Cronaca 14 Settembre 2017

Abusi edilizi, Rossi: “In Toscana né condoni né sanatorie con la lr 65”

Abusi edilizi, Rossi: “In Toscana né condoni né sanatorie con la lr 65”

 

FIRENZE – “Nessun condono in Toscana con la legge 65/2014”. A ribadirlo è il presidente della Regione Enrico Rossi, a seguito dell’articolo ‘Vivere in cantina, sanatoria in nove regioni’ pubblicato su un quotidiano nazionale. “La Toscana non ha mai ‘trasformato in abitazioni’ cantine e scantinati tramite sanatorie. Se qualcuno pensa che nella nostra regione con le recenti norme urbanistiche siano state introdotte novità pericolose per la salute o la sicurezza dei cittadini, sbaglia. Niente di più falso e soprattutto niente che abbia a che vedere con i fatti di Livorno”.

Nell’articolo in questione il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli elenca nove Regioni che ritiene ‘colpevoli’ di aver sanato situazioni abitative a rischio attraverso le nuove norme urbanistiche. Anche se la Toscana non figura nell’elenco, la concomitanza con i fatti di Livorno e il riferimento alla volontà di limitare il consumo di suolo, possono generare equivoci e per questo il presidente è tornato a sottolineare le finalità ed il valore della lr 65, che promuove il recupero dei volumi esistenti ma solo ed esclusivamente se quelle superfici sono legittime da tutti i punti di vista, compreso quello igienico e sanitario.

“Nessuna ‘topaia’ trasformata in casa, se vogliamo dirla in questi termini”, ha precisato Rossi. “La lr 65 è uno strumento prezioso che la Regione si è data per governare il territorio ed evitare il degrado. Questo non deve essere confuso con un condono e neppure essere strumentalizzato perchè sono evidenti tutti gli sforzi fatti dal Governo regionale per evitare tragedie come quella che ci ha colpito. E’ inaccettabile anche solo pensare che la Toscana possa fare leggi che mettono a rischio la salute dei cittadini”.

Si ricorda che la Regione ha approvato norme specifiche per contenere il rischio idraulico ed idrogeologico, ad esempio con la lr 21/2012 che vieta nuove edificazioni e qualsiasi tipo di trasformazione morfologica negli alvei, nelle golene e sugli argini e proibisce i tombamenti dei corsi d’acqua. Inoltre sono stati rigorosamente disciplinati gli interventi che è possibile eseguire nelle aree considerate pericolose dal punto di vista idraulico.