Cronaca 22 Novembre 2017

Venerdì e domenica, dopo 129 anni al Goldoni ritorna il Nabucco

Un titolo molto amato, una collocazione degna della grande opera verdiana e un cast che premia la scuola lirica labronica. Venerdì 24 (20.30) e domenica 26 ritorna al Teatro Goldoni “Il Nabucco”,  creazione simbolo della produzione patriottica nelle quali si incarnarono nel 1842 gli ardori indipendentistici del periodo risorgimentale.

La direzione musicale dell’opera  di Marco Severi, musicista emiliano di grande esperienza formatosi sotto l’egida di Riccardo Muti e la lettura scenica del giovane torinese Matteo Anselmi, attore teatrale e di fiction televisive, punteranno molto sulla tradizione, mantenendo alta e costante la tensione drammatica sia corale (lo scontro tra due popoli contrapposti, Ebrei e Babilonesi), ma anche intima, dove dominano le passioni umane. Aspetti che saranno resi da una compagnia di canto che annovera alcune delle maggiori voci verdiane del panorama internazionale.

I costumi sono della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino nell’ambito del Protocollo d’intesa recentemente siglato “Opera nella Regione Toscana” 

personaggi e interpreti 

Nabucco Mauro Bonfanti

Ismaele Giuseppe Raimondo

Zaccaria George Andguladze

Abigaille Dimitra Theodossiou

Fenena Laura Brioli

Il gran sacerdote di Belo Alessandro Ceccarini

Abdallo Federico Bulletti

Anna Valeria Filippi

 

Direttore Marco Severi

Regia e luci Matteo Anselmi

Scene Cooperativa Francesco Tamagno – Torino

Costumi Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino

Orchestra Sinfonica Città di Grosseto

Coro Lirico Livornese, Maestro del coro Flavio Fiorini

Tra i titoli verdiani proposti dalla riapertura delTeatro Goldoni ad oggi – solo per rimanere agli anni più recenti – si ricordano le produzioni de La forza del destino (2005), Falstaff (2007), Otello (2007), Aida (2008 e 2016), Rigoletto (2010), La traviata (2012 e 2015), oltre alla proposta di originali concerti-spettacolo quali “Un certo signor Giuseppe” (2011) che raccontò lo straordinario rapporto tra il “Cigno di Busseto” ed il Risorgimento e “Riccardo il rivale” (2014) con cui si colse il suo rapporto con il coevo e grande Richard Wagner.

 La nuova proposta di Nabucco sarà affidata alla direzione musicale di Marco Severi, musicista emiliano di grande esperienza formatosi sotto l’egida di Riccardo Muti,  alla guida dell’Orchestra Sinfonica Città di Grosseto, sorta nel 1994 per volontà dell’Amministrazione Comunale della città toscana: un complesso di grande esperienza, versato sia sul versante sinfonico che su quello del repertorio lirico, sempre accolto dai consensi del pubblico e delle critica, attivo sia in Italia che all’estero (tra l’altro anche a Vienna per i tradizionali concerti di Capodanno)

La lettura scenica è firmata dal giovane torinese Matteo Anselmi, attore teatrale e di fiction televisive,  nonché attivo in tempi recenti anche come regista lirico (freschissimo il successo ottenuto al Teatro Nuovo di Torino dal suo spettacolo Macbeth # homo instabilis, liberamente tratto dalla tragedia shakesperiana e dall’omonima opera verdiana) e punterà molto sulla tradizione e sul gusto della messinscena “all’antica”, mantenendo alta e costante la tensione drammatica sia corale (lo scontro tra due popoli  contrapposti, Ebrei e Babilonesi), ma anche intima, dove dominano le passioni umane, con l’amore contrastato di Ismaele, nipote del re di Gerusalemme e Fenena, figlia del terribile sovrano babilonese, e la terribile gelosia della schiava Abigaille, uno dei personaggi più stimolanti e moderni della giovanile partitura verdiana.

Aspetti che saranno resi da una compagnia di canto che annovera alcune delle maggiori voci verdiane del panorama internazionale: è il caso delle due protagoniste femminili Dimitra Theodossiou che vestirà i panni di Abigaille e di Laura Brioli che sarà Fenena, figlia del re Nabucodonosor. Atteso e graditissimo ritorno quello dell’illustre soprano greco, autentica regina del belcanto belliniano e donizettiano e del repertorio drammatico d’agilità verdiano, recentemente approdato a grandi ruoli dell’opera naturalista quali Santuzza della Cavalleria rusticana mascaganana e della Floria Tosca pucciniana.

Theodossiou, è un’autentica beniamina del pubblico livornese e toscano fin dal suo esordio nella nostra città nelle vesti di Liù in Turandot (Teatro La Gran Guardia, 1999) e le successive apparizioni nell’Amico Fritz (2002) e nella Norma belliniana (Teatro Goldoni, 2006); tornerà al Goldoni in uno dei suoi ruoli d’elezione, da lei affrontato in sedi prestigiose (in primis il Festival Verdi di Parma, il Teatro delle Muse di Ancona e il Teatro Verdi di Trieste), nel 40° anniversario della morte di Maria Callas (1977-2017), mitico soprano, greco come la Theodossiou e storica ‘icona’ della lirica mondiale che proprio con questo titolo verdiano raccolse una delle prime consacrazioni italiane (al San Carlo di Napoli nel 1949, accanto al grande baritono toscano Gino  Bechi). Da sottolineare che Dimitra Theodossiou, che si è mossa fin dai suoi esordi nei grandi titoli legati al repertorio callasiano (quali Norma di Bellini, Anna Bolena di Donizetti, Medea di Cherubini, Il trovatore e La traviata di Verdi), è stata insignita di prestigiosi premi, quali l’Oscar della Lirica e il Verdi d’Oro.

Laura Brioli, noto mezzosoprano romagnolo ma da un oltre un decennio livornese di adozione, tornerà al Goldoni dopo i successi ottenuti in titoli quali Cavalleria rusticana (2004, spettacolo di apertura del restaurato Teatro Goldoni), La Gioconda, Aida e Carmen e dopo avere svolto, sempre all’interno del nostro Teatro, un’apprezzata attività di docente nel corso di alta formazione vocale per interpreti veristi denominato “Mascagni Opera Studio”

 Il ruolo del protagonista è affidato al baritono Mauro Bonfanti al suo esordio nella parte, dopo oltre dieci  anni di attività professionale che lo ha portato in numerosi teatri nazionali ed internazionali (Maggio fiorentino, Carlo Felice di Genova, Comunale di Bologna, Opera di Montecarlo, Nizza, Shanghai, ecc.), e che tornerà protagonista al Goldoni nella donizettiana Pia de’ Tolomei nel prossimo gennaio, dopo essere già stato applaudito nel nostro Teatro nelle vesti di Ford in Falstaff nel 2006.

Altro protagonista in ascesa nel panorama italiano e internazionale è il basso georgiano George Andguladze (al suo debutto nel ruolo di Zaccaria) la cui carriera si è consacrata negli ultimi anni in sedi prestigiose (Petruzzelli di Bari, Teatro Lirico di Cagliari, Regio di Parma, Festival Puccini di Torre del Lago, Israeli Opera di Tel Aviv) proprio nei grandi ruoli verdiani.

Gli altri ruoli maschili vedranno impegnati alcuni giovani cantanti ben noti al pubblico livornese per aver preso parte a recenti produzioni liriche del Teatro di tradizione livornese, in molti casi dopo aver affrontato con esiti molto lusinghieri i percorsi formativi di Opera Studio: è il caso di Giuseppe Raimondo (Ismaele), Federico Bulletti (Abdallo) e Alessandro Ceccarini (Il gran sacerdote di Belo).

Nel ruolo di Anna il mezzosoprano Valeria Filippi, già apprezzata in numerose produzioni liriche nel circuito toscano ma alla sua prima apparizione nel teatro della sua città natale. Le scene sono della Cooperativa Francesco Tamagno – Torino, mentre i costumi provengono dal Teatro del Maggio Musicale Fiorentino nell’ambito del Protocollo d’intesa “Opera nella Regione Toscana”.

 Una notazione sul coro, particolarmente importante in quest’opera tanto da essere assurto nella memoria collettiva fin dall’Ottocento con la sua mirabile e dolente pagina “Va pensiero” quale simbolo stesso dell’epoca risorgimentale: questa produzione si avvarrà del Coro Lirico Livornese, Maestro del coro Flavio Fiorini, professionista che vanta già una lunga collaborazione con il Goldoni in qualità di maestro collaboratore della produzioni liriche del Teatro, dopo essere stato reclutato nel Progetto LTL  Opera Studio.