Cronaca 29 Marzo 2018

Aumento prezzo del caffè, parla Confcommercio

Federico Pieragnoli, direttore della Confcommercio della Provincia di Livorno, interviene sull’aumento del prezzo della tazzina di caffè al bancone, di cui sempre si discute quando ci sono aumenti all’orizzonte.  “Il caffè al bar viene quasi considerato bene calmierato: nessuno accetta di pagare prezzi diversi per la famosa tazzina. Ne è dimostrazione il fatto che Federconsumatori quando si esprime su eventuali aumenti, lo mette in un elenco in cui stanno le bollette, le autostrade, le tasse. Ma il caffè con la tassazione e i balzelli imposti ai consumatori non c’entra niente. Gli aumenti, casomai, sono una necessaria conseguenza delle spese in continua crescita con cui si trovano a combattere anche e soprattutto gli imprenditori”.

E’ dello stesso avviso Marina Calvaresi (nella foto), titolare del Bar Sole in Piazza Grande. “Non è possibile pretendere di pagare lo stesso prezzo per caffè, cappuccino e pezzo dolce in ogni esercizio commerciale. Sul prezzo del caffè interviene in maniera pesantissima la materia prima, non certo la stessa in tutti i pubblici esercizi. Inoltre intervengono, come per ogni altro prodotto venduto, la superficie dell’esercizio, la location, il tipo di gestione (familiare o non), il numero dei dipendenti, l’eventuale presenza di suolo pubblico occupato. Per tutti i negozi è normale far valere queste differenze nella determinazione del prezzo, non si vede perché l’aumento del caffè venga visto come balzello o abuso“.

“Anche la materia dolce è aumentata, pensiamo al prezzo del burro, quasi triplicato, e alle difficoltà che incontrano anche le pasticcerie. Che non sia un periodo d’oro per i pubblici esercizi non è certo un mistero. Solo su via Grande negli ultimi tempi si sono verificati 7 cambi di gestione. Gli affitti non hanno subito riduzioni e tanto meno i costi del personale. Contiamo molto sulla riqualificazione di via Grande, ma in attesa che Livorno diventi più vissuta e visitata, gli imprenditori devono far quadrare i conti”.

“Si tratta insomma – conclude Pieragnoli – di sostenibilità economica delle imprese. Il prezzo della tazzina di caffè, ormai da tempo cristallizzato sulla soglia di un euro, rischia di non essere più remunerativo”.