LIVORNO – Il rio Stringaio nasce sopra Montenero, in località Castellaccio, ma dopo circa un chilometro, unendosi al botro ai Fichi e al fosso del Governatore, dà origine al fosso della Banditella, che entra in mare alla foce del Sale, nel rione di Antignano.
Non è un corso d’acqua famoso, lo Stringaio, che prima di attraversare la zona bassa di Montenero è poco più di un rigagnolo. Ma la notte tra il 9 e 10 settembre, pur senza provocare vittime, è diventato tristemente famoso per i danni che ha provocato al borgo di Montenero, devastandolo nella parte bassa, in particolare nella zona di piazza delle Carrozze.
Lo Stringaio, considerando anche il tratto in cui si chiama Banditella, è lungo in tutto neanche quattro chilometri. Ma in quella tragica notte, gonfiato da oltre duecento millimetri d’acqua caduti in poco più di due ore, è diventato un fiume in piena. E furioso. Come gli altri fossi e rigagnoli della zona, incapace di contenere tutta quella mole d’acqua, è esondato allagando la frazione collinare. Il paesaggio è diventato spettrale. Case e botteghe hanno subito danni enormi, così come i ristoranti che si affacciano sulla piazza, fuori uso è stata messa la funicolare che porta al celebre Santuario e colpita la sede dalla Misericordia di Montenero, una delle istituzioni di soccorso più antiche di Livorno, che ha visto distrutte o compromesse anche diverse ambulanze.
Proprio dalle sorgenti dello Stringaio e da piazza delle Carrozze comincia il nostro viaggio, teso a fare il punto della situazione ed a “fotografare” l’avanzamento dei lavori in corso d’opera sotto la responsabilità del commissario delegato dal Governo per la gestione emergenza a Livorno, Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, il cui scopo è ripristinare, migliorandolo, lo stato delle cose dopo l’alluvione di settembre.
Giorni fa, ricordando che in un mese e mezzo sono stati aperti od avviati circa centocinquanta tra cantieri ed interventi di altro tipo, di cui alcuni già chiusi, Rossi si è detto “soddisfatto” e ha parlato di “record italiano di cui andare fieri”. Questo, ovviamente, in linea generale e non solo per quanto riguarda lo Stringaio Banditella, dove in ogni caso la ricostruzione dell’alveo e il ripristino delle opere idrauliche possono dirsi in stato avanzato.
I lavori sono svolti, nel concreto, dagli uomini del Genio civile e da quelli dei Consorzi di bonifica Toscana Costa e Basso Valdarno. La Regione Toscana, attraverso questi enti, è dunque in prima linea nella realizzazione di queste opere. Con la Regione collaborano i Comuni interessati, tra cui quello di Livorno nel caso dei vari torrenti e corsi d’acqua che attraversano la città.
Il rio Stringaio, che cambia nome proprio in prossimità di Montenero Basso, fino alla notte dell’alluvione attraversava, interrato, la piazza delle Carrozze, per riemergere dopo la piazza e scendere a valle attraversando l’area delle Pianacce e il rione di Banditella, dove oggi sorge un quartiere residenziale ma che una volta era una “bandita di caccia”, e dove il torrente in passato fu ulteriormente tombato, tanto che riesce all’aria aperta, in pratica, a poche decine di metri dalla spiaggia del Sale, nota in tutta Italia, ed anche fuori, per la possibilità di svolgere qui l’attività del surf, grazie ai venti che si incrociano in quel tratto di mare.
“Scendendo da sopra Montenero, non solo lungo lo Stringaio ma anche lungo tutti gli altri torrenti che nascono in quelle colline, fino al Banditella e alla foce del Sale, si è provveduto a fare un’opera di pulizia delle sezioni idrauliche con la rimozione dei vari tipi di ostacoli”, afferma Francesco Pistone, responsabile del Genio civile di Livorno. “Vi è poi la riapertura del tratto sotto piazza della Carrozze, che è in corso di realizzazione, così come nel finale, dove il torrente entra in mare. Per quanto riguarda piazza delle Carrozze, realizzeremo un sistema di copertura in modo da eliminare la tombatura e rendere ispezionabile il corso d’acqua”.
L’eliminazione della tombatura in prossimità di piazza delle Carrozze è cominciata, così come è stata potenziata la foce del torrente, rendendola più ampia, mentre prima era ristretta tra piccoli scogli e vegetazione marina. La manutenzione in atto ha l’obiettivo di rendere adeguate le sezioni idrauliche del torrente in ogni suo punto.
“La manutenzione che stiamo realizzando, sia a monte che a valle, consiste nel taglio della vegetazione, nella pulitura e nella rimozione di ostacoli per permettere a questo come ad altri torrenti il corretto flusso delle acque attraverso opere finalizzate al consolidamento delle sponde e al ripristino delle sezioni idrauliche”, concludono al Genio civile. “A valle le opere di consolidamento coincidono con il rifacimento dell’uscita a mare e la valorizzazione della stessa”.
Il grande lavoro svolto dal Genio civile e dai Consorzi, dagli uffici regionali e da quelli comunali, non è passato inosservato. E il presidente Rossi, proprio di recente, ha voluto evidenziare il lavoro di tecnici ed operai, ringraziandoli perché “ci hanno messo in grado di raggiungere questo straordinario risultato”.