Collesalvetti 17 Giugno 2020

Arpat: “Le maleodoranze sono al primo posto tra le segnalazioni a Livorno e Stagno”

Le segnalazioni dei cittadini pervenute ad Arpat nel 2019

arpatLivorno 17 giugno 2020 – Le segnalazioni per cattivi odori sono al primo posto sia nel Comune di Livorno che in quello di Collesalvetti, per la zona di Stagno, ma sono stati segnalati anche episodi di inquinamento delle acque superficiali e rumore da attività produttive

Livorno con la sua provincia è la terza per numero di segnalazioni registrate in Toscana nel corso dell’anno 2019 collocandosi dopo la provincia di Firenze e quella di Pisa

Stessa posizione con un totale di 126 segnalazioni è registrata dall’insieme dei Comuni che si trovano nell’ambito territoriale di competenza del Dipartimento ARPAT di Livorno: Livorno, Collesalvetti, Rosignano Marittimo, Cecina, Bibbona, Castagneto Carducci, isola di Capraia.1

Il Comune di Livorno è quello in cui si registrano il maggior numero di segnalazioni

 

E’ seguito da Collesalvetti ed in misura minore Rosignano Marittimo; molto poche le segnalazioni ambientali nei territori di Cecina e Bibbona.

In questo aricolo tratteremo le segnalazioni pervenute per i Comuni di Livorno e Collesalvetti, partendo dalle problematiche ambientali che i cittadini hanno segnalato con maggior frequenza.

Rosignano, Cecina e Bibbona saranno oggetto di una prossima notizia.

L’inquinamento atmosferico con maleodoranze e/o emissioni in atmosfera sono le problematiche segnalate di più dai cittadini livornesi.

Seppur in numero nettamente inferiore, i cittadini hanno segnalato anche problematiche relative alla risorsa idrica, soprattutto acque marine e scarichi idrici,  rumore e rifiuti.

Inquinamento atmosferico e maleodoranze

Tra le zone dei Comuni di Livorno e di Collesalvetti in cui si sono registrate particolari criticità per i cattivi odori troviamo, come negli ultimi anni, l’area nord della città (ex circoscrizione 1) che comprende anche l’area artigianale-industriale del Picchianti e l’area portuale fino al territorio di Stagno nel Comune di Collesalvetti.

In particolare, seppur in misura inferiore rispetto agli anni precedenti, sono ancora molti i cittadini singoli o riuniti in Comitati che lamentano cattivi odori, specialmente di idrocarburi e gas, nella zona di Stagno e nelle aree del litorale fino a Calambrone.

Numero segnalazioni per odori – emissioni in atmosfera pervenute al Dip.Livorno 2013 – 2019

 
2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019
Collesalvetti – Stagno 6 7 23 23 40 89 53
Livorno – ex Circoscrizione 1 36 37 34 30 20 12 37

Nella tabella sono riportate le singole segnalazioni pervenute al Dipartimento

Il numero del 2019 risulta diverso da quello riportato nell’articolo a livello regionale dove sono state accorpate le segnalazioni pervenute nello stesso giorno e per la stessa problematica.

Per cercare possibili soluzioni e rispondere in maniera adeguata alla cittadinanza, il Dipartimento ARPAT di Livorno ha avuto un approccio sistematico alla problematica.

Su incarico delle amministrazioni comunali di Livorno e Collesalvetti, ha effettuato uno specifico Piano mirato di prevenzione, monitoraggio e controllo delle emissioni odorigene nel territorio dei Comuni di Livorno e Collesalvetti

E’ emerso che tale area è soggetta alla ricaduta di una molteplicità di emissioni in atmosfera

 

Tali emissioni sono causate da aziende diverse operanti nel comparto petrolchimico, situate nell’area Nord di Livorno.

Tra queste: depositi di stoccaggio, raffineria ENI di Stagno e da sorgenti di traffico marittimo e di attività portuali.

Data la molteplicità delle sorgenti delle maleodoranze il Dipartimento di Livorno ha cercato di stimare l’impatto di ciascuna, attraverso il coinvolgimento delle aziende ricomprese nel Piano,

Arpat ha richiesto alle aziende di mitigare le proprie emissioni odorigene a partire da quelle che contribuivano in misura maggiore all’impatto odorigeno.

Molti interventi previsti dal Piano sono stati portati a compimento

Alcuni interventi sono stati attuati per via volontaria da parte delle aziende altri attraverso prescrizioni introdotte nelle Autorizzazioni degli impianti.

Tra questi interventi Arpat segnala quelli realizzati: dalla raffineria ENI (autorizzata con AIA) e dalla società Toscopetrol (autorizzata con AUA) con l’installazione di sistemi di convogliamento e abbattimento di emissione in atmosfera per la mitigazione delle proprie emissioni odorigene; con la realizzazione di quest’ultimo intervento (attuato per via volontaria dall’azienda) si attendono effetti positivi nella riduzione del disturbo olfattivo percepito dai cittadini della frazione di Calambrone (Pisa) dal cui territorio giungono continui segnali di disagio.

Lucia Rocchi, responsabile del Dipartimento Arpat di Livorno, sottolinea che:

“sta proseguendo l’attività di sopralluoghi e verifiche nella zona industriale a nord di Livorno.

L’attività viene svolta in sinergia tra i Dipartimenti di Livorno e Pisa, per verificare lo stato degli impianti e promuovere ulteriori azioni di miglioramento anche mediante specifiche prescrizioni negli atti autorizzativi per le aziende interessate”.

Altre segnalazioni di maleodoranze sono pervenute al numero verde dell’Agenzia sempre dall’area a nord del Comune di Livorno, area artigianale – industriale del Picchianti e le Sorgenti (ex Circoscrizione 1)

 

Tale zona è infatti caratterizzata dalla presenza di abitazioni limitrofe ad un’area in cui insistono uffici, aziende artigianali, impianti di trattamento e selezione rifiuti, impianto per il trattamento dei fanghi del depuratore civile delle acque reflue urbane, termovalorizzatore della città.

In particolare due sono stati nel 2019 gli episodi di forte maleodoranza avvertiti nei mesi estivi da numerosi cittadini:

 

1 – Nel mese di agosto molte segnalazioni per un odore persistente e caratteristico di fanghi di depurazione e zolfo sono pervenute da cittadini residenti nella zona Picchianti e le Sorgenti;

il tempestivo sopralluogo dei tecnici sul territorio ha consentito di individuare la sorgente della maleodoranza.

Si trattava dell’impianto “ITF” della Società ASA spa dedicato al trattamento dei fanghi provenienti dal depuratore acque reflue urbane del Rivellino gestito dalla stessa società.

“In questo caso le segnalazioni precise e circoscritte presentate dati cittadini – precisa la responsabile del Dipartimento – si sono rivelate uno strumento importante per indirizzare il controllo ed arrivare ad una pronta risoluzione del problema”

2 – nei mesi di luglio ed agosto a seguito dei numerosi episodi di forti maleodoranze – tipo animali in decomposizione –  avvertite da alcuni cittadini e lavoratori nella zona del Picchianti, in particolare in Via Salmi, via Chiabrera, Via Nicolodi, è stata individuata la possibile sorgente degli odori attraverso vari sopralluoghi svolti sia d’iniziativa dal Dipartimento che concordati con Polizia Municipale e vari Uffici della ASL.

Gli odori avvertibili in una attività autorizzata per il recupero di rifiuti non pericolosi e raccolta e trasporto di Sotto Prodotti di Origine Animale (SOA) erano correlabili alle lavorazioni tipicamente svolte dalla stessa e presumibilmente fonte dell’origine della maleodoranza avvertita nelle zone limitrofe in molte occasioni.

I tecnici della Medicina del Lavoro e del servizio Veterinario della ASL Toscana nord ovest hanno effettuato valutazioni specifiche suggerendo e/o prescrivendo interventi migliorativi.

3 – Seppur in misura minore rispetto all’area nord della città ripetuti episodi di maleodoranze sono stati segnalati anche dai cittadini residenti nel centro della città di Livorno e nelle zone di Salviano e terrazza Mascagni (ex circoscrizioni 2,3,4) in particolare odore di gasolio, idrocarburi, odore di gas, odore acre, odore di bruciato, uova marce avvertiti nei mesi di gennaio, febbraio, settembre.

In questi casi, quando le segnalazioni contenevano indicazioni precise su luogo, orario e durata della maleodoranza, i tecnici del Dipartimento hanno potuto ricostruire il percorso degli inquinanti verso le sorgenti, a partire dalla zona della segnalazione, utilizzando i dati delle stazioni meteo disponibili sul territorio.

L’applicazione di questo metodo non ha portato ad individuare un’unica sorgente per gli episodi segnalati, ma piuttosto una serie di possibili sorgenti emissive la cui diffusione risente molto delle condizioni meteo (non solo direzione e intensità del vento ma anche altri fattori come ad es. inversione termica, stabilità atmosferica, ecc);

4 – In altri casi le ricostruzioni hanno invece indicato come sorgente di provenienza la zona portuale;

5 – In altri casi ancora, ad esempio odori molesti connotati come “gas, metano idrocarburi” segnalati nei giorni 17-18 settembre 2019 da numerosi cittadini residenti nella fascia costiera dalla zona di Calambrone fino a Quercianella, la ricostruzione delle segnalazioni indicava una sorgente collocata in mare.

In raccordo con gli enti di primo intervento, i tecnici hanno proceduto ad una verifica dei dati anemometrici e dei dati registrati dalle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria installate nella città che non hanno evidenziato valori anomali rispetto agli andamenti usuali.

Dopo una attenta analisi dei dati raccolti (segnalazioni e dati anemometrici), ARPAT ritiene che la possibile fonte delle emissioni maleodoranti sia stata una nave in transito a Livorno.

Risorsa idrica: acque superficiali e marine

Come negli anni precedenti, sono stati segnalati alcuni episodi di inquinamento di acque superficiali e di acque scure e anossiche nei Fossi medicei cittadini, dovuti principalmente alla scarsa movimentazione delle acque del reticolo e talvolta anche a puntuali sversamenti di reflui.

Il Dipartimento in questi casi si è sempre attivato per verificare quanto segnalato comunicando agli enti competenti (Comune, ASA e l’Autorità di Sistema Portuale) i risultati degli accertamenti, anche per la verifica dell’attivazione dell’impianto di pompaggio per la movimentazione delle acque del reticolo dei fossi.

Più volte nel corso dell’anno sono stati segnalati (aprile, novembre, dicembre) scarichi nelle acque superficiali del Rio Cignolo; nel mese di novembre i tecnici hanno verificato la colorazione scura delle acque del Rio dovuta alla fuoriuscita di reflui nerastri (originati dal dilavamento dei rifiuti giacenti all’interno dell’impianto Lonzi metalli) dalla condotta delle acque bianche proveniente da via del Limone.

La problematica era stata oggetto di accertamenti anche in anni precedenti a causa di segnalazioni di fuoriuscite di fluidi di evidente natura non meteorica originate dalla ditta Lonzi Metalli srl, a seguito dei quali ARPAT aveva effettuato le dovute comunicazioni alla Procura della Repubblica di Livorno.

L’impianto Lonzi Metalli srl non è più operativo dal dicembre 2017 e nel corso dell’anno 2019 è stato decretato il fallimento della società; successivamente la Regione Toscana (decreto n.1699 del 07/02/2020) ha disposto la revoca dell’AIA rilasciata dalla Provincia di Livorno con atto dirigenziale (AD) n. 107/14 prorogato con AD n.123/15.

L’attività di smaltimento dei rifiuti ancora presenti in impianto sarà curata dalla parte Pubblica, sostituendosi in danno al gestore, come previsto dalla normativa.

Riguardo alle acque di mare il Dipartimento è intervenuto più volte per chiazze in mare segnalate durante il periodo della stagione balneare (maggio-settembre); è il caso dell’intervento effettuato a maggio dopo la segnalazione di un cittadino livornese al numero verde di ARPAT per una macchia oleosa in mare e sulla spiaggia di fronte ai Bagni Nettuno di Livorno.

Inquinamento acustico

Precisiamo che le segnalazioni che arrivano dai cittadini per rumore proveniente da attività produttive (artigianali, industriali, commerciali) vengono trasmesse al Comune territorialmente competente che, dopo le opportune verifiche amministrative, può chiedere ad ARPAT di effettuare controlli e misure dei livelli di rumore, come previsto dalla Delibera della Giunta Regionale 490 del 16 giugno 2014.

Principalmente nel 2019 sono pervenute segnalazioni da cittadini residenti nel Villaggio Emilio a Stagno nel Comune di Collesalvetti che lamentavano rumori e sbuffi fastidiosi provenienti dalla Raffineria Eni.

Sebbene numericamente inferiori alle segnalazioni pervenute nel 2018, sono state inoltrate al Comune che ha richiesto ad ARPAT di proseguire l’attività di indagine, avviata nel 2018, con una seconda campagna di misura del rumore che è stata svolta dal 9/01/2019 al 14/02/2019.

Nella prima campagna di misura condotta nell’anno 2018 la centralina per le misure in continuo di rumore era stata posizionata nel giardino dell’abitazione di un esponente a Stagno ed era emerso il rispetto del limite di immissione assoluto, sia nel periodo diurno che in quello notturno, e la presenza di rumorosità non determinabili con certezza nei periodi notturni. Nello stesso anno il Gestore della raffineria ENI Spa di Stagno (LI) ha trasmesso agli enti competenti un Rapporto relativo alle indagini fonometriche eseguite nel maggio 2018 presso il proprio stabilimento.

Nella seconda campagna di monitoraggio acustico condotta nel 2019 dal Settore Agenti Fisici-AVL di ARPAT, sono state installate due strumentazioni fonometriche, una a bordo strada in via Curiel, per verificare il clima acustico presente nella zona, e l’altra internamente allo stabilimento ENI di Stagno. Il monitoraggio è stato prolungato per un tempo superiore al mese in modo da avere maggiori possibilità di riscontrare eventuali eventi eccezionali ed era stata chiesta la collaborazione degli esponenti nel segnalare o annotare gli eventi rumorosi in modo da metterli in relazione alla rumorosità rilevata da entrambe le strumentazioni di misura. I dati rilevati nella campagna, trasmessi da ARPAT al Comune di Collesalvetti, non hanno consentito di individuare una relazione tra gli eventi segnalati dagli esponenti e le emissioni rumorose degli impianti ENI.

Relativamente al periodo notturno è stato richiesto al personale ENI spa di procedere con verifiche di dettaglio volte ad individuare eventuali eventi o lavorazioni occorse in corrispondenza dei due brevi picchi rilevati registrati dalla centralina. Per tutto l’anno 2019, ENI ha proceduto ad affidare a ditta specializzata il monitoraggio in continuo dei livelli di rumore, mediante una centralina posizionata all’interno della raffineria. ARPAT provvederà ad acquisire la relazione annuale e i dati necessari in occasione dei prossimi controlli AIA.

Tra le poche segnalazioni del 2019, si evidenzia quella di una residente in Via Aiaccia per rumori assordanti provenienti dallo stabilimento Eni avvertiti dalle ore 21.30 alle 24.00 del 16/09/2019. In questo caso particolare, i rumori erano probabilmente riconducibili alle operazioni di riavvio dell’impianto di cogenerazione e di una caldaia di ENI, terminate in data 18-09-2019, che la stessa azienda aveva comunicato preventivamente a Ministero dell’Ambiente, ISPRA, ARPAT e al Comune di Collesalvetti come previsto dall’AIA. La condizione di riavvio non rappresenta la normale condizione di marcia degli impianti della Raffineria ma si configura come una situazione anomala e limitata nel tempo, nella quale possono essere emessi livelli di rumore più alti del normale. In ogni caso il gestore ha l’obbligo di mettere in atto tutto quanto possibile per mitigarne gli effetti.

 

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