A Livorno nasce Unità d’Azione Comunista, “PCI e PC trovano l’incontro”
Presso il circolo Arci La Rosa di via dell’Ardenza, la Federazione Comunista Ilio “Dario” Barontini e la Federazione di Livorno del Partito Comunista Italiano hanno presentato davanti a circa 70 persone, tra cui molti giovani, la piattaforma di Unità d’Azione Comunista.
I due segretari, Luigi Moggia e Lenny Bottai, accompagnati al tavolo dai rispettivi dirigenti Lorenzo Cosimi e Simone Mazzantini, coordinati dal giornalista Aldo Galeazzi, hanno illustrato quella che rappresenta sicuramente una particolarità del panorama politico italiano, infatti i due partiti comunisti (PCI e PC) hanno trovato un punto di incontro per unire le forze in un programma locale di lotta volto a cambiare i rapporti di forza in città.
Per la Federazione livornese del PC di Marco Rizzo, questa scelta è valsa allontanarsi dalla linea del partito nazionale, senza particolari rotture, proprio perché la dinamica di unire le forze veniva impedita dalla linea del PC.
“Abbiamo ascoltato le voci dei lavoratori, delle persone” dice Bottai “che lamentano divisioni, confusione, e non capiscono perché i partiti comunisti debbono sempre essere divisi, ed abbiamo iniziato perciò una riflessione di un percorso comune di lotta, che, a scanso di equivoci, non è elettoralistico, essendo molto lontani dalle amministrative.
Per noi è valso abbandonare il PC, i ruoli anche importanti nel nazionale, che non avrebbe permesso questa esperienza, speriamo ad ogni modo di lanciare un segnale importante perché questa scelta a Livorno ha il suo perché.
Noi lo abbiamo fatto per la città e perché non ci interessava anteporre a questa le guerre di bottega all’agire politico concreto su Livorno, dove i numeri indicano che abbiamo entrambi un ruolo non marginale”.
Anche il segretario del PCI Moggia si è detto soddisfatto dell’iniziativa e della presentazione, molto partecipata “abbiamo pensato a tracciare un percorso di iniziative e lotte da seguire insieme guardando alla grande maggioranza dei punti che condividiamo, sempre nel rispetto delle reciproche soggettività, il resto lo vedremo strada facendo, comunque vada, era nostro compito tentare questo passo per dare voce ad una sinistra di classe che a Livorno ha la sua importanza”.
Casa, lavoro, scuola, sanità ed egemonia culturale, quella persa dagli anni del PCd’I, temi centrali che formano – non a caso – l’acronimo “CLASSE” che compare nel.simbolo, una falce e martello posta dentro ad un pentagono amaranto.
Questi sono i punti presentati, incentrati fortemente sul territorio, spiegati e discussi con la platea durante l’iniziativa, sui quali le due forze intendono lavorare.
Una visione – hanno ribadito – lontana dai carrozzoni della destra come della sinistra liberista, intesi come poli speculari da combattere e dai quali rimanere distanti, per una realtà che guardi in faccia i problemi delle classi popolari senza tabù e senza ipocrisie.
Si è parlato appunto anche di immigrazione come problema creato dal capitalismo, dalle politiche imperialiste e neocolonialiste, da risolvere quindi con scelte diverse da quelle adottate nei paesi interessati, ma che di fronte a fatti di cronaca, come i recenti di via Buontalenti, non devono far tentennare nella presa di posizione dura, quella che spesso manca ad una sinistra che così facendo lascia spazio ai proseliti della destra populista allontanandosi dalle persone che vivono le contraddizioni e le situazioni pesanti di alcune zone.
“Fare politica” – è stato detto – “significa trasformare la società, quindi cambiare le condizioni socio-economiche che portano alla creazione di zone d’ombra in città, abitate da fasce sensibili a divenire manovalanza della criminalità organizzata, ma questa è un’analisi che spetta a noi, non a chi fa ordine pubblico e nemmeno a chi vive ostaggio di certe situazioni e chiede giustamente di risolverle.
La cronaca tuttavia non deve mai essere strumento di propaganda, così come questa analisi non deve giustificare mai, in nessuna misura, certi accadimenti, considerato che nei paesi socialisti, ai quali i comunisti dovrebbero guidare, non vengono tollerate certe situazioni”.
Un passaggio anche sui diritti civili, definiti importanti, ma usati spesso – è stato detto – dalla stessa sinistra che ha tritato quelli sociali per rifarsi la faccia con una dinamica mediatica mirata, che ha così offuscato l’annullamento delle conquiste sociali che valgono per tutti coloro che hanno subito queste scelte neoliberiste, indipendentemente dall’orientamento sessuale.
Perché anche all’interno delle lotte interclasse, come quelle arcobaleno e per la parità di genere, oggi in auge, per i comunisti deve prevalere sempre la logica di classe, “altrimenti a farne le spese sono sempre gli appartenenti ai ceti popolari di qualsiasi categoria, i quali, se privati dei diritti elementari per costruire una vita dignitosa hanno residue possibilità di godere del progressismo promosso dal capitalismo”.
Un programma ortodosso insomma, come è stato definito, di iniziative politiche e culturali per tornare a parlare a Livorno dei temi centrali per rilevare la necessità di una trasformazione della società che guardi verso il socialismo.
Sono intervenuti anche lavoratori e persone dal pubblico, quindi Benedetta De Vanni, della Federazione Barontini, che ha parlato dei problemi degli studenti oggi nell’inserimento nel mondo del lavoro. Interventi anche di chi si occupa di cooperazione internazionale e di persone addirittura arrivate dalla provincia e da altre città. Livorno insomma sembra lanciare un messaggio al resto della nazione, dove i partiti comunisti si moltiplicano fino all’inverosimile e qui si mettono a discutere insieme sul da farsi.
La piattaforma, i punti di analisi e adesione, saranno inviati via mail a tutti i presenti che hanno lasciato il loro indirizzo e saranno prodotti nei prossimi giorni dalle pagine social delle due federazioni.
Un percorso, che hanno precisato, è aperto ad ogni singolo, organismo e partito che leggendo Unità d’Azione Comunista, si sente pronto a contribuire al dibattito.
La città che ha dato i natali al PCd’I, da una scissione, insomma apre un nuovo corso con un’unione su basi solide.