Anche il PD condivide le critiche di SI sulla raccolta dei rifiuti
“Le critiche sollevate da Sinistra Italiana , in una recente nota inviata alla stampa, riguardanti modalità di raccolta e trattamento dei rifiuti, sono anche da noi condivise.
E’ evidente, infatti, che l’attuale organizzazione della raccolta dei RSU, il porta a porta , preveda, se così attuata, solo dei maggiori costi. Come è vero che il trattamento successivo alla raccolta, non esistendo impianti “in house” predisposti dall’azienda, ma delegato ad aziende esterne, comporta ulteriori spese di conferimento.
Al momento l’unico e sicuro abbattimento dei costi, cercato dall’attuale direzione aziendale, è ottenuto grazie al subappalto della raccolta porta a porta (PAP) , scelta che comporta , come sappiamo, una riduzione di costi legata alle diverse condizioni contrattuali dei lavoratori e non certo ad un efficientamento del servizio.
Costi e spese che tornano poi a lievitare per il doppio sistema di raccolta dei “bidoni condominiali” e monofamiliari, poiché è necessario far girare nello stesso giorno due mezzi diversi con operatori diversi che fanno lo stesso percorso.
Che dire poi del multimateriale leggero (plastica, alluminio, acciaio, tetrapak ) affidato ad una società (la AVR S.r.l. gruppo con interessi che vanno dai rifiuti, alle autostrade , all’edilizia) il cui impianto di trattamento più vicino è a Guidonia, quindi a varie centinaia di km da Livorno?
Ci sembra una scelta la cui economicità nel lungo periodo è tutta da dimostrare, mentre la non convenienza ambientale (le emissioni inquinanti prodotte dai camion costretti a lunghe percorrenze) è già nei fatti.
Se la gestione quindi è già pubblico-privata – con la parte pubblica che paga e la parte privata che guadagna – perché continuare con l’idea dell’autosufficienza?
Il riciclo è un’attività industriale e prima del riciclo avviene la selezione: servono grossi investimenti (nell’ordine dei milioni di euro) per fare un impianto di selezione , anche piccolo. Poi ci sono i costi di gestione, che sono altrettanto onerosi.
La Toscana ha già una piattaforma di selezione a Pontedera, altre piattaforme più piccole a Grosseto, Siena, Empoli ed è in programma la realizzazione di un’altra piattaforma a Prato.
Occorre quindi sfruttare le economie di scala e fare rete, certamente arroccarsi e impuntarsi sul rifiuto di Retiambiente non ci sembra quindi la strada migliore da seguire.
In uno scenario in continua evoluzione come quello toscano – un contesto regionale che ha visto nascere importanti maxifusioni – Livorno non potrà permettersi di essere la più cara della toscana e di fare sempre le scelte al contrario.
Peraltro il famigerato giardinetto al posto dell’inceneritore è totalmente confutato dai dati che arrivano e che vedono bruciare sempre più rifiuti nell’impianto del Picchianti, dato che il vecchio e malandato -e tanto vituperato – termovalorizzatore è l’unico a portare un po’ di soldi in cassa.
Forse prendendo i rifiuti anche da fuori città.”