Tamburini su AdSP: “la cancellazione delle riparazioni navali è già scritta.”
Bruno Tamburini, ex contrammiraglio in pensione ed esponente del centrodestra a Livorno, è intervenuto con una lettera sulla questione dei bacini.
«Il porto è il cuore di Livorno e Livorno è di tutti, destri e sinistri che siano. E scrivo per esprimere tutto il mio sdegno, la mia amarezza ed anche rabbia verso la decisione dell’Autorità Portuale che, a quanto mi risulta, ha respinto l’istanza della filiale locale di Jobson Group, finalizzata ad ottenere l’ormeggio alla banchina 76 per lavori importanti a rotazione a cinque grandi unità mercantili».
Tamburini, spiega di aver creduto inizialmente ad alcuni segnali di apertura: «mi ero un po’ illuso, anche se i forti dubbi di sempre permanevano, avevo visto che un certo numero di struzzi sembrava aver sollevato la testa dalla sabbia, magari a scopo elettorale», con «gli interventi del Vescovo, alcune iniziative pubbliche con grande risalto sulla stampa»
Invece la delusione: «la cancellazione delle riparazioni navali è ormai scritta con parole di fuoco sulle sacre tavole, leggasi Accordo di Programma del 2007, atto scellerato sottoscritto da ministero enti, istituzioni e sindacati, i peggiori. Ora credo che Massimo Netti, che bonariamente mi aveva dato della Cassandra ed anche altri che meno bonariamente mi avevano, penso in modo strumentale, accusato di ostacolare le loro manifestazioni, abbiano compreso le ragioni del mio pessimismo».
Tamburini ha parole di critica per le scelte e le azioni dell’Autorità Portuale, oggi Autorità di Sistema Portuale nell’area dei bacini e cita nella sua lettera due dichiarazioni del nuovo presidente Corsini: «“con la città che ha aggredito l’area, è difficile pensare ad un ritorno del settore….”, come se questo fosse stato un evento naturale, che so, una frana od uno tsunami e non una demenziale volontà politica», «“la zona dei bacini sarà pronta tra due anni” con tanti saluti alla conclusione della gara e quindi al ripristino della struttura grande in muratura».
Da qui l’amara constatazione: «Dopo questo lasso di tempo, qualcuno si sarà dimenticato, qualcun altro stancato di lottare e magari altri chiamati a sé dal Signore. Uno che aveva capito tutto sin dall’inizio è l’amico Massimo Luciani, che ha intrapreso la strada della magistratura ordinaria ed amministrativa, ma temo con lo stesso risultato, forse un giudice a Berlino lo trovi anche in Italia, a Livorno certamente no».