Infanzia negata: due ragazzini costretti a vendere di sera in strada alla Rotonda di Ardenza
"Tra accendini e fazzoletti: il lato invisibile della città"
Livorno 9 settembre 2025 – Infanzia negata: due ragazzini costretti a vendere di sera in strada alla Rotonda di Ardenza. Tra accendini e fazzoletti: il lato invisibile della città
Una serata di fine estate, le luci soffuse della Rotonda di Ardenza, il vociare dei livornesi che passeggiano tra lo stabilimento balneare e lo chalet. È qui che, intorno alle 21, si è presentata un’immagine che lascia sgomenti: due ragazzini di 14 o 15 anni, entrambi di colore, intenti a vendere accendini e fazzoletti a chi passava.
Non giocano con i coetanei, non si divertono spensierati come dovrebbe essere alla loro età. Invece, si muovono tra le persone con lo sguardo timido e il passo incerto, cercando di piazzare piccoli oggetti. Viene spontaneo chiedersi: è tutto regolare? Possibile che in una città come Livorno, così attenta a definirsi accogliente e solidale, nessuno si sia ancora accorto di nulla?
Un ragazzino a quell’età dovrebbe correre in un campetto, ridere con gli amici, sentirsi libero. Non battere la strada di notte, rischiando di diventare facile preda di chi potrebbe approfittarsi della loro fragilità. E se quegli oggetti fossero di provenienza illecita, la preoccupazione diventa ancora più grande; sarebbero già manovalanza della malavita, troppo giovani per rendersene conto e troppo soli per difendersi.
Dove sono i genitori? E se non ci sono, chi dovrebbe occuparsi di loro? La domanda pesa come un macigno, perché l’infanzia non dovrebbe mai essere lasciata senza protezione. La responsabilità non è solo delle famiglie, ma anche delle istituzioni e della comunità intera: scuole, servizi sociali, associazioni, cittadini.
Questi ragazzi non chiedono compassione, ma diritti. Il diritto a un’infanzia dignitosa, a un futuro che non sia rubato ancora prima di iniziare. Chi li vede e passa oltre, forse non si rende conto che, con il loro silenzio, rischia di legittimare un’ingiustizia profonda.
Livorno è una città di mare e di accoglienza, ma non può permettersi di chiudere gli occhi davanti a due adolescenti che, invece di vivere la propria età, sono costretti a cercare di sopravvivere. Non è solo una questione di decoro urbano, è una questione di umanità, dignità umana soprattutto diritto all’adolescenza.