Cronaca 5 Luglio 2019

Potere al Popolo Livorno sugli ultimi accadimenti alla Magna

Livorno – “Quanto sta succedendo alla Magna è un precedente pericoloso per il nostro territorio e il suo futuro sviluppo economico, sociale ed occupazionale.

Cerchiamo di riassumere brevemente i fatti: il 18 giugno la dirigenza convoca le RSU dicendo che ci sono problemi economici dell’azienda dovuti al calo del costo delle serrature (da 30 a 8 euro circa) che vengono costruite dalla multinazionale, si paventa un rischio chiusura se la fabbrica non si dovesse aggiudicare la commessa BMW, o meglio uno degli stabilimenti tra Germania, Polonia e Italia rischia di chiudere.

Per fare dumping salariale contro gli operai polacchi e tedeschi, si chiede di firmare un accordo che prevede che, in caso di aggiudicazione della commessa, i nuovi assunti perderanno la contrattazione di secondo livello e altri benefici per un totale di circa 200 o 300 euro mensili. Viene richiesta immediatamente la firma per questo accordo.

Le RSU prendono tempo, la firma da parte di FIOM e FIM verrà apposta il giorno dopo. USB si rifiuta di firmare.

A questo punto USB dice che la manovra dell’azienda è solo per abbassare i salari dei lavoratori e che quel piccolo risparmio non cambia certamente i conti in tasca a una multinazionale. Chiede che venga indetto un referendum tra i lavoratori di modo che siano interpellati e validare nel caso quell’accordo firmato solo da alcune rappresentanze sindacali.

Le firme necessarie non vengono raccolte, si arriva a circa 100 invece di 180.

Fino a qui una semplice cronaca dei fatti, ma adesso vogliamo fare un’analisi politica e di classe su quanto sta avvenendo.

Premesso che da parte nostra va la massima solidarietà a tutti i lavoratori Magna minacciati dall’azienda, dobbiamo sottolineare alcuni aspetti:

–              La dirigenza è riuscita subito a mettere uno contro l’altro i lavoratori e i sindacati, cosa che le permetterà di agire in discesa in qualsiasi scenario. Questi ultimi rischiano di darsi colpe a vicenda invece che individuare il nemico nel datore di lavoro che aveva promesso impegni per molti altri anni, avendo beneficiato di ingenti contributi pubblici.

–              Ad una multinazionale in crisi non basta risparmiare 200 euro per 40 lavoratori quando ha diverse migliaia di dipendenti sparsi per il mondo. E’ evidente che si tira la corda per vedere di “ruscolare” qualche incentivo, ma la decisione è già presa (se restare o chiudere), al massimo potrà essere rimandata di qualche anno.

–              Invece che cercare una sponda, un aiuto e la solidarietà dagli altri stabilimenti europei, si è preferito giocare al ribasso sulla pelle di altri lavoratori, non capendo proprio niente del concetto di lotta di classe che potrebbe portare invece a scioperi a livello europeo in tutti gli stabilimenti Magna, in solidarietà alle minacce dell’azienda.

–              La contrapposizione tra lavoratori e tra sigle sindacali è un gravissimo ritorno al passato, ai tempi del segretario Strazzullo che accompagnava a chiusura ogni fabbrica silenziando ogni protesta dei lavoratori, seguendo spesso le indicazioni del Partito Democratico.

–              La segreteria della Fiom livornese dovrebbe farsi qualche domanda su come sta gestendo le vertenze nella provincia, e magari fare anche un passo indietro o un cambio di strategia dato che negli ultimi anni nel nostro territorio hanno chiuso tutte o quasi le fabbriche metalmeccaniche e comunque sono stati persi migliaia di posti di lavoro e quindi di iscritti Fiom: Trw, Delphi, Magona, l’acciaieria di Piombino, la ex Trinseo. Sono rimaste la Pierburg, il Cantiere e quel che resta dell’acciaieria di Piombino, oltre alla Magna.

–              L’accettazione di un referendum su quell’accordo, sarebbe stato un importante segnale di responsabilità per tutti i lavoratori, e avrebbe probabilmente messo le basi per un futuro cammino insieme tra tutte le sigle sindacali nel prosieguo della vertenza e nel rispetto del volere dei lavoratori.

–              Gli scambi di accuse pubbliche e molto pesanti che abbiamo letto nei giorni scorsi sulla stampa, non fanno che indebolire la forza contrattuale dei lavoratori e dei sindacati, che abbiamo già visto pronti a scaricare, come detto, le responsabilità gli uni sugli altri invece che verso l’alto.

Tutto questo, a livello politico e sociale è sinceramente inaccettabile. I sindacati, tutti quanti, esistono per migliorare le condizioni dei lavoratori, dare consigli e supportare la lotta di classe. Speravamo che il lascito della positiva esperienza del Coordinamento Lavoratori Livornesi, restasse più a lungo impresso nella mente di tutte le sigle sindacali che oggi invece sono tornate a lottare tra loro invece che contro chi vuole sfruttare i lavoratori e intascare aiuti pubblici per fare profitti privati.

Speriamo che ci sia al più presto una ricomposizione nei toni, nei modi e nei metodi perché altrimenti la responsabilità sarà da allargare a tutti coloro che hanno preferito dividere le lotte invece che unirle.

Come Potere al Popolo vigileremo sul fatto che eventuali soldi pubblici, abbiano nell’accordo una clausola che vincoli l’azienda a restare un predeterminato numero di anni sul territorio, e in caso di delocalizzazione anticipata, sia prevista una penale, oltre alla restituzione di tutti i soldi pubblici ricevuti negli anni.

Se colpiscono uno, colpiscono tutti. Oggi più che mai”.

Potere al Popolo Livorno

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