Ambiente 17 Ottobre 2018

Arpat: i primi risultati sulla schiuma delle spiagge bianche

Gli accertamenti effettuati per le schiume sulle spiagge bianche

A Rosignano Marittimo (LI) dal 10 ottobre

Gli accertamenti effettuati per le schiume sulle spiagge bianche

15/10/2018

In riferimento al fenomeno riportato sulla stampa a partire dal 10 otobre scorso relativo alla presenza di schiume compatte di colore bianco ritrovate sulla battigia a nord del Fosso Bianco in Località Spiaggie Bianche di Vada, si riportano le attività svolte dai tecnici del Dipartimento ARPAT di Livorno sulle matrici ambientali interessate con sopralluoghi e campionamenti nelle giornate del 10 e 12 ottobre, nonché i primi risultati analitici sui campioni prelevati.

In data 10 ottobre 2018 nostri tecnici sono intervenuti presso le “Spiagge Bianche” in Località Vada – Rosignano Marittimo effettuando le seguenti verifiche:

  • ispezione presso lo scarico generale della Solvay Chimica Italia S.p.A dove il cosiddetto Fosso Bianco recapita a mare, Dalla visione dello scarico, all’altezza del punto in cui è installata la telecamera di Solvay Chimica Italia S.p.A. (esterno al punto di prelievo ufficiale e nella zona di posizionamento delle panne), non si è osservato nulla di anomalo, ovvero non vi era presenza di materiale granulare in sospensione, né presenza di schiume; la verifica delle panne posizionate stabilmente nel Fosso non ha evidenziato presenza di materiale trattenuto.

Foto 1: Confluenza del fosso bianco prima delle panneFoto 2: Vista del fosso bianco dopo le panne e della telecamera di videosorveglianza della Solvay

Foto 1: Confluenza del fosso bianco prima delle panne Foto 2: Vista del fosso bianco dopo le panne e della telecamera di videosorveglianza della Solvay

 

Foto 3: Vista del fosso bianco dopo le panne, prima della telecamera di videosorveglianza della SolvayFoto 4: Vista del fosso bianco prima delle panne, dove non si osserva presenza di materiale granulare né di schiume trattenute dalle panne stesse

Foto 3: Vista del fosso bianco dopo le panne, prima della telecamera di videosorveglianza della Solvay Foto 4: Vista del fosso bianco prima delle panne, dove non si osserva presenza di materiale granulare né di schiume trattenute dalle panne stesse

 

  • Ispezione congiuntamente a personale del Comune di Rosignano Marittimo e a personale della Guardia Costiera della spiaggia lato nord del Fosso Bianco, dove risultava presente una striscia biancastra costituita da materiale granulare (vedi foto 5 e 6); è stato effettuato il campionamento di tale materiale costituente un sottile strato, in particolare nella zona antistante una costruzione presente sulla spiaggia, prima del canale di adduzione acqua dell’impianto Solvay.

Foto 5: Evidenza di striscia biancastra di materiale granulare depositato dal mare sulla battigia delle spiagge biancheFoto 6: Particolare del materiale granulare rivenuto sulla battigia

Foto 5: Evidenza di striscia biancastra di materiale granulare depositato dal mare sulla battigia delle spiagge bianche Foto 6: Particolare del materiale granulare rivenuto sulla battigia

 

  • Ispezione all’interno dello stabilimento Solvay Chimica Italia S.p.A., con acquisizione di campioni di acque reflue e di materiale prelevato dalla battigia da parte della Società, nonché di informazioni e documentazione inerente registrazioni delle attività svolte per il rispetto delle prescrizioni sul monitoraggio dell’insorgenza di schiume e valori relativi alle portate dell’impianto, alla marcia, al valore di pH nelle giornate da venerdì 05 ottobre 2018 alla data del sopralluogo.

Successivamente, in data 12 ottobre 2018, ARPAT ha effettuato un ulteriore sopralluogo presso le spiaggie bianche, per valutare lo stato dei luoghi, anche in riferimento con le ulteriori segnalazioni apparse sui giornali del ripetersi del fenomeno, riscontrando la presenza di materiale solido, di tipo granulare e di colore biancastro, nella stessa zona in cui è stato riscontrato nel sopralluogo precedente; tale materiale non era presente nelle immediate vicinanze dello scarico finale della Solvay, ivi compresa la zona ove sono state posizionate le panne di contenimento, ne in mare.

Nel corso di tale sopralluogo sono stati effettuati due campionamenti per determinazioni di tipo biologico

  • campione d’acqua di mare a 50 metri nord dello scarico generale Solvay (dove era presente la maggior quantità di materiale spiaggiato) per la ricerca dei parametri batteriologici e test di tossicità;
  • materiale biancastro spiaggiato per la valutazione della tossicità con vibrio fischeri.

Alla data odierna sono disponibili i primi dati analitici di tipo chimico e biologico così riassunti:
ANALISI CHIMICHE E BIOLOGICHE

Materiale solido – Sia i due campioni di solido bianco prelevati sulla spiaggia, uno da Solvay in data 09/10, uno da ARPAT nella giornata successiva, nonché il terzo solido bianco ottenuto dalla filtrazione di un campione dell’acqua di scarico Solvay, sono risultati costituiti interamente da carbonati; la ricerca di tensioattivi anionici e di fosfati ha dato esito negativo. Restano in corso le analisi per la ricerca dei metalli presenti.
E’ iniziato il test di tossicità con Vibrio fischeri, tramite esecuzione dell’elutriato sulla fase solida e determinazione a 24 h.

Acqua di mare – analisi microbiologica (E. coli = <10MPN, Enterococchi intestinali= 41MPN)
analisi ecotossicologica con Vibrio fischeri = assenza di tossicità

Acque di scarico – Sono state analizzate le acque di scarico della Solvay, con particolare riferimento a quelle campionate dal personale Solvay, durante il primo turno dei giorni compresi dal 6 al 8 ottobre. Nel filtrato di tali campioni sono risultati assenti i tensioattivi anionici ed i fosfati (Fosforo totale inferiore al LOD – limite di rilevabilità). Anche in questo caso sono in corso le determinazioni dei metalli.

 

In definitiva, allo stato attuale, non vi sono elementi per ritenere che il fenomeno di ritrovamento del materiale biancastro spiaggiato sulla linea di costa della scorsa settimana sia diverso dalla formazione di schiume registrata negli anni passati; ad avviso dell’Agenzia il materiale ritrovato è da ritenersi una schiuma formatasi nelle acque marine in cui è rimasto inglobato il solido trascinato dallo scarico Solvay, mantenuto in sospensione dalla formazione schiumogena e trascinato dalle onde e dalle fasi di marea.

Si ricorda che la formazione di schiume nello specchio di mare antistante lo scarico generale Solvay è un fenomeno che si è presentato molte volte nel corso degli anni, generalmente limitato al periodo estivo, in particolari condizioni meteo marine.

La formazione di schiume allo scarico generale è un fenomeno possibile, come dimostrato dal fatto che sono presenti delle panne di contenimento per trattenerle ed evitare l’interessamento del mare e nel processo è previsto l’utilizzo di una “soluzione acquosa antischiuma” il cui consumo deve essere rendicontato mensilmente da Solvay.

L’ultimo episodio analizzato dagli Enti risale al luglio 2016 quando vi fu un accertamento di ARPAT su un evento avvenuto il 30/06/2016.

I presidi che il gestore ha adottato già da molto tempo per prevenire la possibilità che eventuali schiume possano arrivare fino al mare sono stati:

  • l’installazione di panne di contenimento lungo il fosso, posizionate la prima a metà nel tratto di fosso “ex-aurelia-mare” e la seconda prima dell’unione con il fosso Lupaio
  • l’installazione di due telecamere posizionate in prossimità delle due panne, per l’osservazione della situazione da parte del personale presente in sala controllo;
  • l’utilizzo di un prodotto antischiumogeno per prevenire la formazione di schiume.

Si rimane in attesa del completamento delle analisi e degli approfondimenti documentali richiesti alla Società Solvay per valutare tutti gli elementi acquisiti nelle ispezioni svolte.