Braccini (Fiom-Cgil): “L’Occidente ha tradito il lavoro. La Cina l’ha pianificato”
Livorno 19 ottobre 2025 Braccini (Fiom-Cgil): “L’Occidente ha tradito il lavoro. La Cina l’ha pianificato”
Mentre l’ideologia del “meno Stato, più mercato” ha smantellato tutele e diritti, la Cina ha costruito un sistema produttivo che guarda al futuro. E in Italia? Serve una nuova stagione di pianificazione collettiva, con il lavoro al centro.
Viviamo un’epoca in cui il modello economico occidentale mostra tutte le sue crepe. Per decenni ci è stato ripetuto che il mercato, se lasciato libero, avrebbe garantito benessere diffuso. Ma oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti: disuguaglianze crescenti, salari stagnanti, precarietà dilagante, filiere produttive smantellate e un sistema che premia il capitale a discapito del lavoro.
Mentre in Europa e negli Stati Uniti si rincorrevano slogan su transizioni green e digitali, altrove — in Cina — si costruiva davvero il futuro. Non per caso, ma attraverso vent’anni di pianificazione industriale e sociale. Il primato cinese nell’industria dei veicoli elettrici, oggi così evidente, è frutto di una strategia che ha visto Stato, industria e cittadini remare nella stessa direzione, coordinati da quattro piani quinquennali consecutivi.
Mentre da noi si discuteva, Pechino agiva. Oggi le città cinesi sono percorse da veicoli elettrici, alimentati da un ecosistema industriale e sociale che funziona. Il governo ha investito, incentivato, accompagnato. Ha sostenuto le imprese locali, ma anche attratto aziende straniere, con benefici fiscali e infrastrutture. Una visione, non una somma di interventi isolati. Una politica industriale che ha coniugato innovazione, occupazione e benessere collettivo.
Nel frattempo, l’Occidente ha abbracciato un’ideologia: “meno Stato, più mercato”.
Ha delocalizzato, deregolamentato, precarizzato. Ha svuotato la manifattura, indebolito le tutele, venduto la narrazione della competitività come panacea. Ha creduto che la globalizzazione potesse essere neutra, dimenticando che chi controlla le risorse reali detta le regole. La guerra in Ucraina ha svelato un’altra verità: il dollaro non è solo una valuta, è uno strumento geopolitico. Ma chi possiede beni reali — energia, filiere, tecnologia — oggi ha il potere vero. La Cina produce, la Russia ha risorse, l’Occidente… spesso solo finanza.
Come sindacalista, mi chiedo: dov’è oggi la nostra visione industriale? Dov’è la politica che difende il lavoro, e non solo il profitto? Continuiamo a parlare di transizione ecologica, ma chi la realizzerà, se le fabbriche chiudono e i giovani emigrano?
Serve una nuova stagione di pianificazione. Pubblica, collettiva, strategica. Serve che lo Stato torni ad avere un ruolo guida, non da spettatore. Ma soprattutto serve rimettere il lavoro al centro: non come un costo da contenere, ma come fondamento di giustizia sociale, dignità e sviluppo sostenibile.
Se continuiamo a inseguire un modello che produce solo capitale, ci ritroveremo con una società svuotata: ricca fuori, ma povera dentro. E la storia ci insegna che le società così non durano a lungo.
Massimo Braccini, segretario generale Fiom Livorno e Grosseto.