Ambiente 21 Ottobre 2017

Alluvione Livorno – Protezione civile comunale: da dove ripartire. Uno sguardo verso Genova

L’analisi del Tavolo Urbanistica e Ambiente di #BuongiornoLivorno

“A distanza di un mese dalla tragica alluvione e al netto degli aspetti su cui faranno luce le indagini in atto, proviamo a analizzare le criticità del Sistema di Protezione Civile del Comune di Livorno per quanto riguarda il Rischio Idrogeologico; operazione faticosa ma necessaria, che speriamo possa portare un contributo costruttivo a un dibattito rimasto fermo ai rimpalli di responsabilità, nella consapevolezza che prima o poi (meglio prima che poi) si debba ripartire con lucidità. Abbiamo provato a fare un confronto col sistema messo in atto a Genova, città storicamente messa alla prova dalle alluvioni e che presenta analogie strutturali con il territorio livornese, seppure con caratteristiche più ‘estreme’ (maggiore piovosità annua, maggiore pendenza dei versanti a ridosso del centro abitato, maggiore estensione del territorio urbanizzato). L’alluvione che ha colpito Genova nel 2011, di cui abbiamo ancora fresco il ricordo, ha avuto per protagonisti corsi d’acqua con bacini idrografici piccoli e in buona parte tombati nella parte urbanizzata del Comune, come nel caso del Rio Maggiore a Livorno.

Dobbiamo partire dal presupposto e dalla consapevolezza che un evento piovoso con le caratteristiche di quello del 10 settembre avrebbe messo in crisi anche un sistema più opportunamente pianificato e con un allertamento più attivo della popolazione.

Non prendiamo in considerazione il piano di Protezione Civile in vigore nella notte del 10/9, sul quale sta indagando la Procura; ci limitiamo a rilevare che esso non prende in considerazione l’ipotesi di esondazione dei corsi d’acqua. Con le caratteristiche estreme della nuova piovosità invece ogni comunità dovrebbe da subito – purtroppo – prendere in considerazione questa ipotesi, anche se il pianificatore si trovi nella certezza che l’abitato sia in sicurezza idraulica secondo le normative vigenti. Che, ricordiamo, oggi impongono il dimensionamento di ponti, argini, tombamenti per portate di piena con tempo di ritorno duecentennale, misura che fino all’avvento dei cambiamenti climatici rappresentava un ampio margine di sicurezza. La recente costruzione delle casse d’espansione del Rio Maggiore, per esempio, mette in sicurezza il territorio urbanizzato per una piena con tempo di ritorno duecentennale, non per piene di portata superiore, come quella che si è verificata (infatti il corso d’acqua è esondato nonostante la presenza delle casse). Si consideri che l’evento che ci ha colpito aveva un tempo di ritorno oltre cinquecentennale, cioè, secondo i dati pluviometrici elaborati statisticamente, è un evento che capita mediamente una volta ogni 500 anni. Il che significa che andando indietro nel tempo non ne troveremmo uno di uguale intensità dai tempi di Cristoforo Colombo.

La revisione del piano

Questo, dobbiamo dire, viene superato nella revisione del Piano che è in fase di approvazione al Consiglio Comunale. Troviamo che la parte che riguarda il rischio idrogeologico sia ben impostata; è stata sovrapposta la pericolosità idraulica perimetrata dal Piano di Assetto Idrogeologico (mappa che delinea le aree a pericolosità idraulica molto elevata ed elevata) con i dati catastali, in modo da individuare le strade e addirittura i palazzi maggiormente a rischio in caso di esondazione (per un evento di piena duecentennale). Sono state elencate le strade a rischio e il numero di famiglie residenti, ed è triste vedere come la previsione, almeno per le strade a rischio, si sia poi quasi esattamente tradotta in realtà.

Oltre a questi studi la Revisione del Piano Comunale di Protezione Civile contiene anche fondamentali elementi di novità rispetto al ‘vecchio’, che ci permettiamo di commentare:

  1. il tema dell’informazione alla popolazione in maniera strutturata, programmata e pianificata. Il piano prevede un programma di incontri con la cittadinanza, volti sia ad avvertire i residenti delle aree più a rischio di prendere consapevolezza del pericolo, sia a formare tutta la cittadinanza sui comportamenti da tenere in caso di eventi estremi. Ci auguriamo, ovviamente, che tutto questo venga attuato quanto prima.
  2. Elemento non trascurabile, di cui si è tanto parlato, è il Sistema di Allertamento telefonico (Alert System). Così come i pannelli luminosi a messaggio variabile dislocati in parti strategiche della città, è uno strumento molto opportuno ma che la popolazione, senza una adeguata educazione e formazione, non è in grado di utilizzare al meglio, riconoscendo l’importanza del messaggio ricevuto. E qui dovremmo aprire una parentesi: il fatto che molte allerte meteo anche di grado elevato, ad esempio arancio, non sia – per fortuna – seguita da eventi catastrofici, non dovrebbe far calare nella popolazione il livello di attenzione. Perché allora, dovremmo chiederci, le persone si aspettano che le previsioni siano azzeccate, quando è ormai chiaro (anche a loro) che con i cambiamenti climatici è aumentata a dismisura l’imprevedibilità dei fenomeni estremi? Forse manca informazione e la consapevolezza proprio su questi aspetti, ovvero sugli aspetti globali della questione.
  3. Le riflessioni di cui sopra le troviamo applicate nella Revisione del Piano quando si parla del principio della “cittadinanza attiva”, capace cioè di entrare a far parte integrante del Sistema di Protezione Civile. Ovvero passare da un Sistema poco permeabile e reattivo ad un sistema transitivo, capace di assorbire la consapevolizzazione dei rischi presenti sul territorio, dei comportamenti e degli atteggiamenti da tenere. Fondamentale in questo percorso è la formazione nella scuole; la Revisione comprende la predisposizione del Piano Comunale di Protezione Civile per i ragazzi da distribuire nelle scuole.

Come rendere operativo il piano

Diciamo quindi che il nuovo Piano contiene i punti fondamentali di una buona programmazione: come si prevede di metterli in atto? Volendo trascurare la polemica (molto opportuna, a nostro avviso) sullo smantellamento della struttura della Protezione Civile comunale, decapitata del geologo Gonnelli che aveva firmato la Revisione del Piano e che, si deduce, aveva a cuore la materia (decapitazione che non faceva ben sperare in merito alla volontà politica di mettere in atto la programmazione del nuovo Piano): come si va avanti? La Revisione del piano ci è parsa un po’ vaga sul piano pratico e operativo. Inoltre: che cosa c’è da aggiungere e da migliorare, alla luce di quanto è avvenuto?

Ci viene in aiuto l’esempio di Genova. Un esempio che prendiamo come riferimento e che auspichiamo possa ispirare le prossime decisioni da parte degli organi del Comune, o che almeno fornisca una base di discussione concreta sulle azioni da intraprendere per una risistemazione globale della Protezione Civile comunale.

Abbiamo visto come i problemi di comunicazione, in tutti i sensi possibili, siano in primo piano nella gestione di una situazione di emergenza come quella che si è verificata durante la notte del 10- settembre. Quindi bisognerebbe partire proprio dalla comunicazione. Alla Protezione Civile del Comune di Genova è dedicata una sezione separata del sito internet del Comune che compare subito nelle ricerche sui motori; una organizzazione che ha necessità di avere una buona funzionalità delle comunicazioni, anche in tempi rapidissimi, dovrebbe seguire questo esempio. In questa sezione del sito, che in definitiva è come se fosse un sito a se stante, troviamo subito:

– ovviamente i numeri per contattare Protezione civile;

– i link per gli aggiornamenti meteo;

– un elenco di norme comportamentali da tenere in caso di allerta meteo, scritte in maniera chiara e diretta. Depliant e opuscoli informativi. Riportiamo qui parte di questa sezione, anche per illustrare il livello di dettaglio degli interventi di pianificazione/prevenzione e di comunicazione del territorio attuate dal Comune dopo l’alluvione:

Alcune semplici azioni possono aiutare a mettere in sicurezza te stesso e le persone che ti vivono accanto:
– se risiedi o lavori in zona a rischio esondazione, non sostare o pernottare in locali seminterrati o situati al piano strada
– proteggi con paratie o sacchi di sabbia i locali che si trovano al piano strada e chiudi le porte di cantine, garage, seminterrati
– sposta l’auto e/o moto in una zona alta non soggetta ad allagamenti. I possessori dei tagliandi Blu Area A (Foce) – C (Bassa Valbisagno) – R (San Fruttuoso) – T (Marassi), nel caso tali zone siano stati opzionate come prima scelta, possono parcheggiare gratuitamente in tutte le zone Blu Area in caso di Allerta meteo idrologica Arancione o Rossa,  a partire da tre ore prima dell’inizio allerta e sino alle ore 12 del giorno successivo alla cessata allerta. Disposizione valida eccezionalmente anche per i residenti di Via Fereggiano/Corso De Stefanis non in possesso del tagliando Blu Area, esponendo carta di circolazione o copia  (DGC n. 278/2015)
– limita gli spostamenti
– tieni in casa una cassetta di pronto soccorso, una radio a pile, una torcia elettrica
– se non l’hai già fatto, iscriviti al servizio gratuito di informazioni emergenza su SMS

Durante l’Allerta e con alluvione in atto

– segui le evoluzioni meteo e Allerta sui siti (raggiungibili anche dalla home page del Comune):
www.arpal.gov.it – www.allertaliguria.gov.it 
– non accedere o soggiornare in cantine, garage, locali seminterrati o al piano strada, sino alla fine dell’evento e sali ai piani superiori
– chiudi le porte di cantine, seminterrati o garage, solo se  non ti esponi a pericoli
– non transitare a sostare su ponti, passerelle, argini di torrenti e sottopassi
– non cercare di raggiungere la tua destinazione, ma cerca riparo presso lo stabile più vicino e sicuro
– esci solo se necessario e usa i mezzi pubblici, viaggerai in modo più sicuro e non intralcerai i mezzi di soccorso
– aggiornati sulle modifiche alla circolazione dei mezzi pubblici sul sito: www.amt.genova.it/
– stacca gli interruttori della corrente e del gas purché tali dispositivi siano collocati in zone sicure della casa
– limita l’uso del cellulare: tenere libere le linee facilita i soccorsi
– non abbandonare un luogo sicuro prima che sia stata dichiarata la fine dell’Allerta
– informati  sulle indicazioni e le prescrizioni fornite dalle Autorità attraverso: www.comune.genova.it, le pagine 
Facebook
 –Twitter della Protezione Civile e Facebook – Twitter del Comune, TV e radio locali, pannelli stradali e paline autobus.

 

 

– Cartografia dettagliata sulla pericolosità idraulica e sulle criticità presenti del territorio. Molta cartografia per il nostro Comune è già a disposizione, redatta in occasione della revisione del Piano (e già presente sul sito del Comune di Livorno);

– notizie sull’ultima esercitazione fatta, simulando una situazione di emergenza-alluvione;

– un link dove poter richiedere l’invio di SMS con l’avviso delle allerte meteo. A nostro avviso la procedura non dovrebbe essere su base volontaria, ma obbligatoria per i residenti in zone identificate come a rischio di pericolosità idraulica elevata o molto elevata.

– informazioni sulle associazioni di volontariato e come iscriversi;

– Un elenco delle ordinanze emanate sul tema. Su queste in particolare vogliamo concentrare la nostra analisi, per trarre spunti per la concretizzazione degli intenti della pianificazione in atti.
Riassumendo le varie ordinanze, abbiamo:

  • il divieto di permanenza, durante i periodi di attivazione degli stati di Allerta Arancione e Allerta Rossa Meteo-Idrologica, in una lista dettagliata di immobili soggetti a rischio di allagamento di particolare gravità (con indicazione dell’indirizzo esatto e dell’interno); c’è la possibilità di parziale revoca o modifica di questo divieto per gli immobili su cui vengano realizzati interventi strutturali idonei a garantire un adeguato grado di sicurezza per le persone presenti in caso di evento alluvionale. Possiamo immaginare quanto una ordinanza del genere possa aver generato malcontento da parte dei proprietari. Ma, anche alla luce di quanto è avvenuto a Livorno, c’è da riflettere sul fatto che un provvedimento così ‘invasivo’ nella vita dei cittadini interessati (pensiamo per esempio alla diminuzione del valore immobiliare degli immobili elencati) possa in queste situazioni salvare delle vite.
  • Istituzione del divieto di sosta, in alcune zone e vie ad altro rischio, con la sanzione accessoria della rimozione forzata per tutti i veicoli a decorrere da quattro ore antecedenti la validità e per tutta la durata degli stati di Allerta Arancione e Rossa Meteo-Idrologica. Il rischio comprende anche la possibilità che un tratto di corso d’acqua tombato possa andare in pressione determinando la fuoriuscita improvvisa dell’acqua dai chiusini dei pozzetti di ispezione con conseguente inondazione della strada e interessamento dei veicoli;
  • Misure di sicurezza da attivare in caso di emergenza meteo-idrologica relative ai servizi educativi, alle scuole ricadenti nel territorio del comune. Si tratta della chiusura delle scuole in caso di emergenza.
  • nelle aree individuate come soggette a inondazione o rischio frana, obbligo agli amministratori di condominio e ai proprietari degli edifici di informazione e comunicazione delle misure di autoprotezione da adottare (illustrate in un apposito allegato alla ordinanza). Questo obbligo si declina così:
    • gli amministratori di condominio di edifici ubicati nelle aree a rischio devono informare periodicamente ed almeno una volta all’anno i proprietari del rischio a cui sono esposti e dei comportamenti di autoprotezione da adottare;
    • i proprietari di immobili ubicati a rischio devono informare periodicamente ed almeno una volta all’anno tutti i soggetti utilizzatori del bene siano essi locatari, residenti o titolari di qualunque attività, del rischio a cui sono esposti e dei comportamenti di autoprotezione da adottare;
    • Alla Polizia Municipale è affidato il compito di verificare l’adempimento di quanto ordinato e nell’eventualità di mancata ottemperanza è previsto il rapporto all’Autorità Giudiziaria per il reato previsto dall’art. 650 del Codice Penale;

– sospensione dello svolgimento dei mercati all’aperto nelle zone a rischio da attivare in caso di allerta meteo arancio o rossa. Potrebbe interessare, nel caso del nostro Comune, lo svolgimento del Mercatino del Venerdì.

– Ordinanza sulla chiusura di tutti i complessi sportivi, pubblici e privati, ricadenti nel territorio del Comune dalla validità e per tutta la durata dello stato di Allerta Rossa Meteo-Idrologica. E’ interessante vedere alcune argomentazioni date in premessa di questa ordinanza, che riportiamo testualmente e che dovrebbero far riflettere anche su altri aspetti, come l’opportunità di evacuare delle zone a rischio durante un evento alluvionale repentino, o di mandare volontariato o forze dell’ordine a circolare in auto con i megafoni:

‘Visto che:

  • in previsione o in coincidenza di eventi meteoidrologici potenzialmente calamitosi sussiste l’esigenza di limitare al massimo gli spostamenti di persone e veicoli sul territorio cittadino ed in particolare nelle aree a rischio di allagamento anche al fine di tutelare la pubblica incolumità dei cittadini;
  • allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, gli eventi alluvionali che colpiscono il nostro
  • territorio non possono essere previsti in maniera precisa (ora, luogo, intensità e portata).’

La gestione dell’emergenza e non solo

Ci rimane da approfondire, utilizzando esempi concreti, la parte della gestione dell’emergenza, ovvero quello che si può fare durante l’evento alluvionale per la salvaguardia della popolazione.

Ma da tutto quanto sopra ci siamo fatti una idea di quanto grande possa essere lo sforzo e il lavoro da fare per la prevenzione del rischio, prima che della gestione dell’emergenza. Sul tema della ‘sicurezza’ e sul rapporto dei cittadini con questo concetto ci sarebbe davvero molto da lavorare, in primis a livello di aderenza alla realtà, in un Paese dove questo termine viene identificato con i problemi legati al terrorismo o alla necessità di ‘difesa’ da fantomatici nemici stranieri quando invece ci svegliamo quotidianamente con notizie di omicidi casalinghi e meno spesso (ma sempre troppo spesso) con un triste elenco di morti per dissesto idrogeologico. Quindi chi dispone delle risorse che vengono e verranno impiegate per la ricostruzione post-alluvione dovrebbe tenere conto anche della fondamentale importanza di questa opera culturale e di formazione.

Intanto ci è già chiaro che se l’intenzione, com’è auspicabile, fosse quella di mettere mano a una risistemazione del sistema di Protezione Civile comunale, andando nella direzione di quanto messo in atto per esempio a Genova, serviranno ulteriori studi rispetto a quelli già contenuti nella Revisione del Piano già predisposta da Comune. Per farli in tempi brevi servirà rimpinguare il settore di personale competente, compresa la dirigenza, di strumentazioni e di mezzi, e quindi di stanziare adeguate risorse, che a nostro avviso devono provenire da quelle previste per fronteggiare l’emergenza e stanziate dallo Stato e/o dalla Regione. Se abbiamo la consapevolezza che non si uscirà dall’emergenza finché non si sarà sicuri di aver risolto almeno in parte cosa l’ha causata, e se questo lo si è già previsto con la repentina risposta regionale nella progettazione di grandi opere per la messa in sicurezza del territorio per le piene cinquecentennali, nondimeno pronta dovrà essere da parte del Comune l’individuazione e la richiesta delle somme necessarie per il riassetto del proprio settore di Protezione Civile.”

Tavolo Urbanistica e Ambiente #BuongiornoLivorno