Potere al Popolo su AVR: “Il sindaco obblighi a pagare gli stipendi o rescinda dal contratto”
Livorno 10 dicembre 2019 – La AVR, azienda che a Livorno ha vinto il bando AAMPS per la pulizia delle strade, è tristemente nota nella nostra città per l’introduzione del braccialetto elettronico ai lavoratori, caso di cui ci eravamo già occupati un anno e mezzo fa (https://livornopress.it/potere-al-popolo-2).
Purtroppo oggi Avr è nuovamente al centro delle cronache per il suo trattamento nei confronti dei lavoratori.
Se a Pisa già da un anno sono state denunciate le condizioni dei dipendenti AVR che hanno protestato per le situazioni proibitive in termini di vivibilità degli ambienti lavorativi, mezzi utilizzati, aumento spropositato dei tempi di lavoro, portando ad un aumento degli infortuni, degli incidenti su strada, dello stress psicofisico, a Livorno accade qualcosa di forse ancor peggiore: l’azienda che gestisce la pulizia delle strade e parte del porta a porta, ha smesso da tempo di pagare i contributi dei lavoratori.
Inizialmente ha bloccato i contributi a fondi pensione privati, poi le cessioni del quinto dello stipendio, e da ben sei mesi pare abbia smesso di pagare anche alcuni degli assegni familiari.
La scorsa estate ci furono anche ritardi nel pagamento degli stipendi, segno evidente che l’azienda ha grosse difficoltà che tenta di scaricare sui dipendenti.
Serve assolutamente una presa di posizione forte del sindaco e della giunta che altrimenti diventeranno complici di questa situazione in quanto l’appalto AVR è bandito da AAMPS, società al 100% partecipata del Comune di Livorno che non può rimanere indifferente a tali violazioni dei diritti dei lavoratori.
A Pisa ad esempio il Comune ha rescisso il contratto in quanto venuti meno i requisiti di affidabilità . Sarebbe l’occasione per reinternalizzare anche a Livorno questi lavoratori in Aamps dato l’evidente fallimento di esternalizzare il servizio a ditte che non garantiscono i diritti creando lavoratori di serie A e serie B (https://bit.ly/38l3B3V).
Oltre ai già citati casi di Pisa e Livorno, l’azienda ha palesato difficoltà economiche non pagando gli stipendi e altri emolumenti spettanti ai lavoratori, anche a Reggio Calabria come denunciato ad Aprile e pochi mesi fa ad Ottobre e a Novembre.