Ambiente 18 Marzo 2018

Arpat, Il resoconto del monitoraggio

I rappresentanti del Dipartimento di Livorno hanno illustrato ai consiglieri della sesta commissione consiliare “Vivibilità Urbana” del Comune di Livorno le attività svolte per inquinamento quartieri nord, maleodoranze e monitoraggio qualità dell’aria

Audizione di ARPAT alla Commissione Vivibilità Urbana del Comune di Livorno

Si è tenuta  l’audizione dei rappresentanti ARPAT presso la Sesta Commissione consiliare comunale (Vivibilità Urbana) del Comune di Livorno per affrontare il tema dell’inquinamento nei Quartieri Nord della città e per informare sull’attività di monitoraggio ambientale svolta dal Dipartimento di Livorno successivamente all’alluvione che ha colpito Livorno e Collesalvetti il 10 Settembre 2017.

Durante la seduta, trasmessa in diretta streaming dalla Sala Consiliare del Comune, Lucia Rocchi, responsabile del Dipartimento ARPAT di Livorno, ha presentato un quadro delle attività svolte da ARPAT ricordando in particolare le ispezioni svolte a seguito dell’alluvione del settembre 2017 sia all’interno della la Raffineria ENI che all’esterno per verificare lo stato dello sversamento di acque contaminate da idrocarburi fuoriuscite dal perimetro sud della raffineria ENI di Livorno nel Fosso del Capannone.
Ha poi proseguito precisando l’impegno profuso nell’attività di controllo e monitoraggio ambientale per la problematica delle maledoranze segnalate sempre più frequentemente dai cittadini dell’area nord di Livorno e di Stagno nel Comune di Collesalvetti, aree in cui insistono molte attività industriali del settore petrolchimico.

Lo stato della qualità dell’aria nella Provincia di Livorno è stato invece illustrato da Bianca Patrizia Andreini, Responsabile del Centro Regionale Tutela Qualità dell’aria; ARPAT gestisce la Rete Regionale di rilevamento della Qualità dell’Aria della Regione Toscana che valuta la qualità dell’aria su base regionale attraverso il monitoraggio degli inquinanti previsti dalla normativa vigente comunitaria (Direttiva 2008/50CE), nazionale (D.Lgs. 155/10) e regionale (LR 9/2010 e DGRT 1182/15, DGRT 964/15, DGRT 814/16).

In particolare nel territorio della Provincia di Livorno, compreso nella zona omogenea costiera, sono presenti cinque stazioni di monitoraggio di cui tre situate nel Comune di Livorno:

• LI-Cappiello e LI-La Pira, entrambe stazioni di misurazione di FONDO, in cui è possibile registrare la pressione media delle fonti presenti sul territorio per vedere l’esposizione della popolazione;
• LI-Carducci, stazione di misurazione di TRAFFICO quindi influenzata prevalentemente da emissionida traffico, provenienti da strade limitrofe con intensità di traffico medio alta.

Come è possibile vedere nelle slide presentate la qualità dell’aria nella zona di Livorno negli ultimi anni non mostra superamenti dei valori limite definiti dalla normativa per gli inquinanti monitorati.

Guardando il trend negli ultimi dieci anni per indicatori relativi al monitoraggio del Particolato si nota come tutte le stazioni di tipo fondo dal 2016 rispettano anche il limite sulla media annuale stabilita dall’OMS sia per il PM10 che per il PM2,5

pm10 grande

 

L’ OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità) ha infatti individuato i valori guida di concentrazione per i principali inquinanti atmosferici, da rispettare per salvaguardare la salute della popolazione mondiale, inferiori a quelli stabiliti dalla normativa europea e nazionale.

 

oms limiti

 

Nel 2017, analogamente a quanto avvenuto nel 2016, anche il limite di 35 superamenti della media giornaliera di 50 µg/m3 per le PM10 è stato rispettato sia a Livorno che in tutte le stazioni della rete regionale con le due eccezioni delle stazioni di fondo di PT-Montale che ha registrato 36 superamenti e LU-Capannori che ne ha registrati 55.

Per quanto riguarda il valore del Biossido di Azoto NO2, inquinante principalmente originato da emissioni da fonti antropiche derivanti sia da processi di combustione (centrali termoelettriche, riscaldamento, traffico) che da processi produttivi senza combustione, il limite di 40 μg/m3 è stato rispettato in tutte le stazioni di fondo della provincia di Livorno nel 2017 e, come avviene dal 2015, anche per la stazione LI- Carducci.

NO2 livorno

Per gli inquinanti Biossido di zolfo SO2 e Benzene il monitoraggio relativo agli anni 2015-2017 ha confermato l’assenza di criticità ed il pieno rispetto dei valori limite di qualità dell’aria e OMS per entrambi.

Oltre alle stazioni della rete regionale per situazioni particolari ARPAT effettua campagne di misura indicative mediante centraline mobili; in particolare nel 2013-2014 il Comune di Livorno ha richiesto ad ARPAT una campagna di misura in via Grande a Livorno.

Recentemente nel Comune di Collesalvetti a seguito delle criticità emerse dopo l’evento alluvionale del 10 settembre, in particolare per episodi di maleodoranze diffuse di idrocarburi a Stagno, è stata effettuata una campagna di misurazione straordinaria con l’utilizzo di due laboratori mobili: dal 17/09/2017 al 23/10/2017 sono stati monitorati SO2, CO, NO2, BTEX (benzene,toluene etilbenzene e xileni) e a partire dal 24/10/2017 è stato posizionato un nuovo laboratorio mobile che ha permesso di fornire una valutazione indicativa di NMHC (idrocarburi non metanici) e una campagna indicativa di PM 10; tale monitoraggio seguiva di concerto le attività di ripristino delle normali condizioni dello stabilimento ENI.
Le elaborazioni complessive sono in corso e saranno pubblicate sul sito di ARPAT, si osserva comunque che i valori limite giornalieri (per i parametri per i quali la normativa fissa un limite orario o giornaliero) sono stati rispettati in tutto il periodo.

Sollecitata dalle domande dei consiglieri rispetto al problema delle maleodoranze, Patrizia Andreini ha precisato che la problematica delle maleodoranze è molto complessa da affrontare anche dal punto di vista normativo. Una recente novità è rappresentata dalla revisione della Parte Quinta del D.Lgs 152/06 (D.Lgs. 183 del 15/11/2017) sulle emissioni  che ha:

  • stabilito che la normativa regionale può prevedere misure per la prevenzione e la limitazione delle emissioni odorigene degli stabilimenti di cui al Titolo I della Parte Quinta
  • previsto che il Coordinamento tra Ministero, regioni ed autorità competenti in materia di aria ambiente (previsto dall’art. 20 del decreto legislativo 13 agosto 2010,n. 155) promuova un esame congiunto e l’elaborazione di indirizzi.

Alcune regioni hanno già legiferato sulle emissioni odorigene, la Regione Toscana ha di recente attivato un tavolo tecnico per dare attuazione alle modifiche introdotte dal decreto legislativo n. 183/2017 in merito alle emissioni odorigene.

Riguardo la problematica delle emissioni odorigene Donato Antonio Spinazzola, responsabile del Settore Supporto Tecnico del Dipartimento di Livorno, ha illustrato i contenuti del Piano di Prevenzione Monitoraggio e Controllo delle emissioni odorigene dei Comuni di Livorno e Collesalvetti  (“Piano mirato”) a cui il Dipartimento sta lavorando su incarico delle due amministrazioni comunali.
Il “Piano mirato”, presentato in pubblica assemblea ad ottobre 2016, vede coinvolte molte aziende collocate nell’area Nord della città di Livorno e al confine tra Livorno e il Comune di Collesalvetti (località Stagno – Villaggio Emilio), gran parte delle quali operanti nel campo del trattamento dei rifiuti e nel settore petrolchimico.

L’ing. Spinazzola ha illustrato il primo stato di avanzamento del Luglio 2017 ed altre osservazioni emerse successivamente dallo studio. Le aziende inserite nel piano, hanno individuato gli interventi di mitigazione di tipo gestionale e/o impiantistico, che in alcuni casi sono già stati implementati e nei casi più complessi, sono stati progettati e verranno realizzati nell’anno corrente.

Si osserva ad esempio come le concentrazioni di odore delle sorgenti considerate, si attestino su livelli diversi, così come le portate di odore che sono funzione di diverse variabili legate principalmente :

  • al processo (processo continuo/ discontinuo, operazioni particolari e turni di lavoro;
  • al vento/turbolenza per sorgenti soggette a ventilazione eolica naturale diretta/indiretta.

Per quanto riguarda la Raffineria ENI di Stagno si precisa che, dando seguito ai risultati ottenuti dai monitoraggi olfattometrici occorrenti per lo studio modellistico di valutazione dell’impatto olfattivo (oggetto anche di specifiche prescrizioni ministeriali), sono emerse come sorgenti principali di emissione odori, l’impianto di trattamento reflui (TAE) ed alcuni serbatoi di stoccaggio. Eni ha già effettuato nel corso degli ultimi anni, alcuni interventi che riguardano in particolare modifiche impiantistiche e di gestione del processo dell’impianto di trattamento.
Come descritto in un precedete articolo Maleodoranze a Stagno: aggiornamenti un piano dettagliato contenente ulteriori interventi di mitigazione odorigena è stato presentato lo scorso lo scorso 5 febbraio 2018 dalla raffineria ENI ad ARPAT e Comune di Collesalvetti e tali interventi sono stati inseriti dal Ministero dell’Ambiente nel rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) (G.U. 46 Serie Generale del 24/02/2018).