose e non fondate sullo sfruttamento. Da parte dei rider, che devono ricordare che ogni scorciatoia rischiosa può costare caro, a sé stessi e agli altri. E da parte delle istituzioni, chiamate a controllare, sanzionare e, soprattutto, regolare un settore che oggi sfugge a molte delle norme tradizionali.

Questa volta è andata bene. Ma la domanda resta: quanto vale la vita di un pedone per quel rider che consegna un pasto?

Rider sfreccia contromano e manca per un soffio una donna sulle strisce

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