“Livornesi per sempre”: un viaggio nella memoria, nell’identità e nell’anima della città
Livorno 20 novembre 2025 “Livornesi per sempre”: un viaggio nella memoria, nell’identità e nell’anima della città
C’è una Livorno che resiste al tempo, ai cambiamenti e alle partenze. Una Livorno che rimane addosso, come un modo di guardare il mondo, di parlare, di ridere, di contestare. È quella raccontata in Livornesi per sempre, il volume che raccoglie storie, ricordi e frammenti di vita legati alla città, curato da Martina Dini per la collana “Antologica” di Edizioni della Sera.
Il libro non è solo una raccolta di racconti: è un mosaico di appartenenza, un inno alla libertà e alla spontaneità tipiche dei livornesi. Dini, attrice, regista e art counselor, ha scelto di dare voce a chi Livorno la vive, l’ha lasciata, l’ha ritrovata. A impreziosire il volume ci sono la prefazione dell’attore Paolo Ruffini e la postfazione di Cristiano Lucarelli, simbolo indiscusso dell’identità amaranto.
Le storie contenute nel libro attraversano generazioni e quartieri: dai tramonti infuocati sul mare ai canali della Venezia, dove sopravvivono antichi mestieri; dalle passeggiate sul lungomare con un “5 e 5” in mano alle scenografie naturali che hanno ispirato artisti come Fattori, Mascagni e Modigliani. Livorno emerge così come un luogo che si può amare, lasciare, criticare… ma raramente dimenticare.
L’opera indaga quella frase così comune tra chi nasce qui o ci arriva per caso: “A Livorno non c’è niente”. Una formula che spesso nasconde l’affetto di chi, dopo aver visto altri mondi, riconosce nella propria città qualcosa di irripetibile. L’identità livornese, fatta di ironia tagliente, vento di Libeccio e orizzonti colorati, diventa così il filo rosso che unisce tutte le voci del libro.
La presentazione ufficiale curata da Sandra Mazzinghi , che sarà ospitata sabato 22 novembre dalle ore 18 alla libreria Mondadori di Livorno, via Grande 197, riunisce gli autori e la curatrice in un dialogo aperto con i lettori. Un momento non solo culturale, ma anche comunitario, perché Livornesi per sempre parla proprio di questo: del senso di appartenere a un luogo che, nel bene e nel male, continua a chiamarti.
