Cronaca 26 Novembre 2022

“Aamps, situazione allucinante. Facciamoci ancora carico delle spese e trasformiamola in azienda modello”

Inceneritore, alto numero di dipendenti e tariffe alte, le proposte di Rifiuti zero

aamps sedeLivorno 26 novembre 2022 “Aamps, situazione allucinante. Facciamoci ancora carico delle spese e trasformiamola in azienda modello”

Vicende Aamps su termovalorizzatore e dipendenti, l’analisi della situazione dei costi dovuti al troppo personale e le possibili soluzioni. La lettera del coordinamento Rifiuti zero Livorno:

“Aamps, situazione allucinante, serve un patto sociale con la città

Gli ultimi avvenimenti riguardanti Aamps ci hanno spinto a fare alcune riflessioni sulla situazione del personale aziendale, soprattutto dopo lo sciopero contro la chiusura dell’inceneritore, che ha portato alla luce una serie di richieste di stabilizzazioni e tutele salariali che nulla hanno a che fare con l’impianto.

Dopo l’ingresso di Aamps nel gruppo Retiambiente, fortemente voluto e sostenuto proprio dai sindacati; è naturale confrontare i numeri dell’azienda livornese con quelli delle altre aziende del gruppo.

Il quadro che emerge è disastroso.

Aamps serve il 16% della popolazione gestita da Retiambiente e solamente il 3% della superficie territoriale. Tuttavia Aamps ha il 20% del personale del gruppo, senza contare che l’ingresso dei 92 spazzini AVR aumenterà ulteriormente questa percentuale rispetto alle altre aziende, che gestiscono già lo spazzamento con il proprio personale.

Non solo:

Aamps da sola ha quasi la metà dei funzionari/quadri dell’intero gruppo, oltre ad avere il 31% degli impiegati di tutta l’area di Retiambiente.

 

Mediamente, Aamps ha il doppio degli impiegati sul totale dei propri dipendenti, in confronto alle altre aziende del gruppo (30% Aamps contro il 15% delle altre aziende).

Ovviamente non auspichiamo licenziamenti ne’ riduzioni salariali. Anzi siamo impegnati da sempre a chiedere modalità di raccolta porta-a-porta e impianti di riciclo ad alto tasso di manodopera; proprio per garantire un aumento dei posti di lavoro in un quadro di sostenibilità ambientale e finanziaria. Ma indubbiamente siamo di fronte ad un problema storico che va risolto senza ulteriori rinvii.

L’ingresso in Retiambiente doveva servire a gestire i rifiuti urbani in una dimensione di area vasta, corrispondente più o meno alle province della costa toscana.

Bene, allora per prima cosa deve essere chiaro che Livorno, dopo aver bruciato per decenni i rifiuti delle altre città e province, non dovrà più ricevere rifiuti da smaltire da altri territori, neppure un grammo.

Una volta chiuso l’inceneritore, ci dovremo concentrare su impianti ecologici di riciclo e riutilizzo, anche a favore dei territori limitrofi.

Il poco rifiuto indifferenziato che i livornesi produrranno dopo l’introduzione della tariffa puntuale, ormai imminente, dovrà essere collocato nell’area vasta o sul mercato a prezzi vantaggiosi, come hanno fatto finora le città vicine.

Secondo punto, la gestione del personale:

dovrebbe essere uniforme su tutto il territorio di Retiambiente.

Non è possibile sovraccaricare la tariffa pagata dai livornesi per quasi la metà dei funzionari del gruppo, per il doppio degli impiegati rispetto alle altre aziende e così via.

 

Aamps ha un dipendente ogni 344 abitanti serviti, le altre aziende uno ogni 490 abitanti.

L’azienda livornese ha 4,3 dipendenti per ogni kmq di territorio, le altre aziende 0,4 dipendenti per kmq. Sono numeri allucinanti.

La soluzione potrebbe essere quella di incrementare la mobilità territoriale del personale del gruppo Retiambiente, ma abbiamo una proposta a nostro avviso migliore, sia per i dipendenti Aamps che per la città di Livorno.

La nostra comunità si è sempre fatta carico del salvataggio di Aamps, mettendo mano al portafoglio in molteplici occasioni, basti pensare ai:

contributi milionari del Comune;

al raddoppio della tariffa nei primi anni duemila per coprire il revamping dell’inceneritore;

all’enorme aumento Tari del 15% per pagare il concordato.

A fronte di questi sacrifici, abbiamo dovuto subire l’umiliazione di essere probabilmente l’unica città del mondo in cui è stato proclamato uno sciopero per difendere l’attività di un inceneritore di rifiuti, oltretutto vetusto e molto costoso.

Sono state raccontate bugie incredibili, secondo le quali l’inceneritore non inquinerebbe solo perché a norma di legge (la legge purtroppo permette di inquinare). Addirittura produrrebbe utili milionari grazie alla crisi energetica causata dalla guerra ucraina (lo vedremo con il bilancio a fine anno…).

Questo sciopero assurdo ha provocato una ferita profonda, che può rimarginarsi solo attraverso un patto sociale tra i cittadini e i dipendenti Aamps.

In questo sta la nostra proposta:

 

approfittiamo della maggiore disponibilità di personale rispetto alle altre aziende di Retiambiente, facendoci carico ancora una volta delle relative spese, per trasformare Aamps in una vera e propria azienda modello nella gestione dei rifiuti.

Basta difendere impianti inquinanti, creare servizi all’avanguardia nella raccolta differenziata in una città pulita e ordinata, nuovi impianti di valorizzazione dei materiali, in modo da poter coprire con nuovi ricavi i maggiori costi ed ottenere una progressiva riduzione della tariffa: un patto sociale e ambientale che garantisca finalmente tutti i livornesi.

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