Attualità 23 Aprile 2020

Italia Viva: Il finanziamento straordinario dello Stato per la gestione sanitaria ed economica, il ruolo dell’Europa

Italia, economia (Livorno) 23 aprile 2020 –

Mario Antonio Gambacciani, Italia Viva Comitato Livorno e Costa Etrusca

Mario Antonio Gambacciani, Italia Viva Comitato Livorno e Costa Etrusca

: Una profonda recessione è già in atto e le dimensioni del deficit statale andranno a crescere sensibilmente fino a quando la disponibilità del vaccino permetterà un ritorno alla “normalità”. Le stime di contrazione del Prodotto Interno Lordo sono preoccupanti, come pure l’incremento della spesa pubblica per gestire l’emergenza sanitaria e quella economica.

Ne deriva un mix che farà esplodere il debito complessivo rispetto al PIL dall’attuale 135% e con esso la necessitò di assicurare il finanziamento a condizioni certamente più difficili.

La prima certezza è che senza l’Europa che compra senza limiti il nostro debito saremmo già in bancarotta. Le proposte della Lega al riguardo sono estremamente pericolose: facciamo a meno dell’Europa perché possiamo contare sul risparmio dei privati italiani che può essere forzatamente prelevato per acquistare il debito statale a tassi vantaggiosi!

Tre facili considerazioni che evidenziano la leggerezza e l’inconsistenza di tale proposta:

  1. Il risparmio italiano è importante ma è una goccia nell’acqua rispetto alla liquidità dei mercati mondiali che vedrebbero una facile preda per operazioni al ribasso senza la protezione dell’Europa.
  2. I saggi d’interesse sul prelievo forzoso dei cittadini italiani dovrebbero essere ben superiori a quelli marginali delle attuali emissioni del Tesoro, determinando un ulteriore fattore di esplosione del debito stesso e con esso del potere di acquisto della nostra moneta.
  3. Il ricorso ai mercati non potrà comunque essere evitato e nel nuovo scenario la strada per la bancarotta sarebbe più che plausibile e con essa il ricorso alle condizioni della troika del Fondo Monetario Internazionale.

Cosa è in discussione al momento in Europa di cui l’Italia potrà beneficiare:

  • Importanti fondi a prestito a tassi minimi e senza condizioni per coprire tutte le spese relative all’emergenza sanitaria e quelle della Cassa Integrazione. Fondi che quindi in mancanza dovremmo recuperare o con emissioni del Tesoro o con le tasse.
  • I Recovery Fund : cioè delle disponibilità europee a fondo perduto.

 

È chiaro che l’entità di quest’ultimi fondi è l’aspetto che più ci interessa: l’obiettivo è quello di farli finanziare con emissioni comunitarie (eurobond) in modo tale da creare un debito europeo verso i mercati per coprire uno straordinario piano di ripresa economica.

Perché le resistenze di alcuni partner europei, in particolare di quelli nazionalisti populisti amici stretti della Meloni e di Salvini?

La realtà è che la indispensabile partecipazione all’euro è subordinata all’impegno virtuoso di riavvicinare l’entità del debito nazionale a quello della media europea, per permettere una crescita equilibrata dell’insieme e con essa della comunità stessa. In ciò siamo inadempienti.

I paesi nordici non hanno particolare bisogno degli eurobond, perché possono sostenere il programma infrastrutturale attingendo al proprio debito, disponendo di margini ben diversi dai nostri. Gli eurobond sarebbero in poche parole forme di mutualizzazione dei debiti: potrebbero essere concessi per motivi di solidarietà, magari se accompagnati da un programma di riforme, a partire da quelle più complesse di cui comunque l’Italia ha bisogno.

Teniamoci stretta l’Europa, denunciamo nazionalisti e populisti per le loro proposte che ci porterebbero alla bancarotta, facciamo di tutto per meritarsi la solidarietà dei partner nordici! Stiamo chiedendo di fare “alla romana”. È in gioco il futuro dell’Europa e con esso anche quello dell’Italia.