Ambiente 25 Luglio 2023

Apertura inceneritore, diffidati Aamps e Regione Toscana. Le motivazioni della diffida di Rifiuti Zero

Livorno 25 luglio 2023 – Apertura inceneritore, diffidati Aamps e Regione Toscana. Le motivazioni della diffida di Rifiuti Zero

“Si rincorrono voci sulla riapertura dell’inceneritore di Livorno, dopo il giallo della chiusura causata, secondo Aamps, dalle analisi di febbraio sulle ceneri prodotte dall’impianto.

Analisi a febbraio, chiusura a giugno e adesso ceneri nuovamente pronte per essere smaltite o trasportate per centinaia di chilometri, pagando milioni di euro l’anno.

Parliamo di giallo non a caso, perché inizialmente Aamps ha dichiarato di aver chiuso l’inceneritore a giugno per una propria decisione “cautelare”, dopo aver ricevuto le analisi che Arpat aveva effettuato a febbraio (un po’ tardiva, come cautela: 4 mesi dopo!), poi Arpat ha smentito il fatto che le proprie analisi potessero causare la chiusura dell’impianto, infine Aamps ha annunciato di aver chiesto alla Regione il permesso di riaprire l’inceneritore, rivelando quindi che la chiusura non era stata esclusivamente una decisione aziendale, ma un’imposizione da parte degli uffici di controllo regionali.

Cinque giorni prima che iniziassero le giravolte di Aamps sulle ceneri e le analisi, il nostro Coordinamento pubblicò una lettera aperta al sindaco di Livorno, chiedendo l’immediata chiusura dell’impianto, elencando una serie impressionante di gravi violazioni segnalate dal verbale della conferenza dei servizi regionale del 31 maggio scorso.

Di fatto, dopo 5 giorni l’inceneritore è stato effettivamente chiuso. Perciò, visto che si annuncia l’imminente riapertura, ora chiediamo pubblicamente se nel frattempo Aamps è riuscita a rimediare a tutti i problemi segnalati (lasciando perdere, per carità, la ridicola storia delle analisi di febbraio sulle ceneri).

Nel verbale della Regione infatti viene segnalato che per quanto riguarda l’inceneritore:

 

manca “una valutazione integrata dell’inquinamento” prodotto dall’impianto;

addirittura “mancano le procedure per il controllo radiometrico”, obbligatorie per legge, quindi non sembra esserci nessun controllo della presenza di eventuale materiale radioattivo tra i rifiuti trattati;

manca la documentazione attestante il rispetto delle prescrizioni e disposizioni previste dalla normativa ambientale;

non è stato depositato il piano di emergenza interno, da consegnare alla Prefettura;

mancano le informazioni sull’approvvigionamento idrico e sul piano di gestione delle acque meteoriche contaminate e non contaminate;

il piano di gestione in caso di incidenti manca;

secondo il parere ASA, manca anche un progetto di gestione delle acque adeguato alle norme di riferimento;

secondo Arpat “occorre evidenziare che oltre ad una difettosa combustione, le fasi di arresto e riavvio del processo termico, danno luogo a transitori, con un aumento, oltre che delle concentrazioni di monossido di carbonio, anche di altre specie chimiche”;

l’inceneritore non rispetta da almeno 4 anni l’indice di efficienza energetica (R1) necessario per essere qualificato come impianto di recupero energetico anziché come semplice impianto di smaltimento, al pari delle discariche.

Quindi da ben 4 anni l’inceneritore non avrebbe potuto ricevere il quantitativo di rifiuti consentito in presenza della qualifica R1: una ennesima grave violazione degli standard minimi ambientali;

…e così via.

Per noi è evidente che un inceneritore non può funzionare se, ad esempio, non ha un piano di emergenza, non ha un piano di gestione degli incidenti, non ha neppure il controllo di radioattività sui rifiuti trattati, non fa sapere se rispetta o meno le prescrizioni di legge, non fornisce informazioni sulla gestione delle acque, affronta un guasto dopo l’altro con grave inquinamento ambientale, addirittura conserva una qualifica di recupero energetico che non dovrebbe più avere da almeno 4 anni, ecc.

Altro che analisi sulle ceneri!

 

Diffidiamo perciò pubblicamente Aamps, perché non si permetta di riattivare un inceneritore ridotto in tali condizioni, oltretutto procurando ulteriori perdite economiche milionarie, dato che i ricavi per la vendita di energia elettrica prodotta dall’impianto si sono ridotti ad un quinto rispetto allo scorso anno (crisi energetica per il conflitto russo-ucraino), tornando ai soliti 100 euro circa al Mwh, assolutamente insufficienti per coprire i costi di funzionamento.

Diffidiamo anche gli enti di controllo come la Regione a consentire la riattivazione dell’impianto nelle condizioni spaventose descritte dal verbale della conferenza di servizi.

L’inceneritore deve restare chiuso e i rifiuti dirottati negli altri impianti gestiti da Retiambiente s.p.a. (holding di cui fa parte Aamps e di cui il Comune di Livorno è socio di maggioranza relativa), che sono già perfettamente in grado di soddisfare le esigenze del territorio evitando perdite milionarie ed inquinamento ambientale.

 

Ovviamente, provvederemo ad informare le autorità in caso di malaugurata riapertura dell’inceneritore Aamps”.

Coordinamento provinciale Rifiuti-Zero Livorno

https://www.facebook.com/rifiutizerolivorno

Aderiscono al Coordinamento:

WWF Livorno
Associazione Vivi San Jacopo
Tonerlab s.n.c.
ONLUS Per Madre Terra
Circolo Legambiente Costa Etrusca
Comitato Rifiuti-zero Cecina
Comitato Aria pulita Quartieri Nord
Associazione La Repubblica dei Villani
Resistere! Azione civica
Comitato Collesalviamo l’Ambiente
Associazione Vivi Centro Livorno
Centro Riuso e riciclo di Livorno
Comitato Vivi la Venezia
Associazione Eco Mondo ONLUS

Top Recycling s.r.l.
Associazione Opera Santa Caterina
Associazione Vedette per l’Ambiente
Progetto Sole
Associazione Crea Lab
A.G. Multiservice
ANPANA Livorno ONLUS
Centro macrobiotico La Coccinella
Associazione Italia-Nicaragua Livorno
Comitato No Discarica a Limoncino
Associazione Labronicon Factory
Associazione Microcrediamoci
Lipu sezione di Livorno
Lipu Riserva naturale Lago di Santa Luce
Gruppo Acchiapparifiuti
Associazione Terra Maestra
Comitato Borgo Mediceo
Mamme NO inceneritore Livorno

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