Tajani e le 12 stelle “israeliane” della bandiera europea, propaganda o svista?
30 giugno 2025 Tajani e le 12 stelle “israeliane” della bandiera europea, propaganda o svista?
Propaganda o svista? Tajani e le stelle “bibliche” dell’Europa
Il 29 giugno 2025, il Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha pubblicato un tweet che ha immediatamente suscitato polemiche e incredulità. Nel messaggio, condiviso sull’account ufficiale X (ex Twitter), Tajani scrive:
“Quarant’anni fa i leader europei scelsero la bandiera comune dell’Europa. Blu come il manto della Madonna, con le 12 stelle delle tribù d’Israele disposte in cerchio. Un simbolo dei nostri valori di libertà, delle nostre radici giudaico-cristiane.”
Quarant’anni fa i leader europei scelsero la bandiera comune dell’Europa. Blu come il manto della Madonna, con le 12 stelle delle tribù d’Israele disposte in cerchio. Un simbolo dei nostri valori di libertà, delle nostre radici giudaico-cristiane. pic.twitter.com/kEzKioTHe2
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) June 29, 2025
Una dichiarazione forte, che intreccia simbolismo religioso e riferimenti biblici in un contesto istituzionale europeo. Ma quanto c’è di vero in questa affermazione? E soprattutto: si tratta di una svista personale o di una strategia politica più ampia?
Tajani e le 12 stelle “israeliane” della bandiera europea, propaganda o svista?
La bandiera UE: le radici vere secondo Bruxelles
Secondo il sito ufficiale dell’Unione Europea, la bandiera a 12 stelle dorate su fondo blu rappresenta l’unità, la solidarietà e l’armonia tra i popoli d’Europa, non un’allusione alle tribù ebraiche. Le stelle non sono legate al numero degli Stati membri né ad alcuna etnia o tradizione religiosa. Il numero 12 è simbolo universale di completezza e perfezione.
Non vi è dunque alcun riferimento ufficiale alle “tribù d’Israele”. Né nelle dichiarazioni dei padri fondatori dell’UE, né nei documenti dell’epoca in cui la bandiera fu adottata (1985). Tajani sembra quindi deviare dalla narrazione storica ufficiale, alterando il significato simbolico del vessillo europeo.
L’Italia perde credibilità con affermazioni simili?
Sì, il rischio c’è. Quando un ministro degli Esteri — figura chiave nelle relazioni internazionali — diffonde pubblicamente informazioni storicamente errate o ideologicamente connotate, la credibilità dell’intero Paese ne risente. Non è solo una questione di imbarazzo istituzionale: Tajani parla a nome dell’Italia. E nel contesto attuale, in cui la comunicazione diplomatica è sotto i riflettori, ogni dichiarazione viene letta anche come un segnale politico.
In un’Europa che si sforza di mantenere un equilibrio tra culture, religioni e interessi strategici divergenti, richiami ideologici di questo tipo possono compromettere la posizione neutrale o moderata che l’Italia talvolta tenta di assumere.
Possono dichiarazioni del genere mettere a rischio la sicurezza nazionale?
In un mondo polarizzato, sì: è possibile. Quando un esponente di governo inserisce riferimenti religiosi specifici — in questo caso ebraici e cristiani — nel contesto della simbologia europea, può alimentare tensioni con altri mondi religiosi e culturali, in particolare con l’Islam.
Tajani ha dato involontariamente o meno un colpo al principio di laicità e neutralità che dovrebbe guidare le istituzioni europee. In tempi in cui il conflitto israelo-palestinese è esploso in nuovi fronti, come Gaza e persino l’Iran, messaggi percepiti come filo-israeliani potrebbero esporre l’Italia a minacce o ritorsioni, sia diplomatiche che sotto forma di atti terroristici.
Errore personale o parte di una strategia di disinformazione?
Difficile credere che Tajani — politico di lungo corso, già presidente del Parlamento Europeo — non conosca il significato ufficiale della bandiera UE. La sua scelta lessicale, densa di riferimenti religiosi, sembra più deliberata che ingenua.
Questo ci porta a una domanda inquietante: fa parte di una strategia più ampia? Negli ultimi mesi, diversi politici europei di area conservatrice o di destra hanno rilanciato l’idea delle “radici giudaico-cristiane” dell’Europa, un messaggio che si oppone alla multiculturalità e al secolarismo.
Se fosse disinformazione, a chi gioverebbe?
L’ipotesi più plausibile è che simili messaggi servano a rafforzare la narrazione pro-Israele, in un momento in cui l’opinione pubblica internazionale è sempre più critica verso Tel Aviv per le operazioni militari a Gaza e le tensioni con l’Iran.
Connettere le stelle della bandiera UE alle tribù d’Israele potrebbe riposizionare l’identità europea su un asse più filo-israeliano, suggerendo che l’Europa stessa trae la propria legittimità culturale dall’ebraismo. Questo, però, rischia di distorcere la realtà e banalizzare i crimini di guerra, offrendo una lettura moralmente ed emotivamente “giustificata” delle azioni israeliane.
Chi potrebbe muovere i fili di questa disinformazione?
Non ci sono prove dirette, ma si possono ipotizzare alcune direttrici:
-
Lobby pro-Israele: attive in numerosi Paesi occidentali, potrebbero incentivare narrazioni religiose e identitarie per consolidare il sostegno internazionale.
-
Partiti sovranisti e conservatori: interessati a rilanciare un’Europa “delle radici” in opposizione a quella multiculturale e laica.
-
Apparati della comunicazione politica: che testano l’impatto di questi messaggi sull’opinione pubblica, nel quadro di una strategia a lungo termine di polarizzazione ideologica.
In Conclusione:
Il tweet di Tajani non è solo una “gaffe”. È un messaggio potenzialmente pericoloso, che stravolge il significato ufficiale dei simboli europei, alimenta il sospetto di disinformazione e apre interrogativi inquietanti sul ruolo della propaganda nelle attuali dinamiche geopolitiche. Di fronte a crisi internazionali così gravi, ogni parola pesa. E ogni stella, anche su una bandiera, può diventare un simbolo di divisione più che di unione.