Alta velocità (e non solo), le promesse mancate di Giani
Tirrenica ferma e porto dormiente (che guarda solo a Piombino)
Livorno, 23 maggio 2024 – Era il 28 settembre 2019 quando Eugenio Giani, presidente uscente del Consiglio Regionale e candidato in pectore per la presidenza della Regione Toscana diceva:
“Se sarò il presidente della Regione nella prossima legislatura, intendo lavorare per portare l’alta velocità ferroviaria sulla costa e far ripartire i cantieri per l’autostrada Tirrenica verso Roma“. Dichiarazione resa al corrispondente dell’Ansa.
Ad oggi, a circa un anno dalla fine del mandato, Eugenio Giani, non ha mantenuto alcuna di quelle promesse.
La costa toscana è ancora disertata dall’alta velocità ferroviaria, tanto che – per andare a Roma o più a sud- rimane conveniente prendere un FrecciaBianca costiero. Il tratto Livorno-Firenze rimane un collo di bottiglia nel collegamento con la passante veloce.
Di Alta Velocità sulla costa toscana non se ne parla neppure per sbaglio. È tristemente significativo che in Liguria si pensi a sviluppare almeno l’asse con Milano, mentre a Firenze ci si bea ancora col passante AV “Belfiore”.
Il piano di RFI 2023-2027 prevede un potenziamento solo fino a Pisa,
Per non parlare del collegamento ferroviario della futura Piattaforma Europa, progetto dormiente come la sua realizzazione: l’Autorità di Sistema Portuale spende, spande e assume a Piombino ma a Livorno di fatto sta solo facendo ordinaria amministrazione. E lo scavalco ferroviario è ancora un progetto sulla carta che si passano i presidenti dai tempi di Piccini.
Poi c’è l’altro imbarazzante capitolo: quello della autostrada tirrenica. La progettazione (i cantieri sarebbe troppo lusinghiero dirlo) è ferma. Però c’è ancora il casello – stile Porta del Sole a Tiahuanaco (con botteghino) – che prende un pedaggio per pochi centinaia di metri; pedaggio di fatto obbligatorio perché cambiando strada si va a spendere di più di carburante.
Sulla Tirrenica l’annuncio di turno è che i lavori partiranno nel 2025, con la soddisfazione di senatori e deputati vari che però non sono stati buoni – in due legislature – neppure a far togliere il balzello a Rosignano o almeno a farlo commisurare a un prezzo congruo (5/10 centesimi). E se si farà qualcosa lo si dovrà casomai al ministro, non ai suoi rappresentanti sul territorio.
La cronaca delle opere pubbliche annunciata da Giani è piena di annunci, col sorriso e con raggianze varie, di opere che non si faranno mai o che si fanno solo nell’areale fiorentino.
A parte le passeggiate al mare, o le presentazioni di libri di storia antica, la ricaduta dell’operato del presidente Giani su Livorno appare molto limitata, specialmente se confrontata con quanto ottenuto a Firenze e provincia. La costa toscana (da Massa a Grosseto, passando per Livorno) è da sempre una figlia di serie B. E se non fosse per i volenterosi consiglieri regionali eletti in zona, che fanno quello che possono, la situazione sarebbe ancora peggiore.